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BASILICA DI SANTA GIUSTINA

Post n°544 pubblicato il 26 Agosto 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PADOVA

Il grandioso e celebre tempio di Santa Giustina, che secondo alcuni studiosi sorgerebbe sulle rovine di un tempio pagano, è la più importante opera architettonica di Padova e il più antico luogo di culto della città. La chiesa, straordinariamente affascinante per la sua posizione laterale ed asimmetrica rispetto a Prato della Valle, venne fondata intorno al V secolo su un luogo cimiteriale in memoria della martire Giustina, una giovane patrizia cittadina che fu martirizzata nel 304 nella feroce persecuzione di Massimiliano.

Secondo la tradizione il padre della martire, Vitaliano, alto funzionario imperiale che pare fosse stato convertito al cristianesimo da San Prosdocimo, fece costruire il primo nucleo della chiesa che sarebbe diventata la sede della prima cattedrale della città cristiana.

Alla Chiesa fu annesso successivamente un monastero benedettino e il complesso si arricchì progressivamente di beni e reliquie. Dopo la ricostruzione a seguito del terremoto del 1117, la chiesa fu demolita nel 1502 per dar posto all'attuale colosso, realizzato tra il 1532 e il 1579 da diversi architetti, e in particolare da Andrea Moroni e Andrea da Valle.

 
 
 

PADOVA

Post n°543 pubblicato il 24 Agosto 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PADOVA

Città e capoluogo di provincia del Veneto; sorge in pianura, a nord-est dei colli Euganei e a ovest della laguna di Venezia e del corso del Brenta. È bagnata dal fiume Bacchiglione.

 

Padova è il principale mercato per i prodotti del circostante territorio agricolo, nonché notevole centro industriale, con stabilimenti tessili, chimici, di meccanica di precisione, alimentari (zuccherifici, birrifici e distillerie). Il territorio della provincia, che comprende 104 comuni, è pianeggiante, fatta eccezione per il rilievo dei colli Euganei. Le principali attività economiche sono l'agricoltura intensiva (cereali, vite, barbabietola da zucchero, ortaggi, frutta e tabacco), l'allevamento di bovini e di animali da cortile e l'industria del turismo nelle stazioni idrotermali dell'area euganea.

La città fu fondata, secondo un'antica leggenda, nel 1184 a.C. dall'eroe troiano Antenore; in realtà ebbe origine da un insediamento paleoveneto, probabilmente nell'VIII-VII secolo a.C., e venne citata da Tito Livio come città fluviale esistente già nel 302 a.C. Centro commerciale, alleato dei romani contro i galli cisalpini (226 a.C.) e municipio nel 49 a.C., Patavium (questo era il suo nome romano) divenne un ricco centro agricolo e produttivo (tessuti), ma decadde nel periodo delle invasioni barbariche e nel 602 fu distrutto dal longobardo Agilulfo.

 Dopo la ripresa, prima sotto i franchi e quindi sotto gli imperatori Ottone, con un governo però vescovile, dal 1138 si diede ordinamenti comunali, partecipò alle guerre contro il Barbarossa e si arricchì con la lavorazione della lana e della seta.

Nel 1222 vi fu fondata la celebre Università e nel 1231 vi morì il predicatore francescano universalmente noto come sant'Antonio da Padova. Dopo aver fatto parte dei possedimenti di Ezzelino da Romano, Padova riconquistò il suo ruolo egemonico sul territorio e agli inizi del Trecento ospitò Giotto.

 Fu retta dalla signoria dei Carraresi e dei Visconti fra il 1318 e il 1405, quando venne conquistata da Venezia, di cui da allora seguì le sorti, mantenendo tuttavia per tutto il secolo l'acquisita preminenza nel campo dell'arte, con l'opera di maestri del Rinascimento toscano, fra cui Donatello, e del padovano Mantegna.

 
 
 

Fine di una vacanza

Post n°542 pubblicato il 23 Agosto 2010 da Antonio_Vicentini

23 Lunedì  > Notte tranquilla, partiti da Sirmione alle circa 7:30. Traffico regolare, tutto è andato bene, contenti di essere a Casa.

