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« Come dirsi 'umani'.La lingua delle gru e qu... »

La lingua confusa delle gru.

Post n°1784 pubblicato il 09 Ottobre 2021 da fedechiara
 

La lingua confusa delle gru.
E' in atto un tentativo gigantesco e parecchio conflittuale di decifrare la 'lingua delle gru' anche sulla annosa questione dell'umano migrare.
Che un giornalista nostrano, in suo bell'articolo di qualche anno fa, paragonava al migrare degli uccelli - per convincere tutti i contrari con l'accattivante paragone filo Lipu che il migrare ci mette le ali ai piedi e apre aerei orizzonti al cervello e ci ritroviamo poi tutti, pur se di specie diverse, negli stagni comuni a starnazzare/schiamazzare felici, nutrendoci degl'incauti pesciolini e degli insetti che ci nuotano tra le zampe.
Va da sé che il paragone ha i suoi grossi limiti e fa sorridere – e di mezzo ci sono da considerare le economie in declino e i diritti e lo scarso welfare da condividere nei luoghi di arrivo che 'prima gli italiani (o i danesi, gli olandesi e gli inglesi) e lo stravolgersi inevitabile del quadro sociale e la miseria diffusa delle periferie urbane già brutte a vedersi e udirsi di loro – e mi sa che, se nei mitici stagni comuni di cui all'esempio della Lipu di cui sopra ci metti insieme pellicani e gru e gabbiani reali non ne esce quella serena e idillica convivenza che voleva dimostrarci l'autore dell'articolo.
La lingua delle gru è cosa davvero difficile da intendere e i black lives matter (e, ieri, le pantere nere e i black muslisms) sono pronti a dimostrarci – a suon di manifestazioni a volte violente - che ogni bianco è maledettamente bianco dentro e non si tinge neanche dopo il centesimo caffè giornaliero marca arabica che gli si propini a garganella tenendogli ferme le mani.
Ma gli accademici svedesi del Nobel ci provano – con il Nobel della letteratura assegnato a Gurnah: professore a Canterbury, ex rifugiato tanzaniano – a ribadire che le migrazioni sono una ricchezza, come afferma il bravo professore nei suoi libri. Sarà.
Ma nello stesso giorno del suo premio – che supponiamo ben meritato e ci proponiamo di leggere un suo libro rieditato all'occasione – stampa e televisioni ci danno conto dei muri e del filo spinato che si continua ad erigere alle frontiere est dell'Europa, buona ultima quella tra Lituania e Bielorussia; e pare che Frontex, il progetto europeo di vigilanza del confine marittimo, sarà potenziato ed armato ai fini di una più severa contenzione dei grandissimi numeri di umani stormi trasvolanti ed arrembanti (e la cosa non piace affatto alle o.n.g. navette del mare).
E non si capisce, tutto ciò considerato, quale ricchezza ne venga, all'Europa, da quell'assalto quotidiano di migliaia e migliaia di aspiranti rifugiati che respingiamo e a cui è rifiutato l'ambito status perché, invece, 'clandestini'.
Attendiamo con ansia che un futuro, volonteroso traduttore ci traduca la lingua segreta delle gru, insieme ai libri del professor Gurnah, e ci chiarisca se è una lingua a radice indoeuropea o se invece, una variante ancora sconosciuta della 'lineare b' di ostica decifrazione.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante trampoliere, attività all'aperto e testo

 
 
 
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