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Messaggi del 22/12/2023

Cucù.

Post n°2929 pubblicato il 22 Dicembre 2023 da fedechiara
 

Duemila e passa e non sentirli.
E' vero che ha lasciato un sacco di questioni irresolte nel trascorrere dei millenni. E, nel silenzio della Dottrina, gli attribuiscono le cose più disparate, tipo: benedire i gay devoti e concedere la comunione ai divorziati – e le leggende del tempo gli attribuivano cose ben altrimenti scandalose e provocatorie, tipo il rimprovero dello 'scagliate la prima pietra', quando, nel corso delle sue deambulazioni, capitava nei capannelli dei forsennati urlanti al cui centro stava una adultera in corso di lapidazione.
E altre leggende, più controverse e di difficile prova storico-archeologica, gli attribuiscono perfino una tenera relazione con la peccatrice Maddalena. Duemila e passa anni sono un macigno di misteri nascosti e leggende scabrose su cui disputare ad abundantiam, che vi credete.
Considerate l'Immacolata Concezione, che gli scienziati ancora faticano a credere possibile. O la levitazione post mortem che fece seguito alla Resurrezione del profeta morto crocefisso.
Leggi della fisica versus i mirabolanti miracoli della Fede.
Poi venne Francesco-l'argentino, che si occupa prevalentemente di attualità e geremiadi varie e assolve tutti i peccatori di ogni risma e li benedice in quanto Pastore, ma guai agli irridenti disegnatori di Charlie Hebdo che: '(…) se vi offendono la Madre, io agito il pugno.'
Detta in prossimità di cadaveri ancora caldi nella redazione del vile massacro allah u akbar.
Era, dicono, il Cristo, un rivoluzionario ante litteram con la fissa dell'Amore universale – che ben poco seguito ha avuto da quel punto di vista considerate le traversie storiche della notte di san Bartolomeo a Parigi e la crociata degli Albigesi ad Albi, seguita da massacri efferatissimi e per tacere della presente guerra di sterminio tra Israele e Hamas che ben poche chance di distinzione dei morti ammazzati lascia al Dio amorevole, lacerato tra l'Allah u akbar degli uni e i riferimenti religiosi ebraici poco chiari sull'Aldilà e sul pantheon di santi e varia Luce risplendente negli empirei.
Ma non si meritava di essere sostituito nella cuna di Betlemme da un 'cucu' quale pretendono di far cantare le maestre di Padova agli allievi dei genitori filo pd, rispettosi a sproposito del 'politicamente corretto' dei nostri ospiti immigrati tanto fragilini e sensibili.
Ma non si può fare come nell'ora di religione a scuola, che i miscredenti escono dall'aula e vengono occupati in altre attività extra curricolari o nel recupero dei compiti inevasi?

 
 
 

Presepi di ieri.

Post n°2928 pubblicato il 22 Dicembre 2023 da fedechiara
 

Nun me piace 'o presepe (politico). 22/12/2021

Non so voi, ma a me Draghi non piace. Né mi piaceva Conte. L'avvocato del popolo e l'uomo della provvidenza che, senza, crolla tutto, uniamoci a coorte. E l'uno è stato seppellito nel mausoleo del movimento a cinque stelle in prossima estinzione, l'altro sarà (forse, chissà) imbalsamato nel Pantheon del Quirinale – sempre ammesso che la mummia di Berlusconi non gli faccia lo sgambetto e gli rubi il sarcofago sacrale alla quinta votazione.
E dovete attivare i neuroni della memoria recente (quella che i neurologi dicono foriera di demenza senile se abbandonata e non più recuperata) perché è necessario ricordare che Conte, l'avvocato del popolo (sic) era l'oracolo dei d.p.c.m. , il sacerdote dei lockdown, il nume de: 'Andrà tutto bene' e dintorni - ed accreditato di consensi a mille, nel caso avesse fondato un suo partito.
E c'era perfino un gruppo di aficionadas, 'le bimbe di Conte', pronte a dare la vita per il suo durare al vertice dello s-governo pandemico.
Della serie: 'I cimiteri sono pieni di gente indispensabile.'
E di Draghi e della sua maggioranza di emergenza pandemica cerco di ricordare i provvedimenti di governo memorabili e da inserire negli Annali della repubblica, ma fatico e dirne due – e solo l'attesa dei soldi del recovery plan lo spinge in alto – e ci sarà da sorridere quando i progetti di spesa saranno pronti e i responsabili della valutazione europea cominceranno a tagliare, eccepire o respingere al mittente questo e quel progetto perché privo di reale interesse e non degno di sovvenzione.
E se andrà al Quirinale, è dubbio che possa muovere pedine diverse di quelle mosse da Mattarella sullo scacchiere costituzionale. Uno scacchiere, quello della pretesa 'costituzione più bella del mondo' che ingessa la vita politica della repubblica da decenni e la condanna al vergognoso gioco dei veti incrociati e degli inciuci di s-governo pur di non andare al voto e liberare le auguste cadreghe parlamentari dai disonorevoli c... incollati(visi).
Ecco l'ho detto, poi fate voi, rifilateci chi meglio vi aggrada dell'asfittico pallottoliere dei papabili al sacro soglio quirinalizio, tanto, noi popolo, non possiamo farci nulla ed è da mo' che non abbiamo più attese di rinascita democratica.
Per la cronaca: io sarei disponibile e candidabile – anche a mezzo servizio o in d. a d. e in remoto e con il decimo dello stipendio dei miei predecessori. Sono un fanatico ammiratore dell'ex presidente uruguagio che riceveva i suoi ospiti in maniche di camicia e non temeva di farsi fotografare nel cortile di casa tra i suoi cani e i polli che gli razzolavano intorno.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Le orme del Massimo Fattore.