Le tappe delle nostre vacanze:

09/08 – Padova – Pieve di Cadore

10/08 - Pieve di Cadore

11/08 – Pieve di Cadore – Cortina

12/08 – Cortina - Dobbiaco

13/08 – Dobbiaco

14/08 – Dobbiaco – Auronzo - Misurina

15/08 – Misurina – Dobbiaco – Auronzo

16/08 – Auronzo – Calazo

17/08 – Calalzo

18/08 – Calalzo – Nebbiù – Pieve di Cadore

19/08 – Pieve di Cadore – Padova

20/08 – Padova - Lazise

21/08 - Lazise - Sirnione

22/08 – Sirmione

23/08 – Sirmione Padova

Alla fine, analizzando cosa abbiamo “fatto” più che una vacanza è stata una MARATONA, ci siamo molto divertiti, gli amici ci hanno benevolmente definiti un pò “pazzerelli” e non mi sento di dare torto, importante è, tutto è andato bene.

Grazie di averci seguito

Antonio & compagnia

 
 
 

15 Agosto

Post n°539 pubblicato il 14 Agosto 2010 da Antonio_Vicentini
 

FERRAGOSTO Coincide con la festa cattolica della assunzione di Maria (madre di Gesù).

Il termine Ferragosto deriva dalla latina feriae Augusti (riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall'imperatore Ottaviano Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività cadenti nello stesso mese.

Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro, asini e muli, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Tali antiche tradizioni rivivono oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione, durante il "Palio dell'Assunta" che si svolge a Siena il 16 agosto.

Nell'occasione, i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia: l'usanza si radicò fortemente, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria dai decreti pontifici.

…. Anche oggi…!!!

BUON FERRAGOSTO

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Sono in vacanza nelle Dolomiti, ma per gli amici presente in internet ....

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BALTHASAR VAN DER AST

Post n°538 pubblicato il 08 Agosto 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

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Sono in vacanza nelle Dolomiti, ma per gli amici presente in internet ....

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(1594-1656) pittore Fiammingo Barocco - I maestri fiamminghi diffusero in tutta l’Olanda la pittura a soggetto floreale. Ambrosius Bosschaert dipinse calibrate composizioni di fiori preziosi come gioielli, disposti in vasi collocati su un ripiano; la sua maniera fu proseguita dai suoi tre figli e dal cognato, Balthasar van der Ast.

I quadri che raffiguravano frutta e oggetti vari costituirono una sorta di sottogenere dai tratti altrettanto ben definiti: ricordiamo i cosiddetti ontbijt, o “colazioni”, un tipo di natura morta caratterizzato dalla presenza di coltelli, piatti, bicchieri, pane, frutta e pesce.

L’impasto cromatico di questi dipinti è di uno squisito tonalismo, e straordinaria è la resa dei riflessi luminosi nei vetri e negli argenti, che mettono in relazione tra loro i vari oggetti.

Prossimo Pittori: Bèraud Jean il 23 Agosto, alla fine delle vacanze.

 Da lunedì 9 agosto riceverai note della giornata…

Vedi il mio profilo, > e il mio sito di Alice<

Antonio

 
 
 

ARCIBOLDO

Post n°537 pubblicato il 07 Agosto 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Giuseppe Arcimboldo o Arcimboldi, come è nominato in diversi documenti d'archivio (Milano, 1527Milano, 11 luglio 1593) è stato un pittore italiano, noto soprattutto per le sue grottesche "Teste Composte", ritratti burleschi eseguiti combinando tra loro, in una sorta di Trompe-l'œil, oggetti o cose dello stesso genere (prodotti ortofrutticoli, pesci, uccelli, libri, ecc) collegati metaforicamente al soggetto rappresentato, in modo da desublimare il ritratto stesso.

Per i lunghi anni di servizio prestati alla corte imperiale, oltre alla fama artistica ed al benessere economico, Arcimboldo beneficiò di speciali onorificenze fino ad essere nominato da Rodolfo "Conte Palatino". Con la promessa di rimanere al servizio dell'imperatore, Giuseppe ottenne il permesso di tornare, nel 1587, nella sua Milano.

