All your two-bit psychiatrists
are giving you electroshock
They said, they'd let you live at home with mom and dad
instead of mental hospitals
But every time you tried to read a book
you couldn't get to page 17
'Cause you forgot where you were
so you couldn't even read
Don't you know they're gonna kill your sons
don't you know gonna kill, kill your sons
They're gonna kill, kill your sons
until they run, run, run, run, run, run, run, run away
Mom informed me on the phone
she didn't know what to do about dad
Took an axe and broke the table
aren't you glad you're married
And sister, she got married on the island
and her husband takes the train
He's big and he's fat
and he doesn't even have a brain
They're gonna kill your sons
don't you know they're gonna kill, kill your sons
Don't you know they're gonna kill, kill your sons
until they run away
Creedmore treated me very good
but Paine Whitney was even better
And when I flipped out on PHC
I was so sad, I didn't even get a letter
All of the drugs, that we took
it really was lots of fun
But when they shoot you up with thorizene on crystal smoke
you choke like a son of a gun
Don't you know they're gonna kill your sons
don't you know they're gonna kill, kill your sons
Don't you know they're gonna kill, kill your sons
until they run, run, run, run, run, run, run away
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Il rumore dei passi. Undicesimo estratto.
Post n°214 pubblicato il 24 Maggio 2016 da street.hassle
Giunse alla sera che era uno straccio. Era riuscito a portare a termine tutti i suoi compiti ma chiunque lo guardasse poteva dire che era ridotto male. Quella peculiare situazione di spossatezza accompagnata a brusche ondate di sbalzi termici rivelava che si stava buscando una brutta febbre. Faticava a tenere gli occhi aperti e i brividi lo percorrevano tutto facendogli battere i denti. Il colonnello Prentiss gli disse di marcare visita, tornare a casa e darsi malato. Bastava guardarlo per rendersi conto che non era in grado di sostenere un'altra giornata come quella. Atwater annuì e si diresse, sul tardi, verso la jeep insieme a Matt Flint. Vi si adagiò pesantemente e diede ordine di partire facendo attenzione ai sobbalzi: si sentiva la testa leggera come un palloncino riempito d'elio e sballottata violentemente da una parte all'altra dell'abitacolo. Giunsero piuttosto velocemente a Stokkseyri e, mentre scendeva dal mezzo, Leslie si sorprese a guardarsi intorno, cercando traccia di Filippus e del suo pedinamento. Non rinvenendo nessuno si diresse verso il cancello dopo avere salutato Matt e averlo rassicurato. "è solo qualche grado di febbre, comunque non passare domani. Mi do malato per qualche giorno. Ti avvertiranno, Flint." Il caporale si portò due dita alla visiera e poi tornò sui suoi passi fino alla jeep. "Si riposi, capitano." furono le sue ultime parole. Il capitano fece un cenno con la testa ed entrò nel giardino, raggiungendo, quasi furtivamente la porta. Quando aprì fu subito nel piccolo corridoio e da lì diede un'occhiata al salotto, dove le due donne erano impegnate a cucire e a lavorare a maglia. Appena sollevarono lo sguardo Isveig e Eyleif si spaventarono, e pure Agnes (che era impegnata in un gioco di pazienza) diede in un grido soffocato. Isveig si levò in piedi e sussurrò :"Ma cosa le è successo, Capitano? è pallido come uno straccio." "Temo di avere un po' di febbre. è dalle prime luci dell'alba che non sto bene. Ne approfitto per salire a misurarmi la temperatura. buono proseguimento di lavoro, signorine." "Vuole che le prepariamo qualche infuso? Ve ne sono alcuni nella nostra terra che fanno miracoli." "Forse l'unica cosa di cui ho bisogno è giusto un letto e qualche ora di riposo. Magari domani starò già meglio." Le due donne annuirono in segno di assenso e lui fece per allontanarsi, ma un pensiero molesto lo aveva tormentato tutto il giorno e neppure adesso riusciva a coricarsi senza espletarlo. Così si riaffacciò sulla soglia e mormorò: "Stamane mentre partivo sono stato bloccato da un individuo, un certo Filippus, tipo quasi di mezza età con una gran testa bianca e un bel nasone. Mi ha rivelato di essere il fratello di Baltasar e di bazzicare spesso queste zone. A dire la verità l'avevo notato anche stanotte, giù al porticciolo. Forse è un po' suonato, non so... pare convinto che siate coinvolte nella sparizione del congiunto. Non sembra un tipo pericoloso ma mi sono sentito in dovere di avvertirvi." Le due donne lo fissarono senza mostrare particolari emozioni. "Ah, sì" Fece Eyleif "Non si è rassegnato al suicidio di Baltasar ed esercita verso di noi una...come la chiamate...guerra psicologica. Passa spesso delle lunghe notti intorno all'edificio con una torcia elettrica. Ne abbiamo parlato anche alla milizia ma più che tentare di dissuaderlo... povero ingenuo! è convinto che nostra madre fosse una sorta di strega con poteri particolari. Dove possono arrivare il dolore e una fervida immaginazione? Non trova?" Ed Eyleif sorrise. Un sorriso che il capitano, immerso nelle brume della febbre, interpretò maldestramente come salvifico. (Continua) |
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