Post n°2927 pubblicato il 22 Dicembre 2023 da fedechiara
 

22/12/2020
E sarà per il cesarismo incauto dei coniugi Zara/Pasin, intestatari della villa che ho nei pressi di casa, che hanno finalmente installato il cancello dell'ingresso laterale dopo lunghi anni di incuria e sopra vi hanno apposto la corona dorata dell'Impero e il serto napoleonico, di quando la villa era sede dello stato maggiore nel corso della campagna d'Italia – che mi decido a dire perché considero un filo pazzo quell'Uomo che, in morte, si meritò i noti versi manzoniani:
'Ei fui, siccome immobile / dato il mortal sospiro / stette la spoglia immemore / orba di tanto spiro. Così, percossa, attonita / la Terra al Nunzio sta / muta…'?
La Storia vista dalle radici ha prospettiva fortemente schiacciata, come il Cristo morto del Mantegna coi piedoni in primo piano, ed è per questo che, col senno di poi, mi appare pura follia quel cesarismo del Bonaparte che si fece imperatore dei francesi calcandosi d'imperio in testa l'antica corona degli avi conquistatori e lasciando a muso duro il papa da un canto, chiamato a presenziare obtorto collo alla cerimonia - testimone passivo di un evento per lui altamente indigesto.
Come poteva quell'uomo, pur vincitore di molte battaglie campali nelle frammentate terre di Europa, non avere il senso della caducità degli umani eventi, il suo compreso, e non pensare che la sua statua imperiale che seppelliva la Rivoluzione con ignominia, aveva i piedi d'argilla – come tutti i neo regni satelliti fragilmente dominati dai suoi fratelli e sorelle e dal vario parentado imperiale?
E che dire di quella sua ricerca ossessiva di un erede che lo spinse a ripudiare l'amatissima Josephine e a prendere in moglie dinastica Maria Luisa d'Austria – la figlia di un altro imperatore sconfitto in battaglia- che mai amò il suo obbligato parto francese e lasciò il figlio, il preteso 're di Roma' napoleonico, solo e depresso a Vienna, nell'ostica corte del nonno severo, a considerare tristemente uno zero tondo quei soli ventuno anni di vita concessigli da un destino 'cinico e baro'?
Tutto quell'amabaradan di trionfi - e i quadri di pittori famosi e la colonna celebrativa di place Vendome e i poemi a lui dedicati di poeti servili - tutto confluì, nel breve volgere di un decennio fastoso e inebriante, nella discarica dell'esilio dell'Elba e nella cocente illusione di un ritorno ai fasti imperiali conclusa sul campo di Waterloo fitto di morti e feriti - e quell'espressione scatologica di disappunto di Cambronne, il generale giunto in ritardo all'appuntamento con la Storia.
Ma, forse, la grandezza di quel condottiero che rese definitiva la cesura storica della Rivoluzione che lo aveva lanciato nell'agone della Grande Storia è tutta contenuta proprio nello sfidare impavido che fece la brevità dei decenni, in barba al senso del ridicolo che proviamo noi che lo osserviamo dall'alto degli anni duemila e venti e siamo testimoni della sua riduzione a cenere e polvere e dei guasti che ne seguirono.
E, con Manzoni, riflettiamo sulla caducità da lui bravamente sfidata con la stessa follia che animava Alessandro Magno, Cesare e Annibale Barca il Cartaginese – capace di sconfiggere a morte l'impero di Roma, ma finito, poi, esule in Oriente dopo la definitiva sconfitta di Zama.
Tutto ei provò: la gloria
Maggior dopo il periglio,
La fuga e la vittoria,
La reggia e il tristo esiglio:
Due volte nella polvere,
Due volte sull’altar.
Ei si nomò: due secoli,
L’un contro l’altro armato,
Sommessi a lui si volsero,
Come aspettando il fato;
Ei fe’ silenzio, ed arbitro
S’assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell’ozio
Chiuse in sì breve sponda,
Segno d’immensa invidia
E di pietà profonda,
D’inestinguibil odio
E d’indomato amor.
(...)
Fu vera gloria? Ai posteri
L’ardua sentenza: nui
Chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
Del creator suo spirito
Più vasta orma stampar.
Sono strane davvero le orme del Massimo Fattore.
Napoleon - Dal 23 novembre al cinema - Trailer Ufficiale
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Potrebbe essere un'immagine raffigurante nuvola e crepuscolo

 
 
 
 
 

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