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Allonsanfan.

Post n°2750 pubblicato il 28 Agosto 2023 da fedechiara
 

Popoli, rivoluzioni e vasi comunicanti.

Ogni rivoluzione della Storia dell'uomo si è appoggiata all'idea di popolo.
Il problema è la quantità. Quanta parte di popolo ha fatto le rivoluzioni, tutte le rivoluzioni, quelle dei contadini del Contado medioevale dell'immenso latifondo degli aristocratici – subito schiacciate dagli zoccoli dei grossi cavalli da guerra dei Signori e passati i ribelli 'a fil di spada' – e quella che ha conquistato la mitica Bastiglia e liberato i prigionieri, ma resta il dubbio su cosa sarebbe successo se il re di Francia avesse osato di più e avesse radunato per tempo le truppe e ordinato di sparare sulla folla senza troppe remore.
Forse discetteremmo ancora di monarchie, più o meno costituzionali, chissà, e nessuna coccarda tricolore sui petti.
Ogni rivoluzione di popolo compiuta è il portato dei sogni ingenui di un pugno di rivoluzionari con l'appoggio di poche migliaia di depressi (che non hanno da perdere che le loro catene). E un grosso pizzico di fortuna dazu e gli errori marchiani dei principi e dei re che si sono fatti scrupoli di 'sparare sulla folla'.
E sul terreno sanguinoso delle rivoluzioni si è mischiato, da noi, il sangue degli illusi cospiratori mazziniani che andavano a sud a risvegliare i contadini terroni e dire loro che il tempo era venuto di rivendicare i diritti sindacali di minima, ma ad ucciderli sulla spiaggia vennero proprio i cafoni della loro illusione rivoluzionaria – che, di rincalzo, avevano avvisato la truppa dei Borboni dell'arrivo dei martiri (...eran trecento, erano giovani e forti e sono morti).
'Allonsanfan' (il film dei fratelli Taviani) vi documenterà piuttosto bene al proposito.
Però ci siamo. Il popolo ha vinto definitivamente le monarchie (le poche che rimangono nei palazzi aviti delle antiche dinastie sono evanescenze di quelle dei secoli trascorsi, buone per il gossip dei tabloid popolari) ed ha fondato le repubbliche costituzionali ed approvato a larga maggioranza le democrazie, pagando prezzi di sangue piuttosto elevati, ed oggi discettiamo, satolli di 'potere al popolo' e di 'popolo sovrano' (ma solo alle urne) se sia preferibile una efficiente 'autocrazia' russa o cinese (più o meno democraticamente eletta) o la mitica democrazia americana - contestata piuttosto spesso, negli ultimi anni, dai candidati trombati (Al Gore, Donald Trump) e in odore di brogli e di pesanti condizionamenti delle 'lobbies'.
Che è ciò che resta del concetto più ampio di popolo, ma con l'incanaglimento post moderno che vediamo svolgersi sotto i nostri occhi ad ogni nuova campagna elettorale: dei candidati più ricchi che fanno incetta di 'donazioni' e di 'contributi' decisivi al vincente stimato nei sondaggi.
E c'è chi vagheggia, a tutt'oggi, di post moderne rivoluzioni che spazzino via gli imbelli e gli 'incollati alle cadreghe' di ogni risma, ma l'impressione è che il ciclo storico del mitico popolo ottocentesco si sia concluso e solo nuove e spaventose catastrofi epocali saranno in grado di far tornare sulla scena il popolo e le sue storiche rivoluzioni e barricate. Chi vivrà vedrà.
E il dubbio è che non saranno più appannaggio delle 'sinistre' politiche perse nei loro vagheggiamenti di accoglienze universali e storici travasi tra vasi comunicanti continentali.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 11 persone, spada, ascia e pala

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