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PAPERE E PANNOCCHIE

O PAPERE E PANNOCCHIE...

 

 

« da mariocongiustaMessaggio #1566 »

Post N° 1565

Post n°1565 pubblicato il 26 Maggio 2007 da rimescolareilvolga
 

INTERESSI DI CASTA

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“No, non è la Bbc , questa è la Rai , la Rai tv”.
Questo refrain di una canzonetta in voga qualche anno fa, ha continuato a ronzarmi nelle orecchie come una fastidiosa zanzara risvegliandomi da quello che stava per diventare un “sogno” ad occhi aperti, che per me aveva comunque il sapore della “vendetta” virtuale e mediatica consumata in sedici noni: assistere cioè alla trasmissione di un programma televisivo condotto da un certo Michele, nel quale si parlava di un argomento scabroso quanto mai, la pedofilia, la più turpe delle nefandezze, fra gli scellerati “cultori” della quale, è bene ricordarlo, eccellono proprio i preti (non tutti, per fortuna!) i “ministri” deviati di quella chiesa cattolica che con atti e documenti vari ha spudoratamente coperto, quando non proprio “favorito” le malefatte dei cosiddetti ministri di un dio che se fosse unico e vero, come vorrebbero far credere, dovrebbe anche lui vergognarsi nell’alto dei cieli di essere rappresentato su questa terra da un branco di rognosi preti-lupo travestiti da agnelli che non sanno far altro che ululare pensando di incutere paura e soggezione.
Eh, si, perché ai reverendi pedofili e ai loro fiancheggiatori non va proprio giù l’idea che in tempo di otto per mille e dopo il “family day” si parli di loro, così casti e puri da essere gli integerrimi difensori della famiglia fondata sul matrimonio, possibilmente sacramentale, i quali sovvertendo il “sinite parvulos ad me venire” violentano nel corpo e nell’anima quei “parvulos” circuiti con mille blandizie (non ultime quelle inerenti il ministero pretesco: “vienimi più vicino, lasciati toccare, perché così stai più vicino a gesù”) che purtroppo porteranno per sempre nel cuore il marchio infame della violenza.
Un ritorno d’immagine estremamente negativo per la chiesa dei papi, magari da evitare con l’aiuto determinante e censorio dei papisti cosiddetti “laici” che vorrebbero cancellare dalla programmazione della trasmissione sulla pedofilia rimandata alle idi di maggio (o alle calende greche?) un documentario realizzato dalla Bbc, il cui titolo “Sex crimes and the Vatican” richiama alle loro pesantissime responsabilità i vertici della chiesa cattolica che per interessi di casta, ha coperto le nefandezze dei preti pedofili con atti e documenti vari, fra i quali il più noto è proprio il “Crimen Sollicitationis” scritto nel marzo de 1962 dal cardinale ottaviani e successivamente rispolverato, rivisto e aggiornato da herr ratzinger nel 1981, quando il torquemada teutonico (e mi piace smentire il quotidiano dei vescovi) era già il capo della santa inquisizione.
Ma, per quanto il “Crimen sollicitationis” sia per così dire sintomatico della “patologica” volontà di affossare e di coprire con l’omertoso silenzio il comportamento criminale dei preti depravati, c’è un altro documento di pagine sei, datato 18 maggio 2001, il “De delictis gravioribus”  recante le firme di herr ratzinger e del suo segretario, il signor tarcisio bertone, col quale si dettano le linee guida nel trattamento dei dossier segreti stabilendo che “i vescovi (già vincolati dal segreto) nei casi di verosimili reati di abusi sessuali verso minori da parte di sacerdoti (io li chiamerei meglio “preti” in senso dispregiativo) dovranno fare rapporto alla Congregazione che a sua volta deciderà se lasciare la gestione del caso ad un tribunale ecclesiastico locale o se avocarla a Roma”.
Il quotidiano dei vescovi ha definito “calunnioso” il contenuto e il senso del documentario realizzato dalla Bbc, il segretario del partito del papa, il signor betori si è mantenuto sulla stessa linea bollandolo come pieno di “falsità”.
Identico il giudizio espresso dagli scudieri del clericalume imperante, i vari pierfurby, landolfi, lainati e compagnia cantando; ebbene a costoro auguro di cuore che un loro figliolo o nipotino finisca fra le grinfie di un prete-lupo, vedremo se dopo avranno ancora voglia di cantare il peana alla chiesa dei papi.
