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Post N° 341

Post n°341 pubblicato il 31 Marzo 2008 da PlanetGate

Ipocrisia

Ieri un tifoso del Parma, Matteo Bagnaresi di 28 anni, è stato travolto e ucciso nell'area di servizio Crocetta Nord, al chilometro 48 dell'A21 Piacenza-Torino, da un pullman che trasportava tifosi bianconeri.
A Crocetta si erano fermati il pullman di tifosi juventini proveniente da Crema, con 25 persone a bordo, due pullman di tifosi emiliani, in prevalenza famiglie e comunque tra di loro non vi era nessun ultras. La situazione di calma è cambiata quando nell'area di servizio è arrivato il pullman carico di Boys (gruppo ultras) del Parma.
Alcune testimonianze raccolte dai giornalisti:
«In cinquanta contro dieci di noi... bel coraggio».
«Sono arrivati in cinquanta, all’improvviso. Con i cappucci delle felpe sulla faccia. Ci hanno cinghiato, lanciato di tutto».
Vi siete difesi? «Non ne abbiamo avuto il tempo, eravamo venuti a Torino per vedere la partita, non per fare a botte... Noi eravamo fuori, per fumare una sigaretta. Ci sono arrivati addosso. Siamo saliti sul bus, poi sono arrivati gli altri che erano ancora nell’autogrill. Minuti, secondi, l’autista schivava quelli che erano di fronte al muso, uno, due, tre volte. Stava sorvegliando la chiusura delle portiere, ci siamo mossi. Ho sentito come se fossimo saliti su un dosso...». Il «dosso» era il corpo di Matteo Bagnaresi, morto immediatamente. Stritolato.
Scusa, ma vi eravate scambiati degli insulti, succede no? «Non ci crederà nessuno - dice Fabio, il capo del gruppo - ma, in quei minuti avevamo incrociato altri tifosi del Parma, e non era accaduto nulla. Qualche battuta amichevole. E stop». Invece? «Quelli ci sono piombati addosso. Avevamo i loro bus fermi davanti. Io non mi sono accorto che, allontanandoci, c’era stato l’investimento».
Un'anziana tifosa della Juventus era a bordo del pullman nell'area di servizio Crocette: «Mi sono spaventata molto, sono ancora terrorizzata, ho visto quei ragazzi che correvano contro la corriera. E meno male che a noi ci hanno lasciato stare. Eravamo già in partenza, non potevano mettersi davanti, ho visto che correvano. Ho visto un ragazzo con la bottiglia, era caduto nel correre o era inciampato, l'ha presa su e correva ancora dopo».
Chi era andato in bagno, tre ragazze e due ragazzi, non ha fatto in tempo a salire sul pullman. Si sono rifugiati in cucina. «Li hanno scortati dalla porta secondaria - raccontano - altrimenti rischiavano il linciaggio».
Di tutto questo, mazze, cinghie, urla, corse, di quella che sembra un´aggressione a freddo, i tifosi del Parma non confermano nulla.
Mentre sull´asfalto c´era il cadavere di Matteo Bagnaresi e un suo amico ultrà si sporcava i jeans nel sangue urlando e piangendo, è arrivato un altro pullman di tifosi juventini. Da Rapallo. Ignari di tutto. «Abbiamo rallentato un attimo - raccontano - ma siamo ripartiti subito perché volevano linciarci».
L'Uefa non entra nel merito della decisione della Federcalcio italiana sul rinvio di Juve-Parma, ma ribadisce la sua posizione. «Non credo che noi avremmo sospeso la partita - ha detto William Gaillard, portavoce della Uefa -. Se siamo a 50 km dallo stadio e un tifoso muore in un incidente stradale, tutti sono scossi. Ma gli incidenti stradali capitano tutti i giorni».
Altre testimonianze a proposito del rinvio della partita: «Qui ci sono persone che si fanno anche mille chilometri e non gli si può chiedere di buttare via ogni volta mille euro. Ovviamente bisogna rispettare il lutto: che si poteva fare con un minuto di silenzio, non rinviando la partita. Il guaio è che questa è la solita liturgia: si ferma tutto per dare un segnale. Ma questo non è proprio il segnale giusto».
«Se si gioca, spacchiamo tutto» avevano minacciato gli ultrà del Parma.


Matteo Bagnaresi si era appena laureato con una tesi su prevenzione e salubrità dell'aria. Era un ambientalista. Già segnalato dalla polizia in diverse manifestazioni. Nel 2005 era stata denunciato dopo un'invasione di campo proprio durante una partita contro la Juventus. Dopo tre anni lontano dagli stadi per una diffida, quello di ieri era il suo ritorno in curva.

 
 
 
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