UNA DONNA PERDUTA

C’é al mondo una grossa ingiustizia di cui non si parla mai: l’ingiustizia di essere grassi. Si è detto tutto o quasi tutto sull’obesità, ma poco o niente sull’ingiustizia dell’obesità. Perché colpisce alcuni e altri no, perché è oggetto di derisione, perché l’obeso è un essere senza volontà,  sempre ossessionato dal cibo e dai suoi sensi di colpa? Altra ingiustizia è che si puo’ essere grassi pur mangiando normalmente o  sbocconcellando e spizzicando di qua e di là senza mai arrivare al pasto-posto a tavola. E poi perché vanno sempre di moda i magri? Non sarebbe tempo di dare spazio – parecchio spazio – anche ai ciccioni? Certo la condizione socio-economica di certi paesi poveri incide molto favorevolmente sulla visione dell’obesità e un uomo grasso potrebbe trasferirsi là sicuro di essere apprezzato, ma chi oserebbe mostrare le proprie cicce là dove regna la carestia e la fame? I grassi sono ovunque nel mondo, in qualsiasi società e in qualsiasi tempo, con cibi cucinati in un modo o in un altro, di un certo tipo anziché di un altro. I grassi non hanno epoca, cultura, categoria sociale. I grassi sono grassi e da anni ci martellano istigandoci a bruciare tutti i grassi senza pietà, mai che ci inducano a bruciare di tanto in tanto anche qualche magro, cosi’ … solo per un senso di giustizia. Ci costringono a mangiare e a vivere da malati per poter morire da sani: vi sembra intelligente? Chi è quell’insano essere umano che preferirebbe mangiare un pescetto lesso e un’insalata scondita piuttosto che un arrosto farcito e un’insalata ricca e gustosa? Chi vorrebbe una mela cotta al posto di un tiramisù? Chi si lascerebbe irretire da due fili di pasta in bianco e non da una lasagna al forno? Non so … aqui la digo y aqui la niego.