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Domenica con sms e porcetto arrosto

Post n°35 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da zancarlo2010

Tante volte sento dentro di me una spinta ad agire che va oltre il pensiero razionale, è come se il mio essere continuasse a pensare per conto suo nonostante la mia persona stia impegnata a fare altro o debba concentrarsi su altre questioni.

Il pensiero si trasforma, da puro spirito prende corpo e come un'anima dannata, condannata a penare per l'eternità tra i vivi, perseguita la mia coscienza fino a quando mi convinco che è la cosa più importante sono l'impulso sommerso e, in cima a tutto, la sua soddisfazione. Tempo fa pensavo fosse il senso de dovere spinto all'eccesso dall'ansia di mia madre, ma anche da qualche maestra che ha manipolato le mie fantasie infantili trasformandole in compiti  da fare a casa. La disobedienza avrebbe comportato come pena orecchie da sommaro per l'eternità. Oggi mi convinco che qualunque cosa si faccia rimaniamo sempre i sommari del paese dei balocchi.

Ieri si è fatto un pranzo anche per compensare alcuni amici che hanno dedicato il loro giorno di riposo, la domenica, ad aiutarci a fare un lavoro che altrimenti, mi avrebbe impegnato per almeno una settimana e per di più con grande fatica.

Dopo un pranzo andato avanti per alcune ore con antipasti, malloreddus, porcetto arrosto, dolce e tanto vino, vado a fare il caffè e a prendere s'abbardente, quella che gli ispanici chiamano aguardiente. E' consuetudine che la fine del pranzo avvenga con la grappa. Su filuferru a 47° 

Passando e ripassando vedo su un tavolo un cellulare dimenticato, lo lascio perdere ma non lo dimentico così  al ritorno cedo alla tentazione di leggerne i massaggi. Sento che sono importanti anche perchè ho notato che la proprietaria, da mesi,  sta sempre a leggere e a rispondere. E da troppo tempo che sento continuamente i bip di ricezione degli sms, mi chiedevo il perche' di tanti sms. Non potevano essere i figli perchè i figli solitamente parlano e scrivono poco ai genitori, lo fanno solitamente in caso di necessità materiali che devono essere soddisfatte o meno in breve tempo. Non aspettano mesi.

Così come a Sant'Agostino apri le porte all'illuminazione quando una locuzione interiore gli disse di prendere le Sacre Scritture e di leggere, qualcosa dentro di me, più simile a un moto dell'animo che a una voce,  mi dice che devo leggere e, così, leggo.

Il titolare del numero di telefono è una donna anche la proprietaria del cell è una donna, ho capito ci si scrive tra amiche.

Quanto leggo sembrerebbe una conversazione tra lesbiche ma con un po di calma capisco che il mittente è un uomo con uno pseudonimo feminile.

Riporto la conversazione di seguito, cambio un po i termini volgari per non essere bannato, anche se, meriterebbero la versione integrale considerato il loro valore anche sociologico, nel mostraci come ci adattiamo al linguaggio delle nuove generazioni. La protagonista è ormai sulla sessantina ma con gli ormoni agitati e la testa di una ragazzina adolescente.

" Ciao Fi...a".

Risposta: "Ciao Figo". (Doveva essere un'amica e usa il maschile?)

"Come sta oggi?"

Risposta: "Fresca come una rossa" .( Scrive rosa con due esse, sicuramente l'emozione)

"Ci vorrebbe una leccatina". ( Mi sa che non parlano di gelati)

"Ci vediamo?"

"sono un po indisposta"

"Credo comunque che verrò martedì"

"Sei sicura"

"se è per martedì ti faccio sapere"

"Ora basta, devo smettere perchè xxxxxx (la mia dolce metà) è seduto vicino a me è stiamo per iniziare a pranzare.

Di simili conversazioni se ne sentono tante e basta girare anche in questi blog per trovarne, il guaio e che la conversazione mi riguarda da vicino non perchè sia io interessato in quanto direttamente coinvolto.

Tempo fa ho vissuto una situazione simile, allora comunque non si usava il cellulare, mi aveva fatto tanto male che ancora ne sento il dolore. 

Che fare parlare a quel povero fesso che stava seduto vicino a lei a parlare e scherzare con gli amici e non ha avuto il minimo sospetto quando la sua casa è diventato il terminale di un centralino telefonico? O tacere e aspettare che le cose si sistemino da sole.

La voce interiore la senti o non la senti, forse anche lui la sente ma la addormenta con il vino e le chiacchere con gli amici. Oggi a scuola la collega di lettere descriveva ai ragazzi Madame Bovary suicida  e  Charles, suo marito, aveva chiuso gli occhi davanti ai continui tradimenti della moglie. Dopo la morte di lei, spinto da un impulso più che dalla ragione, si siede davanti allo scrittoio di palissandro per leggere le lettere degli amanti a sua moglie, come se a casa avesse un tesoro,  e infine morirci dal dispiacere.

Mi sa che queste cose tirate per le lunghe sono venefiche.

Sto male non so bene cosa fare come dirlo, dire che non cui dormo non manifesta il mio stato d'animo, mi viene il dubbio che forse non sarò creduto, potrei essere trasformato in una maldicente come tanti.

Sono per natura una persona onesta e schietta, lei, per natura, dice tante balle che è difficile scorgere della verità nei suoi discorsi. Le bugie avranno le gambe corte ma tendono a dominare chi ne abusa.

Avrei dovuto continuare per la mia strada e lasciare il telefono la dove stava? Il guaio è che "il cornuto nel paese delle meravigie"  è troppo troppo vicino a me. 

Che fare?

P.S. mi scuso per qualche errore ma ho scritto di getto.

 
 
 
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