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Messaggi del 20/04/2016
Post n°337 pubblicato il 20 Aprile 2016 da Oxumare81
Pian piano si fanno avanti le prime problematiche del mio ruolo di responsabile.
Prima di tutto il rapporto con la struttura che si occupa dell’esecuzione dei lavori e della gestione degli immobili. Sono loro ad autorizzare il pagamento delle fatture che la mia struttura deve pagare e, talvolta, rimangono bloccate fatture per centinaia di migliaia di euro perché non autorizzano il pagamento o ci sono documenti irregolari per i quali io chiedo una decisione congiunta, come previsto da procedura, ma non rispondono sistematicamente alle mail. Io penso ai poveri fornitori che aspettano il pagamento e che magari vanno in fallimento, lasciano a casa i dipendenti perché questi non mi rispondono. Per non parlare del fatto che potrebbero farci causa perché risultiamo inadempienti. Devo continuare a scrivere, sollecitare solo per tutelarmi o per evitare responsabilità in caso di verifiche ispettive. Ma questo non è lavorare bene per raggiungere gli obiettivi aziendali, come ero abituato, è lavarsene le mani. Non mi piace proprio questo modo di lavorare. Chissà perché se telefono ai capi o coinvolgo l’ufficio legale, nel giro di 30 secondi, arrivano le risposte alle mail
Comunico che, andando in pensione tre colleghi a dicembre, questi non saranno probabilmente rimpiazzati, pertanto, rimanendo inalterato il carico di lavoro, ognuno dovrà dare un contributo aggiuntivo.
Risposte:
“Preferisco non lavorare da sola. E’ meglio ripartire questo carico di lavoro anche tra le tre colleghe che attualmente fanno il mio stesso tipo di lavoro”. Coinvolgo pertanto le altre due e una risponde “Accetto con riserva”. Comunico ad una che potrei cambiarle postazione così da allontanarsi dal collega con cui non ha buoni rapporti, ma mi risponde negativamente: “E’ tutto risolto”. Comunico ad una che aveva chiesto di variare tipologia di lavoro le nuove attività e mi risponde: “Mai lavori di concetto” Uff, non è che si può pretendere…+ Chiedo ad uno di spiegare una nuova tipologia di lavoro alle colleghe. Mi risponde “Assolutamente no. In 36 anni di lavoro nessuno mi ha promosso o dato premi. L’azienda non mi ha mai regalato nulla. Io non faccio più di ciò che è strettamente necessario.” Il sindacalista mi ricorda che il lavoro aggiuntivo può essere dato solo a chi ha già la quota di retribuzione ad personam. I premi, questione spinosa, quanto mai dibattuta e richiesta da tante persone durante i colloqui per la valutazione annuale delle prestazioni. Primo, io non so chi ha ad personam. Secondo, il premio va dato a chi ha dimostrato costanza e impegno l’anno/gli anni precedenti; non funziona in modo che chi ha già lo stipendio più alto degli altri avrà più lavoro degli altri in eterno.
In quasi 11 anni in questa azienda, pur coi miei alti e bassi, non ho mai chiesto al mio capo di avere il premio né tanto meno mi sono rifiutato di lavorare. Anzi, facevo tante di quelle cose che non mi competevano, non andavo a pranzo, mi fermavo fino alle 20 pur di ultimare i lavori (degli altri) e non mi lamentavo di certo con lui. Forse ci sarà un motivo per cui sono arrivato dove sono arrivato mentre chi non lavora è ancora impiegato di infimo livello.
Avrei voluto fare altre variazioni dei carichi di lavoro, ma ho deciso di fermarmi a queste, in modo tale da coprire solo le esigenze urgenti di mancanza di personale. Altre modifiche non le farò. Che fatica gestire 22 persone. Ha un bel dire il mio collega che è responsabile da 20 anni e ha solo 4 collaboratori. Io ne ho quasi 6 volte tanto e sono al primo incarico! |
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