Creato da boezio62 il 05/12/2009

Esercizi di memoria

Ricordi accidentali

 

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Fanny_Wilmot
Fanny_Wilmot il 25/03/24 alle 20:10 via WEB
"impiegati dell'Arte", mi permetto solo di correggere quella maiuscola, se sono impiegati non hanno nulla da condividere con l'Arte. Ci sono anche i sottoprodotti degli impiegati dell'arte, ovvero i talenti dei talent...che follia definire "artisti" giovani di belle speranze che hanno poco o nulla da dare. C'è un certo Luca Jurman che sta provando a far crollare il castello di menzogne che ogni anno Maria De Filippi e associati costruiscono intorno ad "Amici". E lo sta facendo così bene che lo stanno perseguendo penalmente. Mai toccare la mediocrità in Italia, soprattutto se ha firme illustri.
 
boezio62
boezio62 il 25/03/24 alle 17:30 via WEB
Concordo certamente che l'Artista (o almeno quel concetto che è sempre stato degli artisti veri nell'era moderna ma anche nel passato) non è mai un individuo dai tratti rassicuranti,dalla vita conforme,regolata dalla consuetudine sociale,che segue le regole della morale dominante in quel tempo e in quel luogo preciso.L'Artista è sempre un Alieno che si tratti di un Ligabue di Luzzara o di un David Bowie di Londra.L adifferenza la fa (per il pubblico) la capacita' di conciliare sensibilita' e una vita sociale piena o addirittura alla "ribalta".Oggi piu' che artisti abbiamo centinaia di performer omologati,di studenti preparatissimi nelle tecniche di costruzione di un libro...ma non trasmettono NULLA DI DIVERSO dalla cultura dominante...e allora per me,sono degli "impiegati dell'Arte". Le separazioni...impossibile generalizzare,ognuno ha avuto le proprie esperienze e...in eta'0 matura mi è accaduto un episodio del genere...mai avrei pensato che mi sarebbe capitato....eppure accadde.
 
Fanny_Wilmot
Fanny_Wilmot il 23/03/24 alle 16:20 via WEB
"La letteratura è il prodotto di una mente disturbata"; giusto, ma solo quella alta e vera. Lo stesso dicasi per la musica, la pittura, la danza ecc. Aggiungerei che certa letteratura, ovvero quella a cui si allude, è per menti disturbate. E in quel disturbate non leggo un'offesa, tutt'altro :) Quanto a quel " perché eravamo fatti l’uno per l’altra eppure ci stavamo separando", non so perché ma mi sono venuti in mente certi paradossi di Woody Allen. Però, a livello personale, non so che dire, io mi sono sempre separata perché l'altro non faceva per me. Piuttosto comune come cosa, o no?
 
boezio62
boezio62 il 21/03/24 alle 14:46 via WEB
Ecco,questo non lo sapevo.Hai qualche titolo da passarmi?
 
cassetta2
cassetta2 il 18/03/24 alle 20:58 via WEB
È stato adattato in un paio di film
 
boezio62
boezio62 il 18/03/24 alle 16:48 via WEB
Sono cose diverse e certo le "relazioni umane" sono un fatto "attivo" e "conflittuale",mutevole.Il libro è qualcosa di fisso e l'elaborazione interiore non è dialogica...io la consolazione,il conforto,non sostitutivo ma "palliativo" del vivere rapporti umani lo trovo emozionalmente solo nella musica.
 
Fanny_Wilmot
Fanny_Wilmot il 13/03/24 alle 17:37 via WEB
Sono d'accordo, purché lo si abbia quell'amico. In sua vece un libro amato, rivelatore di qualcosa che è oltre te e tuttavia dentro te, è di una bellezza che strazia il cuore. Passami quel "strazia", oggi sono in vena di poesia a buon mercato :)
 
boezio62
boezio62 il 13/03/24 alle 14:36 via WEB
Uau...nientemeno? Io penso che,dopo tante letture filosofiche,spiritualiste,ora abbandonate.invece restai folgorato da una frase in un film di Ermanno Olmi,centochiodi,per cui fu duramente attaccato da lettori,editori,organizzatori di festival cultural-lettearari: "Un caffè con un amico vale più di qualsiasi libro...” ;-)
 
Fanny_Wilmot
Fanny_Wilmot il 08/03/24 alle 20:11 via WEB
Il mio amatissimo Proust, che alla fine riuscì ad arrivare a capo di tutto; oddio, io penso di non essere così lontana dalla verità ultima, ma il dubbio resta...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
boezio62 il 02/03/24 alle 00:11 via WEB
Dalla "ricerca del tempo perduto" al "tempo perduto per la ricerca"...;)))
 
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