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Il campanello di Tommy

Post n°6 pubblicato il 04 Novembre 2010 da lemagichefiabe
 

Il Campanello di Tommy


Tommy aveva nove anni e viveva in un piccolo paese situato in una verde vallata ai piedi di imponenti montagne. Abitava in una casetta non molto grande insieme alla mamma e al papà.

Ogni mattina Tommy si alzava presto e si preparava per andare a scuola. Scendeva di corsa le scale, faceva colazione, salutava con un bacio la mamma e usciva fischiettando. Era contento perché da quest’anno i suoi genitori gli avevano permesso di attraversare il paese da solo. Partiva sempre qualche minuto prima e non percorreva mai due volte la stessa via. Si divertiva a scoprire nuove strade e a salutare tutti i passanti.

Un giorno, mentre cammina, vede per terra una specie di ciondolo e lo raccoglie. È una piccola sfera di metallo con all’interno una pallina, agitandola si sente un tintinnio fastidioso. Tommy si guarda intorno per vedere se ci sia qualcuno che può aver perso quell’oggetto, ma si trova completamente solo lungo la via, così decide di tenerlo, con uno spago se lo lega al collo e si dirige a scuola. Da quel momento lo tiene sempre indosso e non lo toglie nemmeno per fare la doccia. Il campanello sembra bloccato, non suona mai, a meno che qualcuno non lo scrolli apposta.

Un pomeriggio di qualche settimana dopo però, mentre Tommy sta per attraversare la strada diretto a casa di un amico, un tintinnio si ode nel vento e lui si ferma stupito. Proprio in quel momento un’automobile sopraggiunge da dietro la curva e sfreccia a tutta velocità. Tommy si accorge che se non fosse stato per il suono del campanello sarebbe stato investito e decide in quel momento che quello sarà il suo portafortuna per tutta la vita.

È passato qualche mese ed è arrivata l’estate. Tommy con il suo compagno Luca gioca a rincorrersi nel bosco vicino al paese. Attraversano di corsa una pietraia, Tommy è più veloce e l’amico non può far altro che seguirlo. All’improvviso il campanello emette il suo suono e Tommy si blocca all’istante. Luca ne approfitta per sorpassarlo, ma dopo pochi passi una vipera spunta da dietro una roccia mordendolo alla gamba. Luca cade a terra ferito e spaventato, Tommy cerca di tranquillizzarlo e va subito in cerca di aiuto. Per la seconda volta il campanello gli ha annunciato un pericolo.

Il tempo passa, Tommy ha compiuto dieci anni e per il compleanno gli hanno regalato una bicicletta nuova fiammante. Suo padre ha deciso di accompagnarlo a fare un giro in paese per vedere come se la cava alla guida. Tommy all’inizio è un po’ impacciato, ma il padre lo rassicura e l’esperimento sembra funzionare. Fa caldo e un lieve venticello aiuta la pedalata, Tommy imbocca una via sterrata quando un tintinnio metallico lo mette in allerta. Tirando forte la leva del freno si ferma bruscamente mentre il padre lo evita all’ultimo momento guardandolo perplesso. Tommy alza lo sguardo e si trova proprio davanti agli occhi una ragnatela gigante con al centro un ragno nero grosso come la sua mano.

Tommy fa un profondo respiro ed indica l’enorme insetto al padre.
“Ma come hai fatto accorgertene?” domanda stupefatto dalla prontezza di riflessi del figlio.
“Io non l’avevo proprio visto!” aggiunge avvicinandosi.
“Nemmeno io, è il mio portafortuna che mi avvisa se c’è un pericolo” risponde Tommy sorridendo.
“Ma che dici? Un portafortuna?” borbotta il papà.
“Sì! Davvero! Suona solo quando c’è un pericolo”.
“Allora posso star tranquillo a lasciarti andare in giro da solo?!” commenta il padre con una risata.

Non appena entrati in casa Tommy racconta l’accaduto anche alla mamma, che lo abbraccia sorridendo e gli sussurra: “Non staccarti mai dal tuo campanello e ascoltalo sempre!”.
Infatti nei mesi successivi il campanello dà l’allarme in altre occasioni, evitandogli sempre spiacevoli disavventure.

Un giorno, quando Tommy ha dodici anni, la scuola organizza una gita in città e la sua classe decide di partecipare. La sera prima i suoi genitori gli fanno mille raccomandazioni, poi il papà gli mette in mano cinque monete e gli dice: “Domani, compra qualcosa che ti piace!”. La mattina dopo Tommy è entusiasta, si siede sul pullman e tiene ben stretto il suo campanellino nella mano. Il viaggio è breve, presto le porte si aprono e Tommy può scendere assieme ai suoi compagni. La piazza è molto affollata e piena di bancarelle che vendono giocattoli di ogni tipo. Tommy è molto incuriosito e a un certo punto esce dal gruppo senza che la maestra lo noti per vederli più da vicino.

