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FRANCESCO PETRARCA

Post n°529 pubblicato il 30 Luglio 2010 da Antonio_Vicentini
 

nacque ad Arezzo il 20 luglio 1304. Era figlio di Eletta Canigiani e del notaio “ser Pietro di ser Parenzo”, detto Petracco o anche Patrarca. Suo padre era fiorentino, ma era stato costretto ad abbandonare Firenze nel 1302, dopo la cacciata dei guelfi bianchi, la fazione politica per la quale parteggiava. Si era quindi stabilito prima a Incisa di Valdarno, poi a Pisa.

 

Nel 1312 il padre, che lavorava per la Curia pontificia, venne trasferito ad Avignone, la città che da sette anni era diventata la nuova sede papale. La famiglia lo seguì in Francia e si stabilì a Carpentras, dove Petrarca ricevette i primi insegnamenti di grammatica.

 

GLI STUDI

Nel 1316, a dodici anni, Petrarca intraprese gli studi di diritto, prima all’università di Montpellier e poi, dal 1320 al 1326, a Bologna. Bologna era infatti la capitale europea in materia di studi giuridici.

 

Petrarca si avvicinò alla cultura cristiana grazie alla lettura del De Civitate Dei e delle Confessioni di sant’Agostino.

 

L’INCONTRO CON LAURA

Nel 1326, alla morte del padre, Petrarca abbandonò gli studi giuridici e ritornò ad Avignone, dove decise di dedicarsi alla carriera ecclesiastica per ovviare alle ristrettezze economiche della famiglia. Nella cittadina francese, il 6 aprile 1327, Venerdì Santo, nella chiesa di Santa Chiara, incontrò Laura, la donna che ispirò molte sue poesie, cantata sia nel Canzoniere, la sua opera più famosa, sia nei Trionfi.

 

Non sappiamo chi fosse Laura: forse era Laura de Noves, sposata con un certo Ugo de Sade. Sappiamo però che l’amore di Petrarca per lei continuò per tutta la vita e proseguì anche dopo la morte della donna, il 6 aprile 1348.

 

L’INCORONAZIONE A POETA LAUREATO

Nel 1330 Petrarca diventò cappellano di famiglia del cardinale Giovanni Colonna e ciò gli permise di viaggiare in Europa e di cercare, nel tempo libero, antichi manoscritti di poeti e scrittori latini. Nel 1337 si ritirò nei dintorni di Avignone, nel villaggio di Valchiusa (oggi Fontaine-de-Vaucluse), dove, in completa solitudine, studiava e scriveva, sia in latino sia in volgare.

 

La sua fama di poeta e studioso si diffuse e l’8 agosto 1341 in Campidoglio, a Roma, Petrarca ricevette l’incoronazione a poeta. La cerimonia fu molto suggestiva: dopo tre giorni durante i quali venne esaminato da Roberto d’Angiò, il coltissimo re di Napoli, al poeta venne donata la corona di lauro (il lauro, o alloro, era il simbolo di Apollo, dio della poesia, e dall’usanza di cingere il capo dei poeti con una corona di lauro deriva l’espressione “poeta laureato”); i festeggiamenti durarono altri tre giorni.

 

GLI INCARICHI DIPLOMATICI E GLI ULTIMI ANNI

Nel 1342 Petrarca tornò ad Avignone, ma si fecero sempre più frequenti i viaggi in Italia, dove, nel 1348, fu raggiunto dalla notizia della morte di Laura. Tra il 1348 e il 1350 ebbe numerosi incarichi diplomatici per conto del papa, e durante una di queste missioni strinse una duratura amicizia con Giovanni Boccaccio.

 

Nel 1353 Petrarca si trasferì alla corte di Galeazzo II Visconti, signore di Milano. Fu negli anni spesi alla corte milanese che Petrarca compose i Trionfi. Lo scoppio di un’epidemia di peste, nel 1361, lo costrinse a fuggire a Padova, poi a Venezia e infine ad Arquà (oggi Arquà Petrarca), sui Colli Euganei, dove morì la notte tra il 18 e il 19 luglio 1374.

 

LE OPERE

Petrarca ci ha lasciato opere scritte in latino e in volgare toscano (cioè il dialetto fiorentino), lingua da cui derivò l’italiano moderno. Anche se l’autore considerava la produzione in lingua volgare secondaria rispetto a quella in latino, a dargli fama furono i due componimenti in volgare, il Canzoniere e i Trionfi. Entrambi esercitarono una straordinaria influenza non solo sulla poesia italiana successiva, ma anche su quella europea.

 

Il Canzoniere, al quale Petrarca lavorò tutta la vita, è una raccolta di 366 componimenti poetici che, secondo le intenzioni dell’autore, avrebbero dovuto essere letti nell’arco di un anno (una al giorno; la prima poesia fungeva da proemio, cioè da introduzione, all’intera raccolta). Tema centrale della raccolta è l’amore per Laura, un amore che durò tutta la vita, anche dopo la morte della donna. Le poesie, infatti, si possono dividere in due gruppi: quelle composte quando Laura era in vita e quelle composte dopo la sua morte.

Laura è al centro anche dei Trionfi, un poema che Petrarca compose tra il 1356 e il 1374 e che rimase incompiuto. Il poema fu pubblicato per la prima volta nel 1470, insieme al Canzoniere.

 

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Un blog di: Antonio_Vicentini
Data di creazione: 08/02/2008
 

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Meglio vivere come se fosse l'ultimo giorno della vita e tenere con se ogni attimo, emozione, sorriso o parola che ci viene regalata....

 

 

 

CITAZIONE.....

-

Non è importante quanto dura una vita ma importante il tempo che il tuo ricordo e quello delle tue imprese rimangono impresse nella memoria di chi verrà dopo di te.

Non vivere come un uomo qualunque, poiché la vita di un uomo qualunque dura solo una vita.

 

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Quando pensi che tutto sia perso, è proprio quello il momento di ricominciare, raccogli ciò che di buono sei riuscito a creare e portalo con te, il resto lascialo.

Vestiti di un sorriso e di tanta speranza allena il tuo cuore per le future battaglie e impara da quelle che tu chiami sconfitte.

Ricorda, c'è un tempo per piangere e un tempo per sorridere, SEMPRE se questo è il giorno della tua lacrima ricordati che domani si potrà trasformare in sorriso se tu lo vorrai.

Gli ANGELI ti sono accanto qualunque cosa tu vivi, quando ti senti più sola è perché non tendi loro l'orecchio del cuore.

Liberati dai pensieri negativi allenta il legaccio che da sola ti stringi nel tuo grande cuore e continua a respirare, vedrai che il ritmo del tuo cuore aumenterà con i battiti della tua vita.

Ascolta gli altri, ama e sorridi, riappropriati di ciò che sei e VOLA, vola più in alto del sole e sii felice... perchè è questo che desidera Dio da te, oggi e sempre...
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