Creato da ansa007 il 19/10/2005

Grapewine

"Ogni momento accade due volte: all'interno e all'esterno, e sono due storie diverse" (Cit).

Messaggi di Settembre 2011

Outing e il ruolo di un politico

Post n°407 pubblicato il 23 Settembre 2011 da ansa007
 

Gongolo. Ho aperto il sito listaouting alle 9.45, non vedevo l'ora. Qualcuno dice che scendere nello stesso campo del nemico significhi abbassarsi allo stesso livello, eppure qualche volta bisogna parlare lo stesso linguaggio per esser capiti. Se un cinese mi parla nella sua lingua, io non lo capisco, se mi parla in italiano forse sì. Posso accettare o meno quel messaggio, ma è nel mio linguaggio.
I nomi sono usciti con un po' di anticipo, mi sento un po' come quando qualcuno sa degli spoiler che gli altri vorrebbero sapere ma non sanno ancora! Mi chiedo come sarà presa la notizia, se questo polverone mediatico avrà senso, se finalmente si otterrà qualcosa o ancora una volta non servirà a nulla.
Detesto il perbenismo ipocrita del nostro paese. Essere un politico non significa elevarsi un gradino più su per poter fare quel che si vuole. Attraverso la democrazia i cittadini scelgono delle persone affinché lavorino per il nostro bene. Un politico ha dei doveri ben precisi ed è pagato profumatamente perchè in teoria DEVE render conto ai cittadini. Era ora che arrivasse una sonora lezione. Vorrei stringere la mano alle persone che hanno lavorato per creare tutto ciò.
Qualcuno dice che non è eticamente corretto, che fare coming out sia una scelta personale. In effetti l'orientamento sessuale è un qualcosa di personale, non è giusto che qualcuno si arroghi il diritto di dire al mondo ciò che tu sei veramente, ma non con chi ha dei doveri morali nei nostri confronti. Chi legifera non è umanamente ne più ne meno di tanti altri, ma ha il potere di decidere delle nostre vite. Io so solo che in ventinove anni con l'etica non sono andata da nessuna parte. W l'outing dei politici omofobi.

 
 
 

Deals, offerte pericolose o commercialmente fastidiose?

"Basta visite low cost". La denuncia parte dalle pagine di Repubblica: è giusto che la sanità sia un settore in cui si possano svendere offerte a prezzi stracciati su visite dentistiche, oculistiche, ginecologiche, chirurgiche & altro su siti come Groupon, Poinx, Groupalia, Offerum, LetsBonus, Glamoo, ecc..?
"Un grande hard discount della sanità con un fatturato stimato intorno ai 10 miliardi di euro e una crescita del 20-30% l’anno e che comincia a preoccupare l’Ordine dei medici. La promozione on line ha una validità di 24 ore, ma in moltissimi casi il coupon valido sei mesi consente di avere il 20 per cento di riduzione sui controlli successivi".
In effetti, complici i tagli alla sanità pubblica, le liste d’attesa, l’imposizione di ticket, è evidente la formazione di un mercato parallelo apparentemente meno costoso.
Qualcuno mette subito le mani avanti e sostiene che non si tratta della difesa di una casta ma di prestazioni sanitarie che a quei prezzi non possono essere realmente di qualità, sostiene retoricamente Amedeo Bianco, presidente dell'ordine dei medici: «Quale casalinga comprerebbe un chilo di filetto a un euro?».
Io penso che a prescindere dal settore, dove ci siano evidenti vantaggi per i consumatori si crea sempre un fastidio per chi vede traballare il proprio cartello commerciale. Non ho mai usufruito di offerte simili ma so che per un'analisi di controllo più IGE ho pagato all'ASL 76€ e spicci mentre con un'offerta apparsa pochi giorni dopo su uno di questi siti con 80 avrei avuto all'incirca 40 tipi di analisi insieme...come non approfittarne? Vuoi che ad un prezzo scontatissimo per le analisi un centro clinico non ti offra poi diverse altre prestazioni? Quella dei deals allora non è pubblicità per avere altre occasioni lavorative? Sostanzialmente ritengo queste offerte solo una nuova forma mooolto efficace di pubblicità.
Voi che ne pensate? Avete mai usufruito di offerte simili?

