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Bret Easton Ellis

Post n°488 pubblicato il 27 Giugno 2020 da boezio62
 

 

"White"

 

White è anche un libro ferocemente avverso ai millennial, a cui probabilmente non piacerà. Contro il suo fidanzato millennial e i di lui amici, che descrive come portatori di una pericolosa forma di superiorità morale. Contro il fenomeno tipicamente millennial dell’avvelenamento dei pozzi dell’arte con l’ideologia (“tipicamente millennial” in America ovviamente, visto che in Italia è il nostro pane dal Dopoguerra almeno). E contro la propensione millennial alla «reazione esagerata», alla «passivo-aggressività positiva», quella «millennials oversensivity», la chiama lui, determinata da un’infanzia iper-protetta. «Il fatto che qualcuno possa interpretare una battuta o delle immagini (un dipinto o persino un tweet) come sessista o razzista (al di là del fatto che lo sia) e quindi offensivo e intollerabile – con la conseguenza che nessun altro dovrebbe ascoltare, vedere o tollerare quella cosa – è una nuova forma di mania, di psicosi che la nostra cultura sta coccolando», scrive.

Purtroppo per me (o dovrei dire: per noi) White è un libro che induce nostalgia e passatismo, sentimenti che ci eravamo imposti di non provare fino a questo momento, ma a cui sembra sempre più difficile resistere. Non siamo più giovani e, probabilmente, senza essercene accorti, siamo già approdati alla fase dei bei vecchi tempi, quando le opere d’arte erano ambigue – ti ricordi? – o quando una frase, un pensiero, un’opinione non dovevano passare il vaglio dell’autocensura; i bei vecchi tempi del dico quello che penso pubblicamente, piuttosto che scriverlo nel gruppo Whatsapp di chi la pensa come me per paura di “posizionarmi” male; quel passato sempre più idealizzato in cui i mitomani del like non ti scorrevano davanti agli occhi tutti i giorni. Probabilmente come i vecchi di tutte le generazioni stiamo rimpiangendo i tempi in cui anche noi siamo stati giovani e leggevamo i romanzi di Bret Easton Ellis. Ma, ditemi, scrittori come lui – dirompenti stilisti, interpreti così brillanti del proprio tempo, sperimentali ma capaci di farsi leggere anche da chi non legge e che pensano contropelo – oggi se ne vedono?

 

 

 

 

 

 

 

 

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Commenti al Post:
several1
several1 il 29/06/20 alle 09:56 via WEB
Non ho mai letto niente di Bret Easton Ellis... però io dico sempre quello che penso...
 
 
boezio62
boezio62 il 29/06/20 alle 17:13 via WEB
Io penso sempre a quello che dico,perche' quando l'avro' detto non potro' tornare indietro se mi accorgessi di aver detto qualcosa che non esprimeva esattamente il mio pensiero.Qui dentro poi ;-) Questo è il regno della parola scritta,che si presta all'allusione,alla metafora,alla strizzatina d'occhio,all'ambiguita' su cui si puo' puo' contare in una "seconda fase"se si urta qualcuno...(vabbe' che c'è rimasta poca gente,qui dentro...ma ci sono ancora letture interessanti,a volte emozionanti).
 
   
several1
several1 il 30/06/20 alle 07:50 via WEB
Bo, sebbene non tutto quello che esce da noi sia sempre correttissimo, esiste una piccola parola in grado di porre riparo ai nostri sbagli ed è "scusa" ... se però quel che viene asserito è conforme al nostro pensiero, non serve conformarci per forza al pensiero di altri... le ambiguitá non piacciono nemmeno a me e le strizzatine d'occhi mi fanno pensare ad un tic (poco importa se è rimasta poca gente)
 
     
boezio62
boezio62 il 30/06/20 alle 19:29 via WEB
Sai cosa penso? Anche l'autocensura è una forma di "scusa" .Il maggior vantaggio di questi mezzi tecnologici è anche il suo limite piu' forte,la mancanza di toni ed espressivita'oltre che dei volti che li esprimono e del tempo che ci passa sopra.Si ,non è importante se son rimasti pochi qui dentro,noi tutti eravamo diversi 10 anni fa,come dice Gassman nel "Sorpasso" "L'eta' piu' bella è quella che uno c'ha!" Quindi viva il 30 Giugno 2020 :D
 
Fanny_Wilmot
Fanny_Wilmot il 30/06/20 alle 20:26 via WEB
" Anche l'autocensura è una forma di "scusa", in parte lo è, e io ne faccio largo uso soprattutto quando sento che il confronto con l'interlocutore si risolverà in una gara dialettica fine a se stessa, magari con l'intento di offendere. Poi è vero, siamo vecchi abbastanza da rimpiangere alcune parentesi temporali che ci sono appartenute, tuttavia credo che questo sia un processo naturale e dunque, almeno in parte, non deprecabile :)
 
 
boezio62
boezio62 il 01/07/20 alle 19:10 via WEB
Questo è un aspetto che apprezzo molto e chiedo venia non riesco sempre ad esercitare,sopratutto in certe discussioni sul tuo blog...troppa foga di voler prevalere,l'incapacita' di accettare opinioni diverse perche' fortemente convinti delle proprie...a volte qualche omissione,qualche silenzio,l'essere sinceri ma omettendo qualche fastidiosa verita' sara' un po' ipocrita...ma salva tante relazioni.
 
   
Fanny_Wilmot
Fanny_Wilmot il 01/07/20 alle 20:09 via WEB
Ma tu sei sempre molto corretto, Boezio; ci sta anche la polemica, purché i toni siano rispettosi dell'altro :)
 
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