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DE ANDRE' E GUCCINI
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Il cuore mio non dorme mai Sa che di un altro adesso sei Tua madre va dicendo che A maggio un uomo sposerai Ma se in fondo al cuore tuo C'è un ragazzo sono io Ma chi l'ha detto ma perché Non devo più pensare a te Nessuno sa chi sono io Ma il primo bacio è stato mio Impazzisco senza te E ogno notte ti rivedo accanto a me Se bruciasse la città Da te da te da te io correrei Anche il fuoco vincerei per rivedere te Se bruciasse la città Lo so lo so tu cercheresti me Anche dopo il nostro addio l'amore sono io per te Il cuore mio non dorme mai per inventarti accanto a me Non brucia mai questa città C'è ancora un uomo insieme a te Ma se in fondo al cuore tuo C'è un ragazzo sono io Quel prato di periferia ti ha visto tante volte mia E' troppo tempo che non sa dov'è la mia felicità Impazzisco senza te E ogni notte ti rivedo accanto a me Se bruciasse la città Da teda te da te io correrei Anche il fuoco vincerei per rivedere te Se bruciasse la città lo so lo so tu chercheresti me Anche dopo il nostro addio l'amore sono io per te per te |
2 domande
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Pubblicato domenica 1 marzo 2009 in Germania
[ARD Tagesschau]
Come funziona la politica mediatica di Berlusconi
In una democrazia i media dovrebbe essere indipendenti dlala politica. In Italia non se ne parla neanche: la più importante emittente televisiva è controllata da Berlusconi in persona. E in caso di concorrenza sgradita, emana leggi ad hoc.
Immaginate che un giorno la cancelliera Angela Merkel si metta a raccontare in pubblico una barzelletta sui campi di concentramento. Senza esagerazioni nel giro di poche ore perderebbe il suo incarico. Il titolo di copertina dello “Spiegel”, telegiornali in edizione speciale e l’apertura in tutti i quotidiani sarebbero con certezza dedicati a lei.
In Italia la situazione è diversa. Lì il capo del governo in carica può raccontare una barzelletta sui campi di concentramento imitando addirittura l’accento tedesco senza che nessuno se ne interessi minimamente.
Solo una breve notizia
Questo è successo il 17 gennaio quando Silvio Berlusconi era ospite al Teatro di Nuoro in Sardegna. L’agenzia Ansa ha riportato alle ore 21.41 solo una breve notizia mentre i media italiani non ne hanno parlato affatto. Questo fatto è un buon esempio di come funziona il panorama mediatico italiano, cioè di come non funziona.
La causa principale è il capo del governo stesso, il quale nonostante le tante promesse, non ha mai risolto il suo conflitto d’interessi. Visto che Berlusconi controlla praticamente il 90% del mercato televisivo. I suoi tre canali Mediaset e la Rai, canale statale, ma ormai non più pubblico.
Oltre alla sua casa editrice Mondadori controlla una grossa fetta del mercato dei giornali e ha anche le mani in pasta in alcuni quotidiani. “Il Giornale”, ad esempio, un giornalaccio di orientamento di destra, appartiene a suo fratello. Il giorno dopo la morte della paziente in stato di coma vegetativo, Eluana Englaro, titolava: “L’hanno uccisa” e riferiva dei vani sforzi del capo del governo di salvarla.
Non un popolo di lettori
Logicamente il quotidiano difende sempre i comportamenti di Berlusconi, a prescindere da come questi possano apparire. Ci sono, a conti fatti, molti giornali di partito o vicini ad un partito ma anche alcuni quotidiani veramente indipendenti. Il “Corriere della Sera” di Milano è uno di questi, o anche “La Repubblica” di Roma.
Entrambi i giornali hanno tuttavia solo una tiratura di 600.000 copie ciascuno. Dato che gli italiani non sono un popolo di lettori di giornali. Gli abbonamenti ai quotidiani sono rarissimi. Il giornale si compra la mattina all’edicola. Ma ci si informa soprattutto attraverso la televisione.
Campagna mediatica spazza via il candidato della sinistra
Anche se i programmi sono a volte qualitativamente bassissimi la televisione in molte case è accesa dalla mattina alla sera. E poi anche l’ascolto della radio non è molto diffuso.
Così Berlusconi è riuscito, fra le altre cose, a sopraffare la Sardegna durante la campagna elettorale regionale con una campagna mediatica di una tale portata che il presidente della regione sino a quel momento in carica – il fondatore del colosso delle telecomunicazioni Tiscali e candidato della sinistra – durante l’elezione è stato letteralmente spazzato via da un candidato sconosciuto.
Imposte più onerose per la fastidiosa concorrenza
Il presidente del consiglio non ha remore ad utilizzare il suo potere politico e finanziario per il suo tornaconto personale. Quando la tv a pagamento Sky del concorrente Murdoch è diventata troppo fastidiosa – la multinazionale ha nel suo pacchetto anche un canale dedicato all’informazione del tutto rispettabile, seguito soprattutto dai giornalisti – alle tv commerciali è stata d’un tratto semplicemente raddoppiata l’Iva. Reclamare e’ inutile, la coalizione di governo di Berlusconi gode di un ampia maggioranza in entrambi i rami del Parlamento.
Anche i giornalisti o i presentatori scomodi vengono allontanati volentieri dalle trasmissioni o rimpiazzati. Quando durante un’intervista al capo del governo non piacciono le domande, lui si alza e se ne va. Preferibilmente si fa intervistare da giornalisti di corte come Bruno Vespa.
I posti in Rai alle signore di bell’aspetto?
Al momento Berlusconi sta lavorando per ostacolare la libertà di stampa anche attraverso una legge. Così in una prima bozza era stato previsto il carcere per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni telefoniche. Che questi accedano ai colloqui intercettati spesso attraverso ambienti della magistratura – in Italia pratica diffusa – non ha nessuna importanza.
Probabile motivo di questo provvedimento: una intercettazione diventata di dominio pubblico che riguardava lo stesso Berlusconi e nella quale lui cercava di sistemare alcune signore di scarsa professionalità, ma di bell’aspetto alla Rai, la televisione pubblica. Al Ministero delle Pari Opportunità non c’era più nessun posto, lì ci aveva già sistemato Mara Carfagna, una ex showgirl di uno dei suoi canali televisivi ed ex candidata all’elezione di Miss Italia.
[Articolo originale di Stefan Troendle]
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