Mentre sta lì ad osservare, un signore alto e ben vestito lo avvicina e gli domanda se vuole vedere il suo negozio di giocattoli magici. Tommy è un po’ dubbioso, ma non sentendo suonare il campanello risponde di sì con la testa e i due si allontanano insieme.
“Hai dei soldi con te?” chiede l’uomo. Poi aggiunge: “.. i miei giocattoli sono cari, ma a te farò un prezzo speciale”.
“Ho queste!” risponde Tommy mostrando le monete che il papà gli aveva dato.
“In cambio ti porterò il gioco più bello che ho! Dammele e aspetta un attimo qui” dice l’uomo fermandosi di colpo e tendendo la mano verso di lui.
Tommy gli consegna le monete e rimane fermo lì come gli era stato chiesto. Dopo dieci minuti però non vede arrivare nessuno e si preoccupa che a quell’uomo così buono possa esser successo qualcosa. Non si sente agitato perché il suo campanello è muto e quindi non corre alcun pericolo.

Comincia a far caldo, il sole è alto e tra i palazzi c’è la solita afa soffocante. Tommy inizia a sudare e si toglie la felpa, si trova lì ormai da mezz’ora quando sente una voce.
“Aspetti qualcuno?” Un ragazzino poco più grande di lui sta in piedi lì davanti e lo fissa.
“Il signore dei giochi magici” risponde Tommy.
“Io so dov’è il suo negozio” rivela il ragazzo.
“E dove?” chiede Tommy incuriosito.
“Hai delle monete?”.
“Le ho date tutte a lui” risponde Tommy toccandosi le tasche.
“Cosa c’è nel tuo zaino?”.
“Il mio pranzo, perché?”
“Sai… quel signore non vuole che si entri nel suo negozio con lo zaino perché ha paura che rubi qualcosa ... Il negozio è proprio in fondo alla via, appena svoltato l’angolo. Lascia qui lo zaino, lo tengo io fino al tuo ritorno mentre tu vai a prendere il tuo gioco”.
Nessun tintinnio nell’aria, così Tommy si sfila lo zaino dalle spalle, ringrazia il suo nuovo amico e cammina fino in fondo al viale.

Una volta girato l’angolo però non vede nessun negozio, ci sono solamente alti palazzi grigi e macchine che corrono veloci. Decide quindi di tornare indietro, ma arrivato al punto di partenza si accorge che quel ragazzo così gentile è sparito, portando via con se anche il suo zaino. Si avvicina l’ora di pranzo, il caldo è torrido e non c’è un filo d’aria, il campanello non suona, ma Tommy inizia a capire di esser stato derubato. Si trova da solo in mezzo a una città che non conosce, senza un soldo, senza cibo e abbandonato persino dal suo portafortuna.

Solo allora si ricorda delle parole della maestra, che sul pullman aveva raccomandato a chiunque si fosse perso di tornare in piazza Balle, da dove alle quattro sarebbero partiti verso casa. Cerca di ricordare la strada che stamattina lo ha portato fin lì, ma a un certo punto non è più sicuro che sia quella giusta. Passa davanti a un gruppo di ragazzi e domanda: “Scusate, piazza Balle è da questa parte?”.
“No, devi seguire questa via e al terzo semaforo svoltare a destra” risponde con decisione uno di loro.
Tommy va nella direzione che gli è stata consigliata, ma dopo aver girato a destra si trova in una piazza che non è quella che cercava.

Stanco e sconsolato si ferma a chiedere di nuovo indicazioni. Un anziano signore con una folta chioma bianca gli indica a via, ma proprio mentre sta parlando il campanello ha un sussulto e Tommy si distrae immediatamente. Il vecchio vede negli occhi del fanciullo il suo disappunto e sorride.
“Perché sta ridendo?” domanda Tommy irritato.
L’uomo non risponde, con un rapido movimento abbassa il collo della sua maglietta e mostra a Tommy un campanellino uguale al suo.
“È uguale al mio!” esclama incredulo.
“Ma perché ha suonato proprio adesso?!”.
“Tu vieni dalle montagne, vero?”lo interroga il vecchio.
“Sì, come lo sai?”.
“Lo so perché anche io vivevo lassù tanto tempo fa… questo portafortuna ce l’ho da quando ero più piccolo di te”.
“Ma il mio si è rotto!” esclama Tommy con tono triste.
“No! Non si è rotto… un portafortuna non può rompersi! Il problema è che qui funziona tutto alla rovescia. Il campanello non ti annuncia i pericoli, suona invece se incontri una persona buona, che porta una ventata fresca in mezzo a questa calura. Altrimenti i campanelli non possono suonare… qui non c’è vento!”.
“Già… non c’è vento e mi manca l’aria” riflette Tommy.
“… e ora vieni… ti accompagno a casa” dice il vecchio appoggiando una mano sulla spalla del bambino.


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