All your two-bit psychiatrists
are giving you electroshock
They said, they'd let you live at home with mom and dad
instead of mental hospitals
But every time you tried to read a book
you couldn't get to page 17
'Cause you forgot where you were
so you couldn't even read
Don't you know they're gonna kill your sons
don't you know gonna kill, kill your sons
They're gonna kill, kill your sons
until they run, run, run, run, run, run, run, run away
Mom informed me on the phone
she didn't know what to do about dad
Took an axe and broke the table
aren't you glad you're married
And sister, she got married on the island
and her husband takes the train
He's big and he's fat
and he doesn't even have a brain
They're gonna kill your sons
don't you know they're gonna kill, kill your sons
Don't you know they're gonna kill, kill your sons
until they run away
Creedmore treated me very good
but Paine Whitney was even better
And when I flipped out on PHC
I was so sad, I didn't even get a letter
All of the drugs, that we took
it really was lots of fun
But when they shoot you up with thorizene on crystal smoke
you choke like a son of a gun
Don't you know they're gonna kill your sons
don't you know they're gonna kill, kill your sons
Don't you know they're gonna kill, kill your sons
until they run, run, run, run, run, run, run away
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IL rumore dei passi. Tredicesimo estratto.
Post n°216 pubblicato il 31 Maggio 2016 da street.hassle
Jòn Beiddarsson e Falur Heimirsson lo stavano fissando incuriositi dal limitare del letto. Gli ufficiali islandesi non tradivano emozioni particolari ma sembravano seguire ogni più piccolo movimento del malato con la stessa curiosità che contraddistingue l'entomologo alle prese con un insetto particolarmente interessante. "Capitano" fece Jòn Beiddarsson "Finalmente si è svegliato." Leslie Atwater passò con lo sguardo da uno all'altro dei militari e un'espressione interrogativa gli si dipinse sul volto. "Lo sa che oggi è mercoledì?" abbozzò Falur. L'inglese provò a radunare i pensieri e suoi punti di riferimento. Si rammentò di essere caduto malato che era un lunedì. "Possibile?" intonò con voce tremante "Ho dormito per due giorni?" "Questa è una verità incontrovertibile. Ma ci deve dire dove ha imparato così in fretta l'islandese. Durante il suo delirio ha tirato fuori alcune frasi impeccabili nella nostra lingua." "Oh, non chiedetemi nulla. Sono caduto vittima di una specie di febbre cerebrale e prima di perdere conoscenza mi sono reso conto di sproloquiare in islandese...ma come sia potuto accadere, davvero non potrei dirlo." "Parlava di un boschetto e di una spiaggia. Sembrava molto preciso e convinto." "è questo che mi sconcerta. Vi posso assicurare che non ero in me quando parlavo in quella maniera." "Intende dire che non era esattamente lei a formulare quelle frasi? Intende dire che era, per così dire, abitato da qualcuno?" Leslie Atwater scoppiò in una risata isterica e gli ci volle un po' prima di ricomporsi, ma i suoi interlocutori rimanevano terribilmente seri e impassibili. "Non crederete forse che sia qualcuno dentro di me? Che sia una specie di ventriloquo?" Falur Heimirsson lo stava scrutando con attenzione :"Io non la butterei tanto sul ridere, capitano. Si danno situazioni che sovente sconfinano dalla comune razionalità e che fanno affiorare ricordi o realtà che credevamo sepolte tra le nebbie di un passato mitico. Noi islandesi ce ne intendiamo abbastanza. Non crede che degli... spiriti possano prendere, se mi concede, in affitto un corpo?" Leslie ora era attentissimo :"Per fare cosa, di grazia?" "Parlare, ad esempio." "Spiriti..." Il capitano prese a guardare fuori dalla finestra la giornata grigia che volgeva al suo termine. Rivide Filippus impegnato a scavare buche sulla spiaggia e ad imprecare ad alta voce contro il cielo. Pensò, senza rifletterci troppo, che la chiave di volta di tutto il mistero potesse risiedere in quella inquietante visione. Fece per sollevarsi ma una fitta terribile lo prese al costato rigettandolo indietro. (Continua) |
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