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Un capolavoro! Splendido! Sublime! Un coro unanime di consensi e di applausi per “La grande bellezza” che di “bello” aveva solo la barba senza barba di Toni Servillo, che noia, che noia, che barba. Sono rimasta quasi cinque minuti a guardare dopo l’inizio della pellicola in attesa di vedere un film, ma dato che il film non arrivava ho cambiato subito canale onde evitare di cadere in catalessi alle 9.30 di sera. E sono convinta che sia stato passato in tivù il giorno immediatamente dopo la vittoria perché era l’unico modo affinché i telespettatori, incuriositi dal recentissimo premio, si sintonizzassero sulla rete 5 di Mediaset e guardassero quella “cagata pazzesca” di fantozziana memoria. Peggio dell’Armata Potemkin versione restaurata e rimbelloccita. Persino la musica era ferale. Forse sono stata precipitosa, forse dopo i primi cinque minuti il film si sarebbe rivelato il gran capolavoro di cui parlano, forse la musica sarebbe cambiata, forse non sarebbe stato il terzo di tre produzioni italiane una più soporifera dell’altra che chissà perché sono piaciute tanto agli americani. E mi è venuto in mente un altro grande riconoscimento che premia con il Nobel della Pace guerrafondai come Arafat, Obama e Europa (“la guerra è pace”), che premia un guitto come Dario Fo ponendolo tra i letterati insieme a Carducci, Montale, Pirandello. Due premi tra i più prestigiosi al mondo ma entrambi sputtanati dalle scelte di questi ultimi anni, così tanto privi di considerazione da farmi credere aprioristicamente che tutte le loro selezioni siano corrotte da un nuovo ordine artistico mondiale. Ho scoperto poi che i due protagonisti, Toni Servillo e Paolo Sorrentino, si sono messi pubblicamente a disposizione della famiglia Letta, sono andati dalla Gruber a promuovere il film e a demolire Beppe Grillo e il suo movimento (che cavolo c’entrava?) e sul palco dell’Ariston hanno ringraziato tutti, pure le caccole della Ferilli, ma hanno accuratamente evitato di nominare Berlusconi e La Medusa, produttore e distributore del film. E scusate se è poco. Questo per dire quanto pilotati siano oggi certi lavori "artistici". Non è un caso che i premi e i soldi vengano dati oggi solo a chi è in linea con il NWO e allora, sai che c’è? C’è che io non compro più un libro, non vedo più un film, non ascolto più un disco e andassero a quel paese loro e quel pedazo de cornudo da Nova Ordem Mondial (tié, pure in portoghese)
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