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Post n°416 pubblicato il 22 Gennaio 2012 da angeligian
Abbiamo perso la capacità di arrossire. E questo è grave perché significa che non c’è più vergogna. Significa pure sfacciataggine, arroganza, presunzione, disprezzo. Tutte cose queste che pur non essendo determinanti segnano la fine del mondo alla Jane Eyre, alla Thomas Hardy. Quel mondo che – lo leggiamo nei libri di fine ‘800 – si muoveva in lentezza, nell’eleganza del linguaggio, nella pudicizia dei sentimenti. Non che non vi fossero i mascalzoni, ma erano una minorità esigua, una deviazione della natura, la classica eccezione alla regola di un mondo controllato dall’onore e dall’integrità morale. Non si ammazzavano i neonati per rubare pochi euro. Non si abbandonavano le navi per salvare la pelle. Certo, i serial killer c’erano anche allora, basti ricordare Jack lo squartatore in Inghilterra, Landru in Francia e Vincenzo Verzeni in Italia, ma erano gli esponenti di inconcepibili depravazioni umane. Poi, come una pietra che rotola o piuttosto come una valanga che s’ingrossa sempre più man mano che rovina a valle, così il crimine si è gonfiato fino ad assumere oggi una connotazione di ordinaria follia. Ordinaria, abituale, comune. Tanto comune che quasi comincio a sentirmi disadatta a questa società. Se avessi un figlio oggi non saprei davvero quale strada indicargli per agevolargli la vita. La furbizia, la disonestà, l’imperizia e l’irresponsabilità sono gli ingredienti base di un comportamento umano sempre più praticato e scimmiottato. Perché faticare, sacrificarsi, aspettare quando il successo sociale si può ottenere in minor tempo e con meno sforzo? Ed ecco la negligenza nello studio, i Grandi Fratelli, le piccole furbizie quotidiane, i furtarelli da supermercato, le truffe ndo' cojo cojo, l’assassinio (impunito, ahimé!). Non si può tornare indietro, ma ho nostalgia di un mondo perduto intriso anche di sottile ipocrisia, indispensabile per allontanare l’uomo dalla sua barbarie e per contenere le sue intemperanze di essere primordiale e rozzo. Ed ecco anche perché detesto le persone “sincere”, quelle capaci delle peggiori turpitudini verbali pur di dimostrare quanto sono sincere e vere. E benedico quelle che inghiottono parole di verità affilate come mannaie sull’anima e, magari, si dileguano arrossendo. |
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Probabilmente, però, ho male interpretato il significato del tuo post e, involontariamente, ho sottolineato soltanto un aspetto che rispecchia il mio modo di essere o, meglio, il modello a cui vorrei uniformare il mio comportamento (pur senza necessariamente riuscirci sempre, dato che noi umani siamo maestri nell'errare e nel perseverare nell'errore). Io non riesco a dire una cosa che non penso e preferisco tacere, se ne dovesse capitare l'occasione, perché detesto le polemiche sterili, né mi interessa essere in guerra con il mondo. Forse è il termine "ipocrisia" che tu hai usato, e che mi ha colpito, a farmi deviare dal significato generale del post che in grandissima parte condivido. Ed ora dimmi, se vuoi: ho forse ferito la tua sensibilità, dicendo che sotto due punti di vista la vedo diversamente da te? Se così fosse ti chiedo scusa: non ti ho spiattellato in faccia "la verità", della quale non mi sento di essere il detentore, ma "la mia verità", per quanto opinabile, in quanto ritengo giusto non avere peli sulla lingua. D'altra parte, Angela, tu non hai minimamente ferito la mia sensibilità, dicendo apertamente e fermamente che la vedi diversamente da me, proprio perché non ti sei comportata da "perbenista", ma da persona sincera e garbata quale sei.
Buona giornata, Angela.
E se qualcuno non è daccordo con me, non ci vedo niente di male, anzi credo sia normale avere idee differenti. Sono nato in un perido in cui la società è stata attraversata da parecchie turbolenze - anni '70 et similia, eppure credo di essermela cavata a sufficienza. Oggi non lo so cosa potrebbe accadere: tutto sembra essere diventato più complicato, la gente sembra avere meno scrupoli.. Penso a quello che dovranno fare, affrontare i miei figli e un pò mi preoccupo: per certi versi li vedo un pò impacciati. Ai miei tempi le braghe me le sono tirate su da solo, nonostante che i miei mi abbiano buttato nell'agone con una bella spinta, senza ttroppi complimenti.
Oggi il tasso di strafottenza e di mancanza di scrupoli aumenta a dismisura: l'esempio lo vediamo proprio nei palazzi del potere.. @__@
Oggi le cose sembrano essere decisamente più complicate ma spero sempre che il senso di responsabilità di chi deve costruirsi il proprio "angolo di vita" sia sufficientemente pieno delle necessarie "istruzioni" e della volontà di metterle in pratica senza pestare eccessivamente i calli a nessuno.
Si, è sempre più difficile vedere una persona arrossire quando sbaglia: tanti hanno una perfetta faccia da.. Certe volte mi viene il dubbio che alcuni assumano questi atteggiamenti come una forma di difesa perchè si sentono insicuri, altre volte - il più delle volte, credo proprio che faccia parte del loro dna.
Mandi fantacine, un figotin e une busade ^___^
Per ciò che percepisco dalla lettura del post per <<leggera ipocrisia>> intendo la manifestazione del comportamento umano che possa farsi rientrare, in qualche modo, nell'ambito del "relazionare con sensibilità e buon senso". Una formula apparentemente generica, ma certamente sufficiente per tener fuori tutto ciò che tu definisci "La furbizia, la disonestà, l’imperizia e l’irresponsabilità sono gli ingredienti base di un comportamento umano sempre più praticato e scimmiottato."
Io non penso che siano cambiati significativamente gli strumenti di simulazione adottati da bipedi chiamati uomini nel corso del secoli. Certamente, però, negli ultimi decenni si è sviluppato all'inverosimile l'atteggiamento egoistico teso sostanzialmente a fregare il prossimo ...anche "prossimissimo" . Tempo fa ci si arrossiva per pudore ...per rabbia ...per vergogna! ...ora ci resta solo la rabbia repressa che ci fa semplicemente annerire. Comunque vivere il presente, che non esiste, è quanto ci resta da fare. Un saluto, M@.
Purtroppo, però, i sinonimi, non solo letterali, della parola "ipocrisia" sono: "falsità, insincerità, finzione, doppiezza, simulazione"; come vedi non può esserci spazio nell'ipocrisia per le belle ed amorevoli azioni cui ti riferisci che possono ben rientrare nelle azioni supportate dalla "bontà", una parola che non usiamo quasi mai, Angela, come se la stessa di vergognasse di noi o noi dell'incapacità di saperla interpretare. La bontà come "complesso delle qualità morali che spingono l'uomo a fare il bene, a essere generoso, affabile, cortese, mite" permette, ad esempio, al medico di comportarsi con delicatezza ed educazione all'atto di trattare una diagnosi + o - nefasta utilizzando con sensibilità e buon senso la tua bella "bugia bianca".
...veramente molto bello ed elegante! miaoooo.
Angela penso di aver precisato di aver compreso cosa tu intendi e mi sembra che da secoli la situazione nel nostro paese è abbastanza stazionaria. Questo comportamento del "saper vivere all'italiana" che si nasconde dietro la tua "sottile_ipocrisia" a me non piace che si possa confondere con la "vera" ipocrisia praticata, secondo le proprie convenienze, convinzioni e possibilità, da tutti i bipedi esistenti sulla faccia della terra. Nessuno escluso.