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#Matteostaisereno

Post n°1422 pubblicato il 17 Febbraio 2014 da pasquino_indignato
 

E Civati lancia l'hashtag #Matteostaisereno

Il leader della minoranza Pd smentisce la defezione di 10 senatori: «Nessun complotto, ma problemi politici grandi come una casa»

Matteo Renzi l'aveva usato contro Letta.Un affondo via hashtag, #enricostaisereno, per rassicurare l'allora premier sul fatto che nessuno nel Pd avrebbe tramato per fare cadere l'esecutivo. Poi però si è visto come è andata. Ma chi di staiserenità colpisce, di staiserenità rischia di perire. E ora è proprio il sindaco di Firenze che viene richiamato alla (stai)serenità. In forma istituzionale dal presidente della Repubblica, che concludendo le consultazioni ha spiegato, senza citarlo, che è il momento di lasciare lasciare «spazio e serenità» a chi riceverà l'incarico per la formazione del nuovo governo. E in forma social da Pippo Civati, leader della minoranza del Pd che già durante la Direzione nazionale del partito aveva votato con uno sparuto drappello di delegati contro il passaggio di testimone a Palazzo Chigi. Il deputato brianzolo ha lanciato oggi l'hashtag #matteostaisereno per respingere le voci di un complotto ordito da lui e dai suoi seguaci ai danni del segretario.

«NESSUN COMPLOTTO, PROBLEMI SI'» - Tutto è nato dalla voce di una decina di senatori che, a causa dei mal di pancia interni al partito di maggioranza, sarebbero pronti a far venir meno il proprio voto durante la fiducia al governo Renzi, riducendo fortemente i margini di riuscita dell'operazione staffetta. Civati, che da tempi non sospetti chiede di voltare pagina sulle larghe intese e di riportare presto gli italiani alle urne, lo ha però spiegato nero su bianco dalle pagine del suo blog, Ciwati: «Non c'è nessun complotto, solo una serie di problemi politici grandi come una casa». Problemi che si sintetizzano nell'imprescindibile legame a doppio filo con il Nuovo centrodestra di Alfano. Civati contesta in partenza l'idea che non si possa andare subito al voto, anche senza una nuova legge elettorale, addirittura con quel che resta del Procellum, rimaneggiato dopo le bocciature della Consulta. «Molti - scrive il parlamentare - dicono che se si andasse a votare con questo sistema ci sarebbero sicuramente le larghe intese per cinque anni. Così noi, per evitarlo, rifacciamo le larghe intese per quattro senza nemmeno sentire gli elettori. Geniale». Il giudizio è durissimo: «Siamo l'unico Paese in cui sono i politici a scegliere gli elettori e non gli elettori a scegliere i politici».

IL NUOVO CENTROSINISTRA - Già sabato Civati aveva chiesto, inascoltato, che fosse smentita l'ipotesi di una trattativa segreta con Verdini per ipotizzare un nuovo gruppo di «responsabili» da mettere in campo nel caso di una defezione degli alfaniani. E da più parti gli erano arrivati inviti a lasciare il Pd e a dare vita ad una nuova formazione politica. Lui stesso aveva rilanciato l'ipotesi, a mo' di provocazione, sempre dalle colonne di Ciwati, parlando di un possibile Nuovo Centrosinistra da contrapporre all'Ncd di Alfano. Ma Vendola e i suoi lo avevano prese decisamente sul serio, lasciando capire di essere pronti a parlarne. Dal canto suo Civati resta ben saldo all'interno del Pd, a cui chiede di aderire alla proposta di mettere per iscritto, come hanno fatto in Germania, i punti del nuovo programma. «Siccome andremo avanti per quattro anni - sottolinea Civati -, possiamo perdere quattro giorni per definire meglio le cose».

Corriere della sera, 16 Febbraio 2014

L'ironia non manca ai nostri politici:
#Matteostaisereno
Chi di hashtag ferisce di hashtag perisce(?).

Pasquino, 17 Febbraio 2014


 

 
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