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Lo so che se uscissimo dall’euro e dall’Europa per noi sarebbe la catastrofe. Lo so perché lo ripetono in tanti, ma sono i tanti nei quali io non confido e ai quali non mi affido. A cominciare da Napolitano che tuona “Per stare in Europa, che l’Italia cambi”. E perché l’Italia dovrebbe cambiare? Ma poi, soprattutto, se restare in Europa significa accettare le manovre di insigni e inesplorati governanti non ci troviamo già nel mezzo della catastrofe? E allora, catastrofe per catastrofe, meglio tenerci l’Italietta nostra almeno, ancorché più poveri, saremmo liberi e sovrani in casa nostra, senza le pastoie comunitarie e esibendo ricche pernacchie a massonerie unite e “grande” finanza. Non mi convincono le manovre di questi tecnici, manovre che qualsiasi mediocre ragioniere comunista avrebbe saputo fare. “Facciamo pagare il debito a tutti gli italiani, tranne a quelli ricchi sfondati che da soli (10%) detengono il 50% della ricchezza di questo paese e vedrai che risolviamo tutto, tanto il popolo è bue, è abituato al giogo. Sì, strillerà un po’, ma poi tutto rientra”. Eh, no! I buoi italiani si sono evoluti, ora usano internet e manifestano apertamente la loro contrarietà magari nel modo peggiore, bloccando ad esempio le strade. Hanno aumentato i pedaggi autostradali e la benzina, ma non lo sanno che se aumenta la benzina aumentano anche le zucchine? E cosa mangerà la gente, le tasse tecniche? Parlano di equità, ma non è equo il divario di stipendi tra impiegati, dirigenti statali, docenti universitari, manager, operai, politici. Guarda per esempio tra i giocatori di calcio. Negli anni ’50 Mazzola guadagnava 60 volte più di un operaio fiat, adesso Ibramovich guadagna 900 volte di più. Marchionne guadagna 365 volte più di un suo operaio, ovvero guadagna in un giorno quello che un operaio prende in un anno. In questo sì, bisogna che l’Italia cambi. Per questo, sì, abbiamo bisogno di equità. Mantenere l’Italia in Europa significa aggravarci di tali e tanti sacrifici che mi chiedo se davvero ne valga la pena. Perché a ben pensarci che cosa ci ha dato in tutti questi anni l’Europa? Ci ha lasciato soli con il problema delle invasioni barbariche, ci ha imposto regole severissime che si fa fatica a rispettare, con l’euro è calato il potere di acquisto, gli Stati più ricchi devono produrre di meno per livellarsi agli Stati più poveri, però possiamo viaggiare senza passaporto, le merci circolano liberamente, sono facilitati gli scambi culturali . Hai capito che guadagno? E intanto abbiamo le case più care d’Europa, la benzina più cara, le sigarette, l’elettricità, le assicurazioni, i servizi bancari, l’IVA in aumento costante. Abbiamo anche i politici meglio pagati d’Europa, per non farci mancare niente. Secondo il Codacons una penna a sfera è aumentata del 210%, un tramezzino del 200%, il pane del 60%, il quotidiano del 55%, il biglietto autobus a Milano del 95% e così via e questo dall’introduzione dell’euro. Grazie euro! Grazie Prodi! E in questo pozzo di afflizione economica cosa s’inventa la RAI, la nostra cara azienda degli sprechi? Invita a quella gran rottura di Sanremo il guru (o piuttosto il paraguru) della canzone italiana, l’imbecillastro (nel senso di imbecille-furbastro) di Celentano perché a 750.000 euri faccia il cavolo che vuole … E io pago!
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