All your two-bit psychiatrists
are giving you electroshock
They said, they'd let you live at home with mom and dad
instead of mental hospitals
But every time you tried to read a book
you couldn't get to page 17
'Cause you forgot where you were
so you couldn't even read
Don't you know they're gonna kill your sons
don't you know gonna kill, kill your sons
They're gonna kill, kill your sons
until they run, run, run, run, run, run, run, run away
Mom informed me on the phone
she didn't know what to do about dad
Took an axe and broke the table
aren't you glad you're married
And sister, she got married on the island
and her husband takes the train
He's big and he's fat
and he doesn't even have a brain
They're gonna kill your sons
don't you know they're gonna kill, kill your sons
Don't you know they're gonna kill, kill your sons
until they run away
Creedmore treated me very good
but Paine Whitney was even better
And when I flipped out on PHC
I was so sad, I didn't even get a letter
All of the drugs, that we took
it really was lots of fun
But when they shoot you up with thorizene on crystal smoke
you choke like a son of a gun
Don't you know they're gonna kill your sons
don't you know they're gonna kill, kill your sons
Don't you know they're gonna kill, kill your sons
until they run, run, run, run, run, run, run away
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Post n°234 pubblicato il 22 Agosto 2016 da street.hassle
Poi fu la volta del controllo medico di prammatica e il Dottore entrò con passo spedito e il volto corrucciato, quasi non vedesse l'ora di sbrigare quelle patetiche incombenze e andarsene verso la sua Vita: Una passeggiata con la sua fidanzata, osservare con Lei le vetrine, un buon sigaro, un bicchiere o due di xeres e la chiacchierata al circolo in ottima compagnia. Questo gli si leggeva in fronte mentre sbrogliava la fasciatura. Davanti alla situazione peggiorata ristette un attimo, poi fissò Curtius quasi con astio, come fosse colpa sua se non si decideva a guarire :"Le cose non vanno per niente, Krabbe, e se non migliorano saremo costretti ad amputare, altro che storpio per il resto della Vita." Il ragazzo ristette sorpreso e le lacrime presero ad affollarglisi agli occhi mentre il dolore per essere sbatacchiato qua e là dal mediconzolo lo costringeva a vedere le stelle. Finita la visita il dottorino si rivolse, con una rabbia sempre più malcelata, all'infermiera e strepitò :"E chiuda quella porta. I malati devono avere tranquillità, riposo e riservatezza." L'infermiera sotto lo sguardo attonito di Curtius si avvicinò alla porta che separava le due stanze e la chiuse con un tonfo. Sparita era la ragazzina e i suoi occhioni vasti, sparita era la ragazzina con il suo sorriso che pareva intaccare persino i bordi del piccolo volto. In pochi minuti Il Dottore e l'infermiera erano scomparsi e il ragazzo si trovava solo e spaurito in quella stanza che sapeva di acido fenico e ammoniaca. Ristette per un attimo a collezionare pensieri cupi, poi un'idea meravigliosa gli attraversò il vestibolo cerebrale e lo colmò di determinazione: si sollevò sui gomiti e fissò le stampelle, finora inutili, che giacevano contro il letto. Le afferrò e gettò con immensa fatica le gambe oltre quella trappola. Il dolore gli attraversava le gambe come scariche galvaniche e gli devastava il cranio, la paura di non farcela gli serrava la gola e lo faceva ansimare come un mantice. Ma non recedette di un centimetro. Facendo leva sulle grucce, e andando a sbattere contro il piccolo tavolino, si fece largo. I piedi gli si strascicavano al suolo e le caviglie spezzate dentro l'armatura gli sbranavano muscoli e carne. Gli ci volle un'ora per percorrere cinque metri, ma alla fine era lì. Sentiva il cuore battergli come un martello intento su chiodi lunghissimi. Aveva il volto madido di sudore e il buio intorno si era fatto deciso, temperato solo dal pieno turgore della luna. Girò la maniglia strapazzato dall'emozione, tremava vistosamente e i denti gli battevano mentre la porta si spalancava. Folle, posò immediatamente gli occhi sul giaciglio dei suoi sogni. Sconvolto, lo trovò vuoto. Le forze gli mancarono in un attimo e crollò a terra come una statua dinamitata. Perdendo l'equilibrio e allungandosi sull'impiantito vene a incocciare con uno strano fagotto a sua volta disteso al suolo. Nel buio allungò le dita e trovò un viso, nel buio riconobbe degli occhi enormi, nel buio seguì i contorni di una bellissima bocca ancora ferma nel sorriso. E allora capì tutto. Si erano cercati disperatamente e, alla fine, si erano incontrati. Proprio lì, mentre la Morte aveva calato le sue ali sulla ragazza, ora indugiava ad avvolgere anche Curtius nella sua stretta. Ma Curtius non aveva paura: il suo percorso si era compiuto e il loro Amore, appena nato, era bruciato in fretta nel mondo ma ora si avviava a durare per l'Eternità. Saldo come le loro gambe, finalmente. Dolce come i baci con cui Lui le stava riempiendo, in quel momento decisivo, il volto. "Beh, che ne pensa?" Fece Sesil all'ufficiale. Questi era rimasto inchiodato al letto e non osava aprire bocca quasi potesse sciupare quell'attimo di eternità che la storia aveva scalpellinato fra loro. Solo dopo cinque minuti spalancò le labbra e l'aria gli si fece suono. Ma un suono stentato e asmatico che produsse una sola parola: "Agghiacciante." "Davvero lo trova così? eppure dovrebbe essere stato suo amico e conoscerlo bene. Quello che mi viene in mente è: straziante. Non chiede pietà a nessuno. C'è un grande orgoglio qui dentro. Nulla di sdolcinato e strappalacrime. L'insieme è asciutto e duro, poche pennellate per dipingere il dottorino e l'infermiera, altri rapidi accenni al vetriolo all'ospedale. I veri protagonisti restano i due ragazzi e il loro amore esploso all'improvviso; una bufera in un bicchiere d'acqua. La società li sconfigge ma loro vincono scavalcando persino la morte. Sono eternati, trasfigurati, assunti in cielo senza carro di fuoco ma con una leggera brezza che asciuga le loro madide fronti." Sesil Gunnarsson represse un forte singulto e per evitare imbarazzanti confronti guardò fuori dalla finestra. Leslie se ne accorse immediatamente e mormorò: "è per questa ragione che lo porto sempre con me. Per me è come se fosse ancora vivo, e attraverso le sue prose e le sue poesie ne evoco l'immagine tutti i giorni." "Sbagliato" Replicò il pescatore alzando di qualche semitono la voce: "Lei lo porta con sé per tenerlo in ostaggio, per non farlo uscire da quelle pagine, perché teme che potrebbe nuocerle molto. Per una ragione che mi è ancora sconosciuta sente una colpa profondissima nei confronti di David Fitzroy, e questa colpa si è trasformata in ossessione costringendola a portare quel libro nero con sé ovunque andasse, come un paio di catene. Ma i nodi vengono sempre al pettine, capitano Atwater, e si da il caso che un povero islandese, ammazzato come un cane, abbia fatto conoscenza con David Fitzroy e che le stia chiedendo un po' di spazio nella sua coscienza. Lei non immagina come sono i revenant islandesi: spesso burberi e brutali, non vanno per le spicce. Quando si apre una leggera fessura nelle fasce spazio-temporali si introducono sgomitando, senza chiedere il permesso a nessuno." (Continua) |
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Qualora non li avessi fatti a suo tempo i complimenti, te li faccio adesso... doppi :-)