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« 1 - ACQUA3 - CARESTIA »

2 - AMBIENTE

Post n°408 pubblicato il 08 Settembre 2009 da Antonio_Vicentini
 

Tra tutti i pianeti del nostro sistema solare, la vita esiste soltanto sulla Terra. Sul nostro pianeta ci sono più di 2 milioni di specie diverse di piante e animali: tutte vivono in un sottile “strato” che circonda la Terra. Questo strato comprende l’atmosfera, l’acqua e il suolo.

LE PARTI DELL’AMBIENTE

L’atmosfera, l’acqua e il suolo sono l’ambiente in cui vivono gli esseri viventi: dal più piccolo batterio, alle piante, agli animali fino all’uomo.

 L’atmosfera che circonda la Terra ci aiuta a proteggerci dai pericolosi raggi del Sole. Inoltre, permette agli esseri viventi di respirare, fornendo una miscela di gas, tra cui l’ossigeno, l’anidride carbonica e il vapore acqueo.

 Il 97% dell’acqua della Terra si trova negli oceani e nei mari, il 2% è racchiuso sotto forma di ghiaccio nei ghiacciai e nelle calotte polari, e soltanto l’1% si trova nei fiumi, nei laghi, nell’atmosfera e nelle rocce.

Il suolo è un misto di tanti componenti: frammenti rocciosi, aria, acqua, parti di piante e animali in decomposizione. Ospita numerosi esseri viventi, dai batteri ai funghi, ad animali come il lombrico, piccoli insetti e crostacei, talpe e altri, tutti chiamati ipogei, cioè “che vivono sotto la terra”. Alcuni di essi operano trasformazioni chimiche del suolo, altri lo scavano e lo smuovono in continuazione; tutti concorrono a renderlo fertile e vitale per sostenere sulla sua superficie la vita delle piante e degli animali.

 LA PRODUZIONE DEL NUTRIMENTO

Tutti gli organismi viventi della Terra dipendono dall’aria, dall’acqua e dal suolo. Le piante utilizzano l’acqua, l’anidride carbonica e la luce del Sole per produrre il loro nutrimento, in un processo chiamato fotosintesi. Le piante sono gli unici organismi viventi in grado di “costruirsi” il cibo: per questo motivo tutti gli animali dipendono dalle piante, direttamente o indirettamente, per quanto riguarda il loro stesso nutrimento. Le piante e gli animali sono connessi tra loro in una catena alimentare. Le piante inoltre facilitano la diffusione nell’atmosfera dell’ossigeno, che è fondamentale per la vita.

GLI UOMINI PRIMITIVI E L’AMBIENTE

primi esseri umani comparvero in Africa, da dove si diffusero rapidamente in tutto il mondo. All’inizio erano nomadi, cioè si spostavano da un territorio all’altro, raccogliendo frutti e semi e talvolta cacciando animali per nutrirsi.

 Quando l’uomo imparò a controllare e a usare il fuoco, fu in grado di ripulire alcune terre dalle piante selvatiche per far posto alle prime coltivazioni. L’uomo diventò così sedentario, cioè imparò a vivere stabilmente in un luogo. L’allevamento degli animali cominciò all’incirca nello stesso periodo in cui crescevano i raccolti.

Il bisogno che l’uomo aveva di legna per riscaldarsi e poi per cuocere i cibi causava l’abbattimento degli alberi, mentre gli animali venivano uccisi non solo per essere mangiati, ma perché erano considerati pericolosi e nocivi.

 LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Fino a che la popolazione rimase poco numerosa ed era distribuita su vasti territori, i danni all’ambiente furono limitati. Dopo il Medioevo, però, ci furono rapidi progressi tecnologici, la popolazione crebbe rapidamente e il suo impatto sull’ambiente aumentò.

Alla fine del Settecento l’uomo inventò nuovi modi di usare il carbone, il ferro e altre risorse minerali. Nacquero le industrie e queste cominciarono ad avere maggiori effetti sulla superficie terrestre, sull’aria e sull’acqua. Oggi questi cambiamenti continuano a una velocità mai vista prima.

