Creato da legrillonnoirdestael il 01/02/2014

IL GRILLO NERO

DI MADAME DE STAEL

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FAVOLE, EROTISMO, IRONIA...

 

FAVOLE, EROTISMO, IRONIA...

 

DIETRO IL NON DETTO, TELL ME YOUR FABLE...


 

DALL'OLIMPO DI MISTI FINO AI LABIRINTI DI ELEP, PASSANDO DA WOOD, RAV, DALLA PICCOLA ARGYRIA, DA ARWEN E DA NATODALLATEMPESTA ET CETERA...

                                                  

MOLTI DELLA COMBRICCOLA DI ENTUSIASTI

(LETTERALMENTE: COLORO CHE HANNO IN SE' LA DIVINITA')

NAVIGATORI DI PORTALI IMMAGINARI,

IN PIENA VOCAZIONE DI SCOMBINARE,

DA QUALCHE TEMPO HANNO DATO IL VIA AL

                                                 

                                                                      FABLE TIME!

 

SOVRANI IN CERCA DI NUOVE REGINE,

STREGHE NELL'OMBRA,

REGNANTI SENZA CORONA,

PRINCIPESSE SPODESTATE, OLTRAGGIATE, RISVEGLIATE...

FANTASMI NELLA NOTTE NERA,

SOGNI CHE NON SVANISCONO, 

ABBRACCI SENZA CUORE,

EROTISMI ACCENNATI, NASCOSTI, TRASFIGURATI O SPOGLIATI E SPUDORATAMENTE DICHIARATI,

IRONIE LIBERATORIE E NEBBIE FUORI DAL TEMPO,

EVOCAZIONI OLTRE LA MAGIA...E TUTTO QUELLO CHE LA MENTE VUOLE IMMAGINARE.

 


                                           TELL ME A FABLE THAT WILL NEVER END

 

 

 

C'ERA UNA VOLTA E SEMPRE CI SARA'...

 


 


 

 
 
 

L'ARTE DELLA PERSECUZIONE E LA PERSECUZIONE NELL'ARTE

 

Tutti sanno che l'Arte Paleocristiana nasce da un'esigenza di culto in un contesto di proibizionismo.

Si parla di un periodo artistico collocabile in un periodo in cui le comunità cristiane perseguitate nella loro fede e nella loro ideologia dall'Impero Romano, iniziarono a inventarsi nuovi codici, simboli, vere e proprie chiavi per nascondere attraverso metafore e allegorie il loro pensiero religioso.

 

                                    

 

                                   Sant'Apollinare nuovo-Cristo divide le pecore dai capretti

 

 

I cristiani attinsero al repertorio di un'arte, quella romana, prettamente rivolta alla cosa pubblica, per trasfigurarlo: concetti politici e civili furono rivisitati e rivestiti di religiosità sacrale e velata nelle decorazioni e nelle architetture.

La fenice, il pesce, l'agnello, il sole o il gallo diventano, così, le prime icone di misteri religiosi nati e concepiti come simboli pagani.

                        

                         

 

                          

 

Anche Basiliche e Catacombe si ispirarono all'arte preesistente. Eppure, tutta l'Arte Paleocristiana, pur usando gli stessi ingredienti, gli stessi simboli e segni architettonici già predisposti dall'Arte Romana, racconta tutta un'altra storia e la rivoluziona sovvertendone ogni più intimo significato.

Ed allora come la mettiamo con l'innovazione?

Qui non si trova nulla di nuovo, di fatto, sotto il sole; ma se ci si aspetta "roba vecchia" e staticità si è fuori strada.

Ogni elemento viene riadattato, infatti, alla luce delle esigenze dettate dalla nuova fede. Ed ogni elemento riadattato, pur mostrando un'apparenza non dissimile dal prototipo, diventa un portale di tutto un altro mondo (metaforicamente ma anche letteralmente).

