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Acqua alle corde!
Post n°269 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da angeligian
Nel 1586, per ordine di papa Sisto V, l'architetto Domenico Fontana doveva innalzare sull'apposito piedistallo l'obelisco che oggi si ammira al centro di piazza S.Pietro, a Roma. Era un'operazione che richiedeva la massima concentrazione e il massimo silenzio, quindi, per evitare confusione, il papa aveva fatto emanare un editto che vietava a chiunque non fosse addetto ai lavori di entrare nel recinto o semplicemente di parlare. Bastava già il parapiglia creato dai 140 cavalli e dagli 800 uomini impiegati nei lavori. I trasgressori agli ordini del papa sarebbero stati impiccati seduta stante, e, per l'occasione, all'interno del recinto il bargello e i suoi sbirri avevano eretto il patibolo. Secondo la tradizione, un certo Bresca, di San Remo, capitano di un bastimento genovese, si accorse a un certo punto che le corde che reggevano il monolito tendevano ad allungarsi, a causa dell'eccessivo peso, e quindi avvrebbero finito con il rompersi, provocando la distruzione dell'obelisco. Lo stesso Bresca, quindi, incurante dell'editto papale, si mise a gridare: "Acqua alle corde!". Da buon marinaio, sapeva che la canapa, bagnata, si restringe e si accorcia. L'architetto, per fortuna, dette immediatamente l'ordine di bagnare tutte le corde, e così l'operazione fu felicemente condotta a termine. Inutile dire che invece di essere impiccato, il Bresca ricevette, insieme agli elogi papali, anche consistenti privilegi, tra cui una lauta pensione mensile, estensibile ai discendenti, il titolo di capitano del primo reggimento di linea pontificio, con l'autorizzazione a portarne la divisa e a innalzare la bandiera pontificia sul suo bastimento. (dal web)
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