MILIONI DI EURO

Per chi ha mai seguito le mie vicissitudini, saprà già da che parte sto quando si tratta di questi argomenti.

L'unica cosa che mi sento spassionatamente di ribadire in proposito è che ancora una volta i crucchi ci stanno dando la pista.
Già perché nel post non si specifica qual'è il ritorno economico che il business del sesso (legalizzato e regolamentato) genera per le casse dello stato.

Qui da noi invece, indietro tutta ora e sempre, con leggi, lacci e cavilli, frutto per lo più di una mentalità bigotta, benpensante e falsamente puritana, per cui le cose si fanno ma non si dicono: numerose testimonianze documentate anche in TV in questi giorni hanno dimostrato che gli itajiani non hanno mai smesso di andare a puttane, solo che ci vogliono andare ma non le vogliono sotto casa, il solito italianissimo discorso del "tutto va bene, ma non nel giardino di casa mia". Con l'aggravante aggiunta che il giro d'affari (stimato di svariati miliardi di euro l'anno) non finisce per rimpinguare le casse dello stato, ma solo ad ingrassare le tasche di trafficanti e professioniste del sesso.
Poco male per le seconde, anche se così risultano tutte evasori fiscali con buona pace di chi invece le tasse le paga, ma lo scempio è che grazie ai primi non si fa che alimentare l'illegalità ed i traffici... ma si sa che nella culla della cattolicità bisogna colpire i peccatori puttanieri o le novelle maddalene piuttosto che perseguire trafficanti e sfruttatori...

Vogliamo poi parlare del fatto che di libere professioniste del sesso ce ne sono tante anche qui da noi e che sono anzi la maggioranza di quelle che esercitano sul territorio nazionale?
Certo, tutte le storie strappalacrime sulle schiave del sesso sono vere, ma non rappresentano che una goccia nel mare della realtà della prostituzione in Italia, come affermano, dati alla mano, le varie "associazioni di categoria", con buona pace dei vari Carfagna, don Ciotti & Co., i cui appelli cadono spesso su orecchie sorde perché la maggior parte delle ragazze sono qui come libere professioniste.

Non solo, vogliamo parlare del fatto che in realtà i bordelli ci sono ancora, nonostante siano - questi - fuorilegge secondo la normativa vigente (e mai abrogata) frutto di quello scempio voluto dalla "illuminata" senatrice Merlin?
E il bello è che la patria dei bordelli è proprio il ricco Nordest, regno incontrastato dei sindaci sceriffi leghisti e tanto cari al ministro (rompi)Maroni.

Solo per fare un esempio significativo, avete presente quel tronfio nazista di Gentilini, che tanto si vanta in TV che nel suo feudo trevigiano non ci sono "vu'cumprà, culattoni e puttane" - tutta gente che a norma di legge esercita un suo diritto oggettivo - quando poi è stato accertato che nella sola Treviso operano VENTICINQUE BORDELLI vecchio stile, con tanto di tariffario delle prestazioni, più che in tutto il resto del triveneto e - si dice - più che nella stessa Amburgo, città che - in quanto porto di mare - è famigerata per i suoi quartieri a luci rosse.

Quartieri però che generano svariati milioni di euro di introiti fiscali per il comune tedesco.

Meditate gente, e per una volta ragionate a mente fredda e senza i veli del perbenismo ideologico.
Il fenomeno esiste, è sempre esistito e non c'è niente al mondo che lo possa eliminare.
Perfino nella Russia di Stalin, dove la prostituzione era un crimine contro lo Stato e per questo punito con la deportazione in Siberia, sono mai riusciti ad eradicarlo.
Anzi, come ben sappiamo oggi, buona parte delle migliori professioniste arrivano - guarda un po' - proprio dal Grande Freddo e solo questo dovrebbe far riflettere.