Giusto per avere una pallida idea di questo squallido fenomeno che la chiesa cattolica ha deciso di combattere solo quando alcune diocesi americane hanno rischiato la bancarotta per aver sborsato svariati milioni di dollari come risarcimento danni (quattro milioni di dollari se ne sono andati per le sole spese legali) sarà bene citare qualche cifra arrotondata per difetto: negli Usa oltre 4500 preti e 16 vescovi hanno avuto a che fare con reati di pedofilia, in Brasile sono 1700, in Irlanda  quasi 200.
E in Italia? Non è dato sapere, anche se ogni tanto si sgretola il muro dell’omertà scoperchiando l’ipocrisia dei sepolcri imbiancati e, come riportano oggi le cronache, un prete, tale marco dessì di anni 59, viene condannato ad anni dodici di carcere per ripetuti abusi sessuali su minori.   
“No, non è la Bbc , questa è la rai, la rai tv” in balia di un vaticano che si prepara a colonizzare quel che resta di un’informazione pesantemente condizionata dall’ingerenza del partito del papa, un partito trasversale che ha già conquistato la scena politica italiana, pescando nel torbido di un’antipolitica nel quale i preti, approfittando del loro insulso ascendente, aspirano a recitare una parte non secondaria, imponendo i diktat di una dottrina nella quale è facile intravedere lo spirito teocratico e fondamentalista che mina alle radici la laicità di uno Stato che se fosse davvero indipendente e sovrano, dovrebbe dare il benservito ad una “casta” pretesca di incalliti fancazzisti.
Sto leggendo “ La Casta ” un libro che dovrebbe avere la massima diffusione, un libro-inchiesta scritto da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella sui costi esorbitanti e ingiustificati della politica italiana, sugli incredibili sprechi, sull’impunità e sui privilegi medievali di cui godono i grandi officianti del regime partitocratico, quegli onorevoli “bramini” ladri e corrotti (chi spreca il pubblico denaro è più che un ladro!) che al pari dei preti pedofili meriterebbero di essere esposti al pubblico ludibrio per essere adeguatamente condannati da una Giustizia sommaria e popolare che non conceda appelli né sentenze assolutorie.
Si riparla di questione morale, di crisi dei partiti e della politica, ma quale politica?
Non certo la “politica” dei nostri politicanti che se la spassano in quel di Bruxelles a 35.000 euro al mese, o di quegli altri onorevoli poveracci che riscaldano gli scranni parlamentari dell’Urbe per la modica cifra di 15.706 euro al mese; senza contare dei benefit vari come, per esempio, il viaggio gratis per terra, per mare e per cielo, o l’assistenza sanitaria integrativa e il libero ingresso nei cinema e nei teatri.
Tangentopoli ha soltanto reso “resistenti” ai comuni antibiotici “processuali” alcuni ceppi batterici che nel tempo si sono geneticamente modificati incancrenendo un sistema politico già corrotto, centralista e fascitoide, quando non proprio mafioso, in mano a delle oligarchie che lo considerano funzionale al proprio interesse.  
Ormai il marciume ideologico spacciato per “pulizia morale” è dappertutto, solo un cieco o chi fa finta di non vedere perché ne trae giovamento, sembra non accorgersi del tumore di una democrazia incompiuta e delle metastasi disseminate nella cosiddetta società civile dal clericalume imperante e basterebbe incidere il bubbone del falso perbenismo del fariseume trionfante per drenare tanto di quel pus da scoperchiare il verminaio nel quale proliferano indisturbati i parassiti clericali e i loro ipocriti reggipalle di marca teo-con e teo- dem.
Per non dire degli atei- devoti, che costituiscono un caso clinico tutto da studiare.
Alcuni dicono che questa è “demagogia populista” della peggior specie, io lo chiamerei meglio “giacobinismo” o giustizialismo rifacendomi a quel periodo storico della rivoluzione francese che fece piazza pulita di un clero e di una cosiddetta nobiltà ogni giorno più tronfi dei loro privilegi che spinsero il popolo ridotto alla fame a ribellarsi in nome di quei principi di Libertà, di Uguaglianza e di Legalità che in Italia, Patria del Diritto, del rovescio e del popolo bue, vengono ogni giorno calpestati e disattesi proprio da coloro i quali dovrebbero applicarli e garantirli.       