 L’ANIDRIDE CARBONICA

Un importante effetto della combustione del carbone e di altri combustibili fossili (come il petrolio e il gas naturale) è l’aumento della quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera. Questo gas, insieme ad alcuni altri, funziona come il vetro di una serra, trattenendo il calore e impedendogli di disperdersi nello spazio. L’anidride carbonica prodotta dalla combustione dei carburanti fossili aumenta l’effetto serra, rendendo la Terra più calda. Il riscaldamento globale potrebbe sciogliere le calotte polari, far alzare il livello degli oceani, che sommergerebbero così vaste aree di terre emerse. Potrebbe anche alterare la vegetazione naturale e intaccare la produzione agricola.

 LE PIOGGE ACIDE

gas di scarico, come l’azoto e gli ossidi di zolfo, vengono emessi dalla combustione dei carburanti nelle centrali elettriche, nelle fabbriche, nei veicoli a motore, negli aerei. Queste emissioni salgono verso l’alto e trasformano le minuscole gocce d’acqua che si trovano nelle nuvole in un acido acquoso. Da queste nuvole cade una pioggia acida (o grandine, nevischio o neve acidi), talvolta anche molto lontano rispetto al luogo d’origine dell’inquinamento. Le piogge acide uccidono gli alberi, i pesci e le altre creature dei laghi e dei fiumi, danneggiano gli edifici e i monumenti di pietra e corrodono i metalli; causano danni anche alla salute dell’uomo.

 IL BUCO NELL’OZONO

La luce del Sole contiene molti tipi di raggi, tra cui i raggi ultravioletti. Troppi raggi ultravioletti possono danneggiare gli uomini e gli animali, causando scottature, cancro alla pelle e cataratte agli occhi. Inoltre, interferiscono con la crescita delle piante. Nell’atmosfera, una sostanza chiamata ozono, un derivato naturale dell’ossigeno, forma uno strato di 40 chilometri circa sopra la superficie terrestre. Questo strato di ozono assorbe buona parte dei raggi ultravioletti e respinge la loro energia nello spazio.

Nel corso degli anni Ottanta, gli scienziati hanno scoperto che agenti chimici chiamati clorofluorocarburi (CFC, in forma abbreviata) stavano creando dei veri e propri buchi nello strato di ozono, permettendo a una quantità sempre maggiore di raggi ultravioletti nocivi di raggiungere la Terra. I CFC erano usati ampiamente nei frigoriferi, negli impianti dell’aria condizionata, nei solventi igienici, nei materiali di imballaggio e nelle bombolette spray. A causa dei danni che hanno provocato, i CFC sono stati banditi in molti paesi, ma poiché possono restare nell’atmosfera per più di 100 anni, si calcola che ancora nei prossimi decenni essi provocheranno danni all’atmosfera.

 

I PESTICIDI

Coltivare su vasta scala comporta l’uso di diverse sostanze chimiche: fertilizzanti per far crescere i raccolti e pesticidi per controllare le malattie e gli insetti nocivi che possono distruggere i raccolti o infettare gli animali da allevamento. I fertilizzanti chimici finiscono poi nei fiumi, nei laghi e nei torrenti, inquinando l’acqua, uccidendo le forme di vita e rendendo l’acqua inutilizzabile per l’uomo. Alcuni pesticidi durano a lungo, soprattutto quelli noti come idrocarburi clorinati. Non uccidono soltanto gli insetti nocivi per i quali vengono utilizzati, ma anche altri animali.

Questi composti chimici sono particolarmente pericolosi quando entrano nella catena alimentare. Quando un animale più grande mangia animali più piccoli che hanno ingerito piccole quantità di pesticida, l’animale più grande può introdurre nel suo corpo così tanto veleno da morirne, o da non riuscire a procreare. Ciò è accaduto con alcuni rapaci, come il falco pellegrino, l’aquila dalla testa bianca e l’aquila marina, e con mammiferi come la lontra. Diversi di questi additivi chimici possono anche causare il cancro e altre malattie nell’uomo.

 L’ENERGIA NUCLEARE

La produzione di energia elettrica nelle centrali nucleari non è senza rischi. In passato, si sono verificate perdite radioattive che hanno contaminato mari e oceani. Il materiale nucleare di scarto può essere scaricato di nascosto nei mari, in modo illegale. Sebbene la maggior parte dei paesi abbia bandito i test sulle armi nucleari in superficie, le radiazioni generate dai test effettuati in passato sono ancora nell’ambiente. Esse sono molto dannose e possono provocare gravi malattie, come il cancro. Le scorie nucleari possono essere pericolose per un periodo che va da 700 a un milione di anni, per cui, anche se l’uomo cessasse di usare materiali radioattivi oggi, i loro effetti resterebbero validi per generazioni.