Ed anche le minime diversità tangibili rintracciabili fra le due arti sono, peraltro, considerabili non solo dal più visibile aspetto materiale ma anche (e ancora di più) da quello allegorico.

Pensiamo alla più eclatante fra le differenze tra la basilica romana e quella paleocristiana. Non a caso si tratta dell'ingresso della basilica.

Nelll'architettura cristiana, infatti, viene spostato dal lato più lungo dell'edificio a quello opposto all'abside, proponendo così un tracciato che segue la direzione del sorgere del sole con un percorso che si snoda da ovest ad est.

Inoltre, ogni minimo particolare, dalla simbologia all'utilizzo pratico che la funzione delle Catacombe ci racconta, non fa che ricondurre al tema di una duplicità, di un doppio opposto e uguale.

Quel che è un animale simbolico di Cesare diventa sacralizzato e icona di Cristo, quel che è un'emblema architettonico diventa rifugio sotterraneo dalle persecuzioni oltre che inumazione dei defunti.

 

Uguale ma diverso. Ombra luce. Trasfigurazione. Portali, chiavi, codici di comunicazione che avvenivano tra il I e il VI secolo d.C. e che continuano ancora oggi.

Come le persecuzioni, di qualsiasi tipo.

Ma chi perseguita, in ogni modo, non ha mai studiato la storia.

E non solo non sa che non solo nulla si crea ma tutto si trasforma; ma non ha nemmeno idea di quanto e quale potere ci sia in una rivoluzione nascosta.

Quella nata dall'esigenza di celare, mistificare e stravolgere il preesistente per difendersi, per proteggere il proprio pensiero e poter riaffermare ogni giorno la propria identità.

 E tutto il resto sono sepolcri imbiancati.

 

                           

 

 
 
 

LEGGIAMO, LEGGETE...

Post n°39 pubblicato il 07 Gennaio 2017 da legrillonnoirdestael
 

 

 

 

                                                   

 

                                                                        

                                                     LEGGIAMO, LEGGETE...

 

                                                                         IO

 

                                                  -VI AUGURO DI LEGGERE-

 

                                   

 

PRIMA DI RICOMINCIARE CON UN NUOVO POST, ECCO UN ULTIMO AUGURIO.

 

E' PER TUTTI, CERTAMENTE; MA SOPRATTUTTO PER CHI OGNI GIORNO S'ACCOMPAGNA

ALLA BECERA IDIOZIA.

E LO VOGLIO FARE PROPRIO OGGI, THE DAY AFTER DELLE FESTE: SIA MAI CHE

QUALCUNO LO ASCOLTI E...

 

                                                       PREFERISCA LEGGERE

 

                      INVECE DI DIRE LE SOLITE E REITERATE STUPIDAGGINI.

 

        E TACENDO, CHISSA',

        POTREBBE PERSINO PASSARE PER "INTELLIGENTE".

 

 

 

          libri antichi accatastati

 

 

“SAPEVA LEGGERE. FU LA SCOPERTA PIU' IMPORTANTE DI TUTTA LA SUA VITA.      SAPEVA LEGGERE. POSSEDEVA L'ANTIDOTO CONTRO IL TERRIBILE VELENO                                                            DELLA VECCHIAIA.”                                                          

                                                                  (Luis Sepùlveda)

 

 

 

 

 

 
 
 

UNA COMBRICCOLA DI "DEI " PORTA AUGURI

Post n°38 pubblicato il 24 Dicembre 2016 da legrillonnoirdestael
 

 

 

 

Misteropagano ha decorato uno speciale albero per Libero, o quanto meno per la "combriccola di dèi" che, insieme a lei, hanno allestito il progetto.

 

L'idea e la grafica sono sue, Gli argomenti i nostri, cercati tra gli eventi simbolo dell'anno 2016.