Sarebbe interessante se qualcuno seguendo il filone già “scoperto” da Rizzo e Stella proseguisse la ricerca e dedicasse un altro libro-inchiesta sputtanando un’altra “casta” di intoccabili o di presunti tali: i preti, i funzionari “non eletti” di una chiesa cattolica a totale carico dello Stato che in quanto beneficiari di prebende ed elargizioni varie, si sentono autorizzati a sputare nel piatto in cui mangiano spingendosi finanche ad interferire e a dare o meno il loro clericale placet a provvedimenti legislativi che in un Paese normale sarebbero di esclusiva pertinenza di un Parlamento mai abbastanza laico, indipendente e sovrano.
Non è ancora passata l’eco della kermesse sanfedista pro-famiglia e anti-Dico, che gli ayatollah catto-vaticani riuniti in seduta permanente, già pensano ad organizzarne un’altra contro il “testamento biologico” un ddl in embrione che di questo passo verrà certamente abortito come è già successo per i Dico.
Vero, don fassino?
E in tempo di otto per mille, di spot cercantini della chiesa cattolica e di pubblicità ingannevole, il generale di corpo d’armata angelo bagnasco, capo di stato maggiore dei vescovi italioti, lancia l’allarme “povertà” dicendosi “preoccupato per il crescente disagio economico delle persone sole, dei pensionati, delle famiglie appartenenti ad un ceto medio sistematicamente in difficoltà, dei poveri sempre più schiacciati” e bla bla vari.
Rita Bernardini, segretaria dei radicali italiani, ha giustamente fatto notare: “Si sono accorti della povertà delle famiglie italiane solo quando è stata proposta anche in Italia la regolamentazione delle coppie di fatto. Dove sono stati fino ad ora i vescovi? Possiedono il il 25% del patrimonio immobiliare italiano e piangono per le difficoltà di alloggio dei giovani sposi”.
Giova inoltre ricordare che fra esezioni ed esenzioni varie, la perdita derivante allo Stato italiano dalla mancata tassazione dei beni ecclesiastici di proprietà della chiesa cattolica raggiunge la ragguardevole cifra di quasi nove miliardi di euro.
Ecco, squallidi baciapile che non siete altro, immaginate quanto si potrebbe fare con quella cifra  per i poveri di cui solo ora vi accorgete!
Il generale di corpo d’armata angelo bagnasco per rendere ancora più credibile la sua denuncia ha parlato di “pacchi viveri” che l’associazionismo ecclesiastico starebbe distribuendo alle famiglie più indigenti (altro spot di una pubblicità “occulta” per l’otto per mille) riesumando così il ricordo del “pacco viveri” elargito alle famiglie più povere nel dopoguerra dal piano Marshall.
Solo che non vorrei che oggi succedesse quel che accadde allora, quando, secondo il racconto di mio nonno, la distribuzione del pacco viveri avveniva dietro indicazione dell’immancabile prete che naturalmente privilegiava i fascisti e i democristiani, negandolo ai socialisti e ai comunisti.
Il ricco Epulone che veste di porpora e bisso dopo duemila anni si è accorto del povero Lazzaro, eppure dalla sua mensa riccamente imbandita, continuano a cadere solo le briciole, a volte neanche quelle, per questo diventa quasi incomprensibile la parola “Povertà” pronunciata da chi ha decretato la fine della Teologia della Liberazione che, al pari del Vangelo, aveva nella “redenzione hic et nunc” la manifestazione di un Dio che altrimenti non avrebbe ragione di esistere.
Non mi importa il carattere escatologico di una qualsivoglia religione, né le aspettative messianiche che tardano a manifestarsi così come recita il credo niceno: il fallimento è tutto qui, tangibilmente reale e a nulla valgono certe professioni di fede che servono solo a perpetuare il potere temporale della chiesa cattolica.
Infatti, se si vive rettamente secondo il principio “non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te” in altri termini: opera per il Bene e stai lontano dal male, non si ha certo bisogno di precetti o comandamenti vari, né dei preti; né tantomeno lo consolerà l’idea di un passaporto per il paradiso o per l’inferno rilasciato dalla indulgente e farisaica chiesa dei papi soltanto a coloro che pagano dazio passando sotto le forche caudine della loro dottrina.

 
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