Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi di Aprile 2019
CACHI, 25 marzo 2019 – L'infinito viaggiare. E dell'infinito viaggiare è epitome questo dilatarsi dei paesaggi chiusi in lontananza dalla catena delle cime pre andine dove si sfilacciano le nubi fermate dalle Ande. E la strada vuota, la mitica ruta nacional 40 resa famosa dal giovane Guevara nel suo viaggio iniziatico in motocicletta e dagli epigoni che ne seguirono le orme, è spina dorsale di questo paese che si estende fino al finis terrae della fredda Patagonia ma fa tesoro, a metà del tragitto, del suo clima sub equatoriale e a Mendoza mostra il trionfo dei vigneti che danno un vino-idromele che ben si accompagna alla carne squisita e tenera come un burro. Ed è vero che 'lascia senza parole' questo susseguirsi di immagini coloratissime del nostro viaggiare e ci incanta tanto quanto ci hanno incantato le nostre Alpi, ma con l'aggiunta di una estensione terrestre che la placca africana-europea nel suo insorgere non raffigura infinita al pari della placca continentale del Pacifico. E il villaggio di Cachi è silente e vuoto di persone e attraversato dal vento, come nelle colonne sonore dei film 'western' girati al confine con il Messico, e l'architettura coloniale della dominazione ispanica viene ripresa dall'architetto che ha costruito il bell'albergo a cinque stelle dove alloggio e, sapientemente, mescola e compendia in un'unico luogo gli elementi caratteristici della scarsa vegetazione degli altopiani pre andini con risultati eccellenti. E un buon albergo è parte del piacere del viaggiare e, a sera, negli occhi stanchi delle lunghe miglia percorse, si configura come quella poetica siepe che 'di tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude'. L'infinito viaggiare del sogno del poeta recluso nella sua Recanati. |
Di storie vere, metafore e sogni. - 27 aprile 2017 R. Kapuscinsky, in un suo libro, racconta di un villaggio africano dove il vento solleva vortici di polvere e il caldo intenso chiude le persone nel chiuso delle capanne, ma, come un'apparizione, giunge una jeep dal deserto accompagnata da un camioncino e un regista conosciuto dagli abitanti allestisce in velocità coi suoi aiutanti un improvvisato set, parte una musica e, miracolo! ecco gli abitanti del piccolo villaggio uscire a gruppi dalle capanne - e prendono a danzare al suono di quella musica come se un misterioso copione fosse stato distribuito in anticipo. Possiamo partire da questo episodio e farne una metafora di tutto quanto accade da noi, in quei villaggi strani e campi profughi improvvisati sotto l'urto di una immigrazione massiccia e in crescita esponenziale che sono le nostre caserme requisite allo scopo e gli hotels vuoti requisiti dal ministero degli interni - e ne seguono le proteste degli abitanti e dei sindaci contro i prefetti che fanno il lavoro comandato loro dalle cattive politiche degli s-governi dai quali dipendono e ne sono la maledetta longa manus. E dovremmo narrare - in parallelo alle polemiche sugli incessanti arrivi e sbarchi dai gommoni e i traghetti delle o.n.g. dai finanziamenti opachi che li prelevano a poche miglia nautiche dai porti di partenza - di come vivono quei neri dentro quelle strutture di una assistenza misericordiosa che ci hanno imposto col grimaldello della pietà e di una 'legge del mare' nata per gli occasionali naufragi e applicata invece, impropriamente, alle migrazioni bibliche dei migranti economici, alias clandestini dei naufragi organizzati, che pagano cifre altissime ai trafficanti di uomini e donne e bambini. E avremmo bisogno di un regista che apparisse all'improvviso in queste nostre città e villaggi globali della mendicità oscena e povertà e microcriminalità diffusa che ci suonasse un'altra musica e improvvisasse il flash mob del cambiamento e di una vera accoglienza dove quei neri per caso degli sbarchi organizzati e profumatamente pagati e che generano il miserabile business dell'accoglienza italica e delle pelose o.n.g globali trovassero, invece, un lavoro onestamente pagato e una casa in affitto come facciamo tutti noi indigeni - ma qui siamo in un'altra storia e film di una altra epoca futura di cui non siamo sicuri che i titoli di testa preciseranno che è tratta da una 'storia vera'. |
Converrete con me che molta parte della cosiddetta politica si riduce a narrazioni contrapposte che poco o nulla hanno a che vedere con lo svolgimento dei fatti di cui narrano. Così è, ancora una volta, con la narrazione 'costituzionale' del presidente Mattarella che ha dato via libera alla nuova legge sulla difesa personale, ma accompagnata dalle accorte chiose di mano del suo staff di ghost writers 'costituzionali' - interpretate da ciascuno degli attori politici di destra, sinistra, centro, secondo il suo sentire e tornaconto politico. E che succede in quel frangente drammatico delle nostre e altrui vite in cui non si sa chi sopravviverà, se tu, spaventatissima vittima di una effrazione o il ladro/i, che, di solito è/sono più agile/i e giovane/i e determinato/i a compiere la sua/loro mala azione e a sbarazzarsi sbrigativamente del malcapitato che prova ad opporsi manu militari? Secondo la narrazione 'costituzionale' del presidente Mattarella e dei suoi 'ghost writers' - e dei giudici di tutta Italia che si serviranno delle sue acutissime chiose tese a ridurre l'impatto della nuova legge – interverrà, deve intervenire lo Stato, 'che non deve abdicare alla sua funzione primaria di difendere i cittadini'. E' ben giusto e condivisibile, che diamine! Ma, nel momento dell'effrazione e mentre tu, spaventatissimo e tremante, impugni il bastone o il coltello o la pistola, seppure ti è riuscito di dare l'allarme al 112/3 e aspetti il loro intervento trepidante, e ti auguri di sentire la sirena della volante fuori casa e i ladri in fuga, lo Stato è una astrazione e una assenza e quando il/i ladro/i ti sono di fronte non ti viene naturale di chiedere loro urbanamente: 'Scusi/ate, che intenzione avete?', al fine poter dosare e modulare il colpo sui denti che sferrerai sul primo che ti capita a tiro per non fargli troppo male, e così incorrere nell'imputazione di 'eccesso colposo di legittima difesa'. Però è esattamente questo che viene riportato in alcune sorprendenti sentenze che hanno condannato per 'eccesso colposo di legittima difesa' le vittime di effrazioni e furti che hanno reagito e l'hanno scampata grazie alla loro reazione. E, per soprappiù di infamia, sono stati condannati a rifondere migliaia di euro al ladro ferito o ai parenti, se c'è scappato il morto. Le narrazioni politiche e 'costituzionali' dovrebbero più spesso stare accosto alle cronache e nutrirsi delle testimonianze delle vittime, piuttosto che ammannirci i loro pelosi e ridicoli distinguo che, spesso, si confrontano con le drammatiche narrazioni di gente ferita nel corpo e nella mente a causa di quelle effrazioni e per l'operare impunito di bande di feroci malfattori che la fanno franca, in barba allo Stato che 'non deve abdicare alle sue funzioni'. Già.
