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Post n°738 pubblicato il 30 Dicembre 2014 da angeligian
Per quei pochi che ancora non l’hanno capito, il golpe finanziario da noi subito ha segnato l’inizio di una guerra devastante che ha provocato, come tutte le guerre, povertà, disperazione e morte. I colonnelli italiani pagati dai signori della guerra si chiamano Napolitano, Monti, Draghi, Prodi, Ciampi, Amato e tanti altri che non sto a elencare. Nel 1992, tra flutti e marosi, alcuni pezzi di galleggiante sostanza fecale – tra cui uno con la faccia da verme bancario e un altro nascosto dietro strepiti da scaricatore ligure - studiarono la strategia migliore per distruggere popoli e civiltà in accordo con il saccheggio delle economie deciso dagli anglo-americani. Il modo per far ingoiare a noi l’amara pillola fu affidato a Amato e a Prodi, che eseguirono il compito con coscienza, adducendo pretesti come il risanamento del debito pubblico che grazie a loro è aumentato considerevolmente. Ma quegli stupidi italiani si ostinavano a eleggere un certo Berlusconi, troppo soft per le mire predatorie delle grandi case bancarie americane. Fu deciso così, con il valido aiuto di un vecchio dittatore e dopo incontri furtivi come è uso tra i ladri, di fare a meno della democrazia e di mettere al comando Mario Monti, distintosi nel passato per certe storie di nepotismo quando era Commissario europeo e per una storia di tangenti quando era nel CdA della Fiat il cui proprietario intanto si sciusciava la quisquilia di 100 miliardi nostri, mentre studiava insieme agli altri bilderberg-ani come annientare il popolo e la nazione. Hai capito, sì, quanto siamo fessi? La storia continua con la rapida successione di altri due traditori al soldo della finanza. Ho detto “altri due”? Ho sbagliato: sono mille e più mille, sono tutti intorno a noi, ci stringono d’assedio, ci costringono alla fame e all’insicurezza. Vogliono che sia ben chiaro il concetto che il popolo è melma e che i padroni sono loro. Lo sono da secoli ormai, ma noi ce ne accorgiamo solo adesso. Ci hanno raccontato storie di mondi in fiamme, di uomini anelanti alla libertà, di paesi oppressi da dittatori, di ideologie egualitarie e di pace. E invece sono loro che danno fuoco a nazioni e a popoli, che sopprimono pace e eguaglianza. Sono loro che hanno creato una Terra a loro immagine e somiglianza, zeppa cioè di uomini bruti, volgari, violenti, degenerati. Io non ne posso più di Lady Gaga e Madonna, di nudità e pornografia, di droghe e ammazzamenti, di froci e aborti, di negri e zingari, di cattolici fetienti e musulmani assassini, di femen e femministe, di corpi ritinti e tette rifatte, di cibo infetto e di negozi cinesi. Io non ne posso più di corruzione e papi venuti da lontano, di pinocchi che si sentono al pacini e di boldrine-bonine ingualdrappate come somare islamiche. Io non ne posso più di questo mondo e vorrei morire … Magari fra un po’ ché adesso non ho tempo. Noi ci piangiamo addosso, nell’attesa che un altro duce e un altro re - faccetta nera, bell’abissina - ci risolva la vita, o che lo faccia un Dio invisibile o un Babbo Natale altrettanto invisibile e, nel frattempo, all’INPS è arrivato Tito Boeri che si occuperà delle nostre pensioni. E guarda tu che combinazione, questo nuovo presidente proviene anch’egli dal Fondo monetario internazionale, dalla Banca mondiale e dalla Commissione europea … come dire? Un altro gran figlio di Troika si occuperà dei nostri soldi. Possiamo stare sereni, è proprio come se li avessimo messi in banca ... |
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«Nel maggio 1993, Romano Prodi è nominato per la seconda volta Presidente dell'IRI con il mandato di procedere alle privatizzazioni. Nell'ottobre 1993, l'IRI vende alla Fisvi la propria impresa nei settori dei pomodori, del latte e dell'olio, la CBD, Cirio-Bertolli-De Rica. La vendita si fa sulla base delle disposizioni del Comitato Interministeriale per la Politica Economica e seguendo una lunga procedura iniziata con un'offerta pubblica.
