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Ancora una volta viene alimentata la paura di una crisi di enormi dimensioni per evitare che il sistema finanziario e i super ricchi debbano dare qualcosa in più di un contributo simbolico per evitare il disastro da loro stessi innescato. Questa presunta "grande crisi" non è altro che una fiaba. Sicuramente alcune banche si troveranno in difficoltà se Grecia, Irlanda, Portogallo o Spagna non restituiranno una parte dei loro debiti o se li salderanno in ritardo. Tutto ciò non sarebbe però la fine del mondo.
Fortunatamente molti piccoli imprenditori che, diversamente dai dirigenti delle multinazionali, fanno fronte in prima persona alla situazione, hanno spiegato che la strada su cui ci siamo avviati conduce alla rovina e che deve essere presa in considerazione la possibilità di uscire dall'euro.
Invece di alimentare la paura del crollo dell'euro,le nostre banche dovrebbero innanzitutto assumersi la responsabilità dei propri errori, ammettendo l'eventualità di una bancarotta pilotata degli Stati più indebitati.
Un sistema in cui denaro e credito vengono creati dal nulla,in una struttura piramidale di obbligazioni a scadenza futura ma non coperte. Tutto questo, come sempre succede in casi simili, è destinato prima o poi a crollare.
ABBANDONARE L'EURO:L'UNICA VIA D'USCITA
Il ritorno di alcuni paesi dell'Unione europea alla propria moneta non porterebbe in nessun modo allo scioglimento dell'Unione,ma,al contrario,favorirebbe la loro ripresa. Gli Stati in crisi continuerebbero a far parte della UE e godrebbero di tutti i vantaggi del caso,così come è successo per i dieci paesi dell'Unione che fin da principio si sono pronunciati contro l'euro e hanno mantenuto le loro valute nazionali.
Allo stesso tempo questi Stati potrebbero tornare a decidere in autonomia la loro politica economica;potrebbero tornare competitivi attraverso la svalutazione della loro moneta e i governi eletti democraticamente non verrebbero più ricattati dall'oligarchia finanziaria.
Finora, infatti, la valuta unica non è riuscita a rendere più coesa l'Europa proprio a causa della molteplicità delle condizioni economiche dei singoli Stati. Al contrario, secondo Hans-Olaf Henkel, l'euro "ha fatto in modo che i singoli partecipanti non si assumessero le proprie responsabilità" e ha messo i paesi europei l'uno contro l'altro. (dal blog di Anglotedesco)
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