LASTAMPA.IT Roma, il minorenne di origini albanesi lasciato davanti all’ospedale dopo il tentato furto
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Chissà che se ne fa la chiesa di tutti quei suoi santi e beati – una quantità di gente di cui sappiamo poco o nulla perché 'Le Vite dei Santi' è libro pochissimo letto fuori dai conventi e dai convitti per aspiranti seminaristi e boy scout e focolarini. Però la chiesa trionfante ci sa fare nel darsi visibilità e attirare centinaia di migliaia di persone in piazza per la festa del suo centomillesimo santo a coppie di due o di intere comunità di martiri, come è accaduto in Spagna - e un codazzo di diplomatici e capi di stato sono ben felici di farsi un viaggio e un week end a Roma, col lustro che sempre si cava in patria dal dirsi e mostrarsi cattolici o, quantomeno, compresi dell'importanza della Fede e della Dottrina di Santa Romana Ecclesia. Mancano notizie su quanto avviene nelle comunità induiste o buddiste e maomettane - fatto salvo il 'ramadan' dei nostri immigrati e la notizia di qualche decina di morti in Arabia Saudita, di quando in quando, per la ressa dei pellegrini intorno alla 'Ka'ba', la pietra santa dell'Islam caduta dal Cielo per troppo peso, come si dice degli angeli. E ancora non mi è chiaro dove si stipano e si stiperanno tutte quelle centinaia di migliaia di santi e beati e i milioni di credenti accreditati di futuro paradiso se si eccettua la mitica valle di Giosafatte, luogo deputato del Giudizio Universale - che suppongo sarà sbrigativo e sommario e poco gradito agli avvocati della difesa di berlusconi silvio, ai quali sarà sbrigativamente negato ogni patrocinio legale ultimo e, di certo, tutte le prescrizioni e gli appelli alla Corte Europea. E ancora mi risuona nella mente quella frase arguta di G. G. Marquez che così rispondeva a un giornalista: 'Non mi sono mai troppo occupato di Dio, ma spero che, se esiste, voglia Lui occuparsi di me, in un qualche suo modo amoroso.' (libera citazione). E mi è chiaro il perché mi piace di più rileggere per la terza volta 'Cent'anni di solitudine' piuttosto che 'Le vite dei santi' o un sunto del 'Breviario'. YOUTUBE.COM |
E non è solo la fotografia e l'ora del tramonto a dirla in ombra, la partigiana. Immaginiamola in vita e combattente e il dolore della morte e della pallottola che ne ha straziato le carni e distesa morta sulla riva - e immaginiamo le sue parole, le sue esaltazioni e la gioia nel momento dell'annuncio della disfatta militare dell'otto settembre della resa dell'Italia e l'inizio di una epopea di rabbia e dolore e furore e ruoli confusi tra chi si credeva di combattere una guerra nuova e di riscatto nazionale e quegli Alleati che 'a nemico che fugge ponti d'oro'; e non gli pareva vero di aver spianata la via verso il nord dopo lo sbarco di Anzio, ma a Parigi, nella firma del Trattato post bellico, punirono l'Italia per essere stata alleata in guerra con la Germania e la mitica Resistenza la considerarono piccola cosa e dovuta all'onta di essere stati noi 'nazifascisti' in guerra con il mondo delle democrazie. E non sarebbe male se i toni dei 25 aprile di ogni anno che è venuto dopo quell'onta fossero più pacati e consapevoli del complesso e della complessità dei fatti e degli eventi - tutti, inclusi i fatti ignobili di Porzus e le foibe degli assassini titini sottaciute per cieca ideologia e convenienza politica - e si studiasse la Storia e si facessero più convegni universitari in proposito piuttosto che le rabbiose e/o trionfali manifestazioni nelle piazze contro gli immaginari 'nuovi fascisti' (sic) che perpetuano la logica perversa del nemico da combattere e che si vorrebbe 'a testa in giù'. |
Inviato da: LewisCannon
il 15/08/2024 alle 09:09
Inviato da: cassetta2
il 29/07/2024 alle 22:19
Inviato da: ARCAN020
il 29/06/2024 alle 12:34
Inviato da: fedechiara
il 24/06/2024 alle 06:56
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 16:38