L'IRI era assistita da Wasserstein Perella. Pasfin e il Consiglio della Borsa Valori di Milano vennero incari¬cati della valutazione finanziaria della CBD. Dopo aver acquistato la CBD dall'lRI, la Fisvi ha venduto alla Unilever il settore dell'olio, cioè la Bertolli.
Nell'ac¬quisizione, la Unilever era assistita dalla Goldman Sachs. Teniamo a mente questo nome. In precedenza, dal 2 maggio 1990, Romano Prodi è stato " advisory director" (direttore consultivo) di Unilever N V e Unilever PLC. Lo sta¬tuto di Unilever prevede che gli " advisory directors" non abbiano diritto di voto in Consiglio di amministrazione al quale devono " fornire consulenza sugli affari industriali, politici, sociali, economici, finanziari e di altra natura di Unilever al Consiglio di amministrazione in generale e al Comitato speciale in particolare". Quando Prodi faceva parte del gruppo degli " advisory directors" gli altri com¬ponenti erano Frits Fentener van Vlissingen, Robert Haslam, Brian Hayes, Francois-Xavier Ortoli, Donald Peter sen, Onno Ruding e Dieter Spethmann. I redditi che Romano Prodi ha percepito dall'attività di " advisory director" di Unilever sono nelle dichiarazioni dei redditi dal 1990 al 1995.
Il 20 maggio 1993, in seguito alla nomina di Presidente dell'IRI, Prodi si è dimesso dalla posizione di " advisory director" di Unilever. I redditi derivanti da attività che prevedevano ricerche economiche particolari sono passati attraverso la ASE (a cui Prodi fat¬turava le proprie prestazioni) e quindi dichiarati dalla ASE stessa.
La società ASE risulta avere incassato dalla Goldman Sachs - che assisteva la Unilever quando acquistava la Bertolli - due miliardi e mezzo di lire fra il 1990 e il 1995. Nel maggio 1992 Falcone muore a Capaci alla vigilia dell'incontro che doveva avere con Valentin Stepankov, il procuratore di Mosca che indagava sull'uscita dalla Russia di somme ingenti di denaro nella disponibilità del Pcus.
L'Italia in quel momento è sotto attacco speculativo d'un gruppo internazionale che fa capo al finanziere Soros e alle banche Barclays, Warburg, Merril Lynch, Salomon Brothers, Deutche Bank e, neanche a dirlo, della solita Goldman Sachs.
In quell'anno fra marzo e settembre l'Italia perse una quantità enorme di denaro grazie alle manovre speculative capeggiate da Soros.
60mila di quei miliardi finirono in GERMANIA, 10mila in CROAZIA, come certifica la International Strategic Studyes Association. A marzo del 1993 il settimanale governativo di Zagabria, Globus, annunciò che la Croazia era auto suffìciente per la produzione di armamento leggero. Così la guerra nei Balcani proseguì finanziata con soldi italiani.
Prima che la lira precipitasse, il governo italiano scelse dei consulenti di rango per la privatizzazione. Chi? Naturalmente le tre banche fiore all'occhiello di Wall Street: Merrill Lynch, Salomon Brothers e, neanche a dirlo, Goldman Sachs. A quel punto per una privatizzazione vantaggiosa - per gli acquirenti, beninteso - mancava solo una svalutazione che rendesse i dollari ben più forti della già debole lira. La svalutazione arrivò puntuale a settembre del ' 93, insieme ad una sanguinosa manovra finanziaria da 60000 miliardi che ci spalancò le porte dell'Unione europea.
Sessantamila miliardi, guarda caso tanti quanti ne erano transitati in Germania . Nel frattempo il fior fiore della nostra industria era passato in mani straniere. Ferrarelle, Peroni, Moretti, Fini, Perugina, Buitoni, Galbani, Neroni, Locatelli, Invernizzi, Mira Lanza una volta conquistate adeguarono i listini ai prezzi vigenti in Germania, Francia, Olanda e Gran Bretagna, con il risultato che la massaia italiana se la prende giustamente con l'Euro, ma in realtà dovrebbe prendersela con chi quelle industrie ha svenduto." (da Libero, 15.02.2004).
Detto questo ancora buon 2015 e .. "io speriamo che me la cavo".. ^_______^
Basta non avere fretta e vedrai che prima o poi ci arriverai anche tu alla morte, come ci arrivano tutti e forse anche io! :-)))
Auguri (ammesso che servano a qualcosa)!!!