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Quanti italiani sanno che la legge finanziaria che regolamenta il bilancio del nostro Stato, che stabilisce quanto gli italiani potranno spendere e quanto dovranno versare, viene ormai decisa da oscuri e anonimi funzionari della Commissione europea, mentre il nostro Governo deve limitarsi a redigerla e il nostro Parlamento deve limitarsi ad assecondarla e ad approvarla? È di oggi la notizia che la riunione dei capi di gabinetto della Commissione europea, svoltasi ieri a Bruxelles, ha dato il via libera dell'Unione Europea alla legge di stabilità dell'Italia. Ma attenzione perché si tratta di un'approvazione condizionata al prosieguo "delle riforme necessarie" (necessarie per continuare a dissanguare gli italiani), e a marzo ci sarà una nuova verifica per accertare se avremo o meno ottemperato alle richieste europee che si traducono in maggiori tagli alla spesa pubblica. Quindi per ora, bontà loro, la Commissione europea non farà partire alcuna procedura d'infrazione e non applicherà delle sanzioni all'Italia riconoscendo che nel 2014 ci sono state ''circostanze eccezionali''. Il governo Renzi presenta questo verdetto come un successo. In realtà emerge che la sospensione delle procedure d'infrazione è legata ad una lettera di impegni sulle riforme del governo italiano inviata nei giorni scorsi e pubblicata ieri dal Ministero del Tesoro. Nel frattempo il nostro Parlamento, a livello di Commissioni, è impegnato a discutere specifici punti della legge finanziaria per assecondare le direttive della Commissione europea. A questo punto, dico io, se le decisioni che riguardano quanto possiamo o non possiamo spendere lo decide l'esercito di 40 mila funzionari della Commissione europea che non sono stati eletti da nessuno e che non rispondono del loro operato a nessuno, a che servono il nostro governo e il nostro parlamento? Sciogliamoli e al loro posto mettiamo un semplice ufficio di passacarte che recepisce gli ordini che arrivano da Bruxelles e ci appone il timbro a conferma della nostra adesione. È esattamente ciò che accadrà quando l'Italia confluirà negli Stati Uniti d'Europa, cessando di essere uno Stato sovrano e trasformandoci in una colonia di un protettorato tedesco. Ebbene se proprio aspiriamo alla prospettiva degli Stati Uniti d'Europa, eliminiamo da subito il governo e il parlamento, così almeno risparmieremo una cospicua spesa per degli organi che ormai sono sostanzialmente superflui. Ma se all'opposto vogliamo salvaguardare la nostra sovranità perché non intendiamo rinunciare alla nostra dignità e libertà, allora dobbiamo sbrigarci ad affrancarci da questa dittatura europea. (Magdi C. Allam)
Il dovere, nonché il diritto, dei cittadini è di votare perché solo tramite la diretta partecipazione alle elezioni si può democraticamente cambiare il sistema politico. Ho sempre redarguito quelli che non si recano alle urne spiegando che il "non voto" è un voto dato al vincitore delle elezioni e che, se a vincere sono coloro a causa dei quali non andiamo a votare, il risultato è che noi – non votando - siamo corresponsabili della loro vittoria. Ho puntualmente ridicolizzato l’atteggiamento di coloro che non vanno a votare i quali poi, sin dal giorno successivo alle elezioni, si lamentano del risultato pur essendo loro conniventi con il perpetuamento dello status quo e il mancato cambiamento politico.
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