 
 
 

Stop agli sconti sui libri, pacchia finita!

Post n°405 pubblicato il 01 Settembre 2011 da ansa007
 

Gongolavo il mese scorso quando ho acquistato su Amazon a 27€, spese di spedizioni incluse, un testo che nelle librerie ne costava ben 38. Tutta contenta ho sfogliato l'immenso catalogo del portale e già immaginavo di comprare quintalate di libri. Poi ho optato per un paio di Birkenstock a 32€ (nei negozi lo stesso modello arriva a 65!) e ho stupidamente rimandato il mio shopping culturale.
E ora, "grazie" alla «legge Levi» casualmente definita «provvedimento anti-Amazon», in vigore proprio da oggi, questi fantastici sconti non saranno più possibili in Italia.
Paradossalmente la legge è stata promossa da un deputato dell'intellettualoide PD, Ricardo Franco Levi. L'obiettivo sulla carta è di garantire la ricchezza e il pluralismo dell’offerta culturale, beh, effettivamente ridurre gli sconti sui libri significa solo limitare il potere d'acquisto di un potenziale lettore. Siamo tutti d'accordo (spero) che la cultura debba avere un costo, c'è gente che mangia producendo contenuti culturali, però trovate giusta una legge che limiti un incentivo all'acquisto?
Il testo stabilisce un tetto massimo del 15% allo sconto che tutti i venditori (dai piccoli librai, alla grande distribuzione, agli store online) possono applicare sul prezzo di copertina mentre gli stessi editori non devono superare il 25% e solo nell’ambito di promozioni che non devono superare la durata di un mese né possono tenersi a dicembre (insomma se volete regalare libri per Natale pensateci mooolto prima!).
La legge è stata auspicata in particolar modo dalle librerie indipendenti e dai piccoli editori, forse quelli che più hanno sofferto la concorrenza dell’e-commerce mentre è stata contrastata dall'altro lato della barricata, ovvero chi i libri li acquista davvero...
Nelle scorse settimane si è accesa la protesta sui blog e ha avuto un sorprendente successo (oltre 2.500 firme in tre giorni) la petizione online promossa dall’Istituto Bruno Leoni affinché il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non firmasse la legge, in ogni caso già si mormora sull'«inefficacia» e la «pericolosità ideologica» della legge: «Basta registrare un sito di vendita all'estero per aggirarla - spiega la Sileoni -. Senza contare quanto anacronistico sia tentare di arginare l'e-commerce e lo sviluppo tecnologico».
L'altro rovescio della medaglia invece è che la legge non si applica nel caso di libri digitali, che sono però penalizzati dall'Iva al 20% (contro il 4% dei volumi cartacei).
Fonte.

 
 
 

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CHI SONO

SMM | Storyteller | Web Content Editor

Racconto storie. 
Curiosa, amo la formazione continua, avere obiettivi da raggiungere.
Ho due passioni: la comunicazione digitale e l'audiovisivo
Amo l'arte, la musica, il teatro, gli eventi culturali, le performance live e gli spettacoli televisivi.
Scrivere, fotografare, il cinema, creare con l'audiovisivo, sperimentare.

ansa007 perchè è il mio primo nickname, quello utilizzato ai primi approcci con il web, quando l'ADSL non esisteva ed io avevo circa 15 anni. ansa perchè sognavo di fare la giornalista, 007 perchè volevo farla "in incognito"...sì stupide fantasie adolescenziali :)

Oggi non uso più questo user se non per alcune iscrizioni effettuate nel tempo, scrivo qua e là, ma sono rimasta affezionata a questo spazio che aggiorno solo quando sento di scrivere pensieri a cui ho bisogno di dare una forma.

Quando posso mi piace spulciare gli ultimi post pubblicati dai blogger di Libero e commentare quelli che, con i loro post, mi regalano qualcosa...come spero di fare anch'io con questi brevi spunti.

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