 LA DISTRUZIONE DEGLI HABITAT

In tutto il mondo la popolazione aumenta, e sta danneggiando e distruggendo gli ambienti naturali che ancora rimangono. Le foreste pluviali tropicali vengono distrutte per il loro legname, per ricavare terreni coltivabili o per costruire strade e insediamenti umani. La ricerca del petrolio e del gas minaccia ecosistemi delicati e le specie che li abitano. Il commercio illegale di animali a rischio di estinzione, per ricavarne avorio, corna e altri prodotti animali, minaccia gravemente gli equilibri naturali. In molte parti del mondo le paludi sono inquinate o vengono prosciugate per creare terreni coltivabili o per costruire fabbriche: eppure queste zone umide sono importanti “stazioni di sosta” per gli uccelli migratori e altri animali, e hanno un valore ecologico inestimabile.

 L’EROSIONE DEL SUOLO

L’erosione del suolo è in aumento su tutti i continenti, tranne che in Antartide. Ciò avviene soprattutto quando si disboscano grandi foreste: il disboscamento, infatti, fa sì che, quando piove intensamente, il suolo venga dilavato via dalla pioggia. In tutto il mondo 25 milioni di tonnellate di suolo vanno perdute ogni anno. Gran parte del suolo eroso va a finire nei fiumi, nei torrenti e nei laghi, inquinando le acque.

 LA RICHIESTA D’ACQUA

Il crescente bisogno d’acqua per l’industria, per l’irrigazione e per il consumo umano sta rapidamente consumando le risorse d’acqua che hanno impiegato migliaia d’anni per formarsi. Circa il 75% della popolazione che vive nelle aree rurali del mondo e il 20% di quella che vive nei centri urbani non ha accesso all’acqua potabile. In molte aree le risorse idriche sono inquinate dalle acque di scarico, da prodotti chimici e da fertilizzanti velenosi. Le malattie portate dall’acqua inquinata colpiscono un terzo della popolazione mondiale e uccidono circa 10 milioni di persone all’anno. Man mano che la popolazione aumenta e i paesi diventano sempre più industrializzati, il bisogno d’acqua cresce drammaticamente e c’è il pericolo autentico che le nazioni si facciano la guerra a causa delle insufficienti risorse idriche.

 MATERIE PRIME ED ENERGIA

Se continuiamo a usare le materie prime della Terra al ritmo di oggi, queste risorse essenziali finiranno presto. Possiamo far durare le materie prime più a lungo, riutilizzandole o riciclandole, anziché buttarle via. Circa il 90% dell’energia mondiale deriva dal carbone, dal petrolio e dal gas naturale, e noi stiamo consumando queste risorse con una velocità che è milioni di volte superiore a quella con cui nuove risorse riescono a formarsi. Abbiamo bisogno, invece, di usare fonti di energia rinnovabili, come il vento, la forza delle maree o dei fiumi, il calore solare e quello sotterraneo, e possiamo usare le piante come carburante.

 QUALE FUTURO?

Dopo questa rassegna di problemi, il futuro tuttavia non è del tutto tetro. Gli uomini sono molto creativi e intelligenti, così come sanno essere distruttivi e sconsiderati. Se capiamo che il nostro ambiente è fragile e unico, allora possiamo darci da fare tutti insieme per mantenerlo in salute e salvare le vitali risorse che ci fornisce.

 PROSSIMO – 3 - CARESTIA

 
 
 
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Un blog di: Antonio_Vicentini
Data di creazione: 08/02/2008
 

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CITAZIONE.....

-

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Vestiti di un sorriso e di tanta speranza allena il tuo cuore per le future battaglie e impara da quelle che tu chiami sconfitte.

Ricorda, c'è un tempo per piangere e un tempo per sorridere, SEMPRE se questo è il giorno della tua lacrima ricordati che domani si potrà trasformare in sorriso se tu lo vorrai.

Gli ANGELI ti sono accanto qualunque cosa tu vivi, quando ti senti più sola è perché non tendi loro l'orecchio del cuore.

Liberati dai pensieri negativi allenta il legaccio che da sola ti stringi nel tuo grande cuore e continua a respirare, vedrai che il ritmo del tuo cuore aumenterà con i battiti della tua vita.

Ascolta gli altri, ama e sorridi, riappropriati di ciò che sei e VOLA, vola più in alto del sole e sii felice... perchè è questo che desidera Dio da te, oggi e sempre...
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