Personalmente ho proposto come argomento clou, la firma del primo ministro africano per impedire l'infibulazione. E lei l'ha egregiamente ridisegnata così:

                       

 

 

"Un passo verso l'interezza: Non farsi mutilare non sarà peccato, nemmeno in Somalia. Marzo 2016: Nel Corno d'Africa il primo ministro firma una petizione per impedire l'infibulazione praticata già alle bambine nella prima infanzia anche per merito dell'impegno attivista di Ifrah Ahmed, vittima anch'essa ma soprattutto combattente. Una rivoluzione sociale che ora si muove affinché le mutilazioni genitali femminili possano non essere più viste come la condanna di un lacerante obbligo religioso, senza il quale non sono state concesse alternative all'infuori dell'emarginazione e delle ingiurie per queste future donne martoriate". 

 

E...per imbandire il blog di atmosfera natalizia, sinceramente, non trovo nulla di più meritevole di questo eclatante lavoro collettivo...

 

 

http://gold.libero.it/MISTEROPAGANO/13485711.html

 

 

Grazie a misteropagano e a tutti i partecipanti!

BUONE FESTE

 

 

 
 
 

CHI DISPREZZA?

 

CHI DISPREZZA COMPRA…O QUANTOMENO INVIDIA. QUASI SEMPRE.

DALLA ROMA DI LIVIO ALLA “ROMA” DEL WEB…

 

 

« È uso greco non coprire il corpo delle statue, mentre i Romani, in quanto soldati, aggiungono la corazza. »

(Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXIV, 18)

 

 

 Le vittorie romane in Sicilia sui Siracusani e la conquista della Grecia nel 146 a.C., con la conquista di Corinto e di Cartagine, costituiscono due fondamentali punti per l'evoluzione artistica dei Romani.

Fino a quest'epoca il contatto dei Romani con l'arte greca aveva avuto un carattere sporadico e mediato comunque e sempre dall'arte etrusca e italica. Tutto cambiò dal momento in cui le opere d'arte greche vennero portate come bottino a Roma.

Ci fu l’incontro: la superiorità indiscussa da un punto di vista militare dei Romani con la superiorità culturale dei Greci.

 

MA…CHI DISPREZZA COMPRA…O QUANTOMENO INVIDIA. QUASI SEMPRE.

La cultura ufficiale romana per un certo periodo, disprezzò pubblicamente l'arte dei vinti, incapace di riconoscere il valore degli avversari sconfitti sul terreno bellico; ma l’arte greca, lentamente, riuscì ad affascinare al punto le classi dirigenti da favorire una forma di fruizione basata sul collezionismo e sull'eclettismo. Tanto che, incredibile dictu!, i Romani si definirono, in seguito, i continuatori dell'arte ellenica, benché le differenze tra arte romana ed arte greca fossero sostanziali.

 

 

“LOGOS” VERSUS “RES”...

I Greci rappresentavano un logos immanente trasfigurando ogni battaglia, vittoria, episodio eroico di storia in una mitologia.

                                

 

I Romani rappresentavano la res.

L’attualità e la realtà di un fatto e l'attualità concreta di un avvenimento storico senza trasfigurazioni metafisiche ed eterne.

                 

 

L’astrazione squisitamente formale dell'arte greca permetteva trampolini verso un mito; ma l’arte romana permise lo sviluppo dell’arte del ritratto.

                  

 

Inoltre, se la produzione ellenica era rivolta puramente ad una fruizione estetica, la produzione romana era sempre indirizzata ad un fine pratico: sociale o politico.

Ed anche quando si trattava di artigianato lussuoso, la bellezza non era mai fine a se stessa. Aveva comunque un fine, un intento celebrativo per un committente o autocelebrativo per sfoggiare una ricchezza economica o un prestigio sociale che attestasse il potere.

 

                                                             

 

                      

 

 

COPIARE O PRENDERE SPUNTO E REINVENTARE…?

 

I modelli greci, dapprima disprezzati e poi amati e collezionati, furono infine studiati e ripresi per i fini celebrativi dei romani.

