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Come i Duellanti

Post n°431 pubblicato il 05 Marzo 2017 da boezio62
 

 

 

 

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Una sfida immotivata,un avversario che non desiste mai,per solo punto d'onore.Due ufficiali dello stesso esercito ma cosi' distanti per estrazione sociale e personalita'.

 

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A cavallo.Di spada.Di sciabola.

 

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E infine con l'avvento della Restaurazione e l 'arrivo del nuovo secolo,la fine del duello cavalleresco con il ritorno della borghesia al potere. 

 

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L'uno in una vita piena e borghese ,l'altro nella sua ottusa coerenza avversa. 

 

 

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Come l'ombra che fa risaltare la luce,essa è in qualche modo necessaria, perché lo sforzo di una lunga lotta finisce per cambiare al punto le persone che esse non sarebbero più le stesse se la lotta stessa non fosse mai avvenuta.

 

 

Dice D'Hubert di Feraud: "E' straordinario come quell'uomo, in un modo o nell'altro, sia riuscito a legarsi ai miei sentimenti più profondi"

Ombra e Luce dentro di noi.In ognuno di noi.Una lotta eterna perche' l'uno e l'altro ci formano.Nell'onore e nell'amore.

 

Joseph Conrad,I Duellanti.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Rispondi al commento:
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 21/03/17 alle 18:32 via WEB
Verso i 40 anni, dopo decenni di arti marziali giapponesi a mani nude, ho intrapreso il Kendo: si traduce in “la via della spada”. Oggi il Kendo è sempre più una rappresentazione virtuale del Kenjutsu: l’arte della spada in combattimento. Alla lama metallica si sono sostituite quattro stecche di bambù e i bersagli validi sono concentrati in 4 punti ristretti del corpo, oltretutto protetti da idonee armature: questo rende molto virtuale il duello, abbassa certamente il tasso di adrenalina. Eppure c’è quel senso di confronto che il duello di spada contiene, la tecnica per quanto importante è un riflesso acquisito, non si ha il tempo di meditare la mossa, è necessario comprendere l’avversario e sentirne l’essenza. Questo paradossalmente ti porta a conoscerlo e comprenderlo, perché quello che si offre è il lato più nascosto ed intimo dell’anima con i suoi slanci eroici ed assieme con le sue paure. Una conoscenza che non avviene tramite parole ma tramite emozioni percepite, dove sono i segnali del corpo e la visione degli occhi negli occhi a rendere profondissima la comunicazione con l’altro.
Oggi ho cambiato spade, nel desiderio di comprendere l’uso di quest’arma nel tempo e nei luoghi studio la spada storica europea, con i ricchi manuali pieni di consigli dei grandi maestri, tra i migliori dei quali certamente i bolognesi, oltre la teoria però tutto alla fine si basa sul confronto con altri esseri umani, dove l’incrocio delle lame resta il momento fondamentale di verifica. Nel duello di spada emergono soprattutto i tuoi demoni, si palesano in modo che tu possa dargli un nome e iniziare un cammino di miglioramento, cosa che da solo non potresti fare. Per questo il legame che si crea con l’altro porta a cambiare la percezione di chi sta di fronte da opponente a persona nota, fino a suggellare un’amicizia che si fonda sulla conoscenza dei reciproci colori, ma soprattutto delle ombre altrimenti difficili da confessare. In questo modo uno strumento di morte e sofferenza può diventare un vettore di miglioramento individuale e sociale.
Forse per questo, da sempre, esiste spontaneo il desiderio del saluto, così tra i duellanti come tra gli amici: Buona Primavera :)
 
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