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« Nessuna pietà | Ma che vuole sta qui? » |
C’è un albero a Choeung Ek. Lo chiamano l’albero dei bambini ed ha il tronco tutto nero imbevuto di sangue. E’ vicino alle fosse ed è contro di esso che i khmer rossi sbattevano i bambini tenendoli per i piedi, fino a sfracellare loro la testa per farli morire, davanti agli occhi delle madri straziate. Proprio come mi è capitato da piccola di vedere dei contadini ammazzare dei cuccioli di cane tirandoli contro un muro. Capisci perché odio dal profondo del cuore il mondo contadino? Perché quel mondo è popolato dalla quintessenza della brutalità, dell’ignoranza e della volgarità. E’ il mondo celebrato da scrittori e registi di sinistra messo a confronto con la decadenza e la perversità della borghesia. E sono loro, i contadini insieme con gli operai, che hanno alimentato e ingrassato le fila del comunismo. Esistono tre tipi di comunisti: i comunisti per invidia, i comunisti per fame e i comunisti per ideologia. I comunisti per fame sono i più numerosi e sono i più poveri e ignoranti, non hanno mai letto Marx e Engels, ma si attaccano con disperazione al sogno della rossa primavera. Quelli per invidia sono di fatto dei democristiani corrosi dalla voglia di appiattimento sociale non tanto per migliorare la loro vita quanto piuttosto per peggiorare quella dei più benestanti. E poi ci sono i comunisti per ideologia che sono pochi ma sono certamente i più pericolosi. Sono coloro che sfruttano la dabbenaggine degli altri due tipi per arricchirsi, per avere posti di rilievo, per vivere una vita facile alla faccia di chi crede in loro. E costoro sono granitici, inamovibili, sono quelli che non cederanno mai di un passo sul loro sendero luminoso. Ne andrebbe del loro avvenire e chissenefrega dell’avvenire dei poveracci.
Ci sono paesi comunisti nel mondo dove la terra è rossa, molliccia e appiccicosa, dove nelle foreste sono sepolti milioni di uomini e dove gli alberi crescono per simbiosi in forma umana con i lunghi rami scheletriti e i nodi che si aprono come bocche spalancate dall’orrore. Sono le foreste dell’Ucraina dove furono ammassati i 10 milioni di morti per fame voluti da Stalin. Ci sono campi di morte dove l’erba cresce di un bel colore vermiglio e dove dai sentieri spuntano di tanto in tanto omeri e teschi segnaletici. Sono i Killing Fields di Pol Pot - che si ispirava a Stalin e a Mao Zedong - dove morirono 2-3 milioni di cambogiani in 3 anni e mezzo. E c’è un paese arrampicato su una montagna dove il vuoto fu riempito dal vento e dopo il vento cadde la pioggia e la pioggia formò un oceano che oggi è rosso per il sangue dei 2 milioni di tibetani massacrati dai cinesi e dimenticati da tutti. E poi c'è il Grande Termitaio Cinese con i suoi soldati di terracotta ma con le vittime di carne e ossa. Milioni di carni e milioni di ossa.
Questi sono i comunisti, ma sono anche uomini e gli uomini, di qualsiasi bandiera si ricoprano, sono intrisi di violenza e malvagità. La domanda è: perché i nazisti e i fascisti sono tanto cattivi e i comunisti no? Perché il comunismo è considerato un’ideologia di pace e di uguaglianza? Perché “fascista” ha un’accezione vergognosa e “comunista” invece è un contrassegno di vanto e orgoglio? La risposta è: perché loro, i comunisti, sono infallibili e incolpevoli sempre, per principio, a prescindere, per grazia ricevuta, per volontà della Nazione e per superiorità infusa. E se uno come Tiziano Terzari, comunista e giornalista di La Repubblica, scrive “Ci eravamo sbagliati” e “Pol Pot, non ti amo più” allora viene allontanato come un reprobo e il suo ricordo viene sepolto in un killing field. E gli va anche di culo …
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