Anche se, spogliati della loro essenza astratta ed idealistica, persero il loro significato principale e la loro identità autentica. Nacque così l’impostazione neoclassica che colloca questa produzione romana in un contesto legato alla decadenza dell'ellenismo puro.

Ma il punto è: i modelli greci, perso un significato originario, ne acquistarono un altro? I romani depredarono o riproposero aggiungendo?

LA LIBERTA’, NELLA REINTERPRETAZIONE, E’ O NON E’ INNOVAZIONE?

La Nike alata che diviene un angelo, il filosofo che diventa apostolo cosa sono? Nuove identità o semplici distorsioni?

Un fenomeno tipicamente romano fu la produzione in quantità di massa di copie dell'arte greca, soprattutto quando crebbe a Roma una schiera di collezionisti appassionati di arte greca, per i quali ormai non bastavano più i bottini di guerra e gli originali.

La produzione di copie di statue greche dell’epoca romana hanno permesso la ricostruzione di correnti artistiche greche, ma hanno deformato idee e convinzioni, contribuendo a perpetuare convinzioni fuorvianti e snaturando l'arte greca della propria voce ed inoltre non hanno nemmeno prestato un buon servizio alla stessa Roma, alimentando l’opinione che l’arte romana fosse principalmente un’arte della copiatura.

E’ invero che tra i romani l’opera originale e la sua copia venissero abitualmente considerate come sostanzialmente equivalenti; ma non mancano modifiche arbitrarie e accomodamenti indiscriminati di opere greche, deliberatamente utilizzate solo per fini decorativi.

E l’eclettismo è un’altra cosa…

                           

 

 L’ECLETTISMO, ANCORA OGGI, MANDA IN CONFUSIONE…

Come è stato naturale che con l'afflusso a Roma di opere artistiche elleniche provenienti da epoche ed aree geografiche distanti si sia formato un gusto dell'accostamento di più stili diversi, magari anche senza una vera comprensione delle forme e dei significati, anche oggi è così…infatti l’ECLETTISMO non può che essere considerato da menti curiose e aperte, un’attenzione verso la rarità nell’eterogeneo.

Ma tra il dire e il fare ci passa lo stesso mare che divide l’eclettismo da un piuttosto indifferenziato e piatto tentativo di contraffare e imitare, prendendo tranci e pillole, squame e lische di qua e di là…nel tentativo di compiere una credibile zuppa. Ma la Ratatouille non è un piatto così semplice da preparare e non significa gettare a caso verdure stufate in pentola.

Per chi non è all’altezza, infatti, l’unico stufato che si produce non è un contorno, ma lo sguardo e l’atteggiamento scocciato di chi, annoiato, anche se sporadicamente e inavvertitamente, malauguratamente incappa nel leggervi.

E non tutti i “romani” del web e di Libero (concedetemi la sineddoche: romani, ma anche emiliani, liguri, torinesi, siciliani…) sono come i Romani della storia artistica dell’eclettismo, per i quali era naturale accostare opere d'arte in stili diversi assorbendo da più fonti e differenti iconografie tanto i diversi linguaggi quanto i diversi temi e forme.

Mentre per i primi, però, si parla di esempi di decadenza, per i secondi di uno splendente inizio di stagione artistica che diede loro modo di staccarsi dai modelli precedenti (quelli prima odiati, poi invidiati e alla fine copiati) per enucleare concetti nuovi…come con il rilievo storico: una narrazione immancabilmente di interesse pubblico, a carattere didascalico di eventi militari e civili.

 

                      

 

Un consiglio a tutti i “romani” nuovi: non inventate favole e non cimentatevi in Ratatouille se non siete in grado. Se proprio volete parlare di persone o cose che non conoscete e non vi competono, rimettetevi alle note didascaliche.

E, quantomeno, non ci rimetterete la faccia...

 

 
 
 
 
 

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