Gli anni del secondo periodo milanese furono ancora ricchi di impegno e di successi: a tale periodo risalgono i dipinti della Ninfa Flora e di Rodolfo II in veste di Vertunno, celebrate anch’esse – come le precedenti Teste Composte - da poeti e scrittori di corte. Nel 1593 Giuseppe Arcimboldo morì nella sua Milano.

 

Prossimo: Balthasar van der Alst

 

 
 
 

ANDREA DEL SARTO

Post n°536 pubblicato il 06 Agosto 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

pseudonimo di Andrea d'Agnolo di Francesco di Luca di Paolo del Migliore Vannucchi  (Firenze 16 liglio 1486 21 gennaio 1530 ) è stato un pittore italiano.

Nel 1517 Andrea del Sarto dipinge la celebre Madonna delle Arpie (oggi nelle Gallerie degli Uffizi a Firenze), della quale l'opera della Galleria Borghese riprende il movimento avvitato dei corpi e il volto di Maria. E' sempre lei, Lucrezia, l'amata donna sposata nel 1518. Andrea ha a Firenze una sua operosa bottega che diventa un punto di riferimento per i colleghi fiorentini. E' ormai un artista importante; la sua opera è reclamata in Francia da Francesco I.

Andrea si reca presso quella sontuosa corte e vi resta un anno; poi si congeda da Francesco I che tenta di trattenerlo, promettendo, anzi giurando al sovrano di fare in breve ritorno portando con sé Lucrezia, sposata appena un mese prima di giungere in Francia.

Andrea torna finalmente a Firenze, da Lucrezia e non farà mai più ritorno in Francia nonostante le promesse fatte a Francesco I; l'ambiente culturale fiorentino è più congeniale alla propria opera e Lucrezia gli è vicina.

Ma Vasari, nelle sue Vite contesta la scelta di Andrea. Egli, che lo ritiene uomo "timido d'animo" e di "natura dimessa e semplice", è convinto che la decisione del pittore di non tornare presso la prestigiosa corte francese, sia in verità dovuta al desiderio di restare vicino a Lucrezia, del cui carattere capriccioso e volubile, il pittore sarebbe vittima.

Prossimo:” ARCIBOLDO “ 

 

 
 
 

JACOPO AMIGONI

Post n°535 pubblicato il 05 Agosto 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Jacopo Amigoni (Venezia? 1682 - Madrid 1752)  

 Ancora irrisolta si presenta la questione relativa al suo luogo di nascita. “E poiché non esiste la minima prova che l’Amigoni fosse nato a Napoli, dobbiamo considerarlo, in concordanza con la tradizione, come oriundo di Venezia”.

Ad ogni modo, nel 1711 Jacopo Amigoni è ricordato nel libro della Fraglia dei pittori veneziani con l’indicazione di “fora”, vale a dire che in quel periodo, benché fosse maestro pittore con residenza a Venezia, si trovava altrove, fuori dal territorio della Serenissima. Tale annotazione potrebbe riferirsi ad un soggiorno “a Napoli in quell’anno, e quindi al relativo impegno all’Abbazia di Montecassino per l’esecuzione di due tele, andate distrutte durante l’ultima guerra.

 All’inizio dell’inverno del 1728 è documentata la sua partenza per Venezia, Roma, Napoli, così come il rientro, l’anno successivo, in Baviera durante l’estate. “

Alla vedova Antonia Marchesini, Ferdinando assegna una pensione di 500 doble ed alle figlie il rango di damigelle d’onore della regina.

Prossimo;ANDREA DEL SANTO 

 
 
 

LAURENS ALMA TADEMA

Post n°534 pubblicato il 04 Agosto 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

 - 8 gennaio 1836Wiesbaden, 25 giugno 1912 è stato un pittore olandese di nascita ma attivo nell'Inghilterra di epoca vittoriana.

 

Artista dell'epoca del decadentismo, è conosciuto per i suoi ritratti di scene di vita nell'antichità (particolarmente quelle ambientate all'epoca pompeiana), sempre caratterizzate da romantico languore e raffinata indolenza, oltre che permeati da ricorrenti motivi floreali.

 

Nato nel piccolo villaggio di Dronrijp, vicino a Leeuwarden (Frisia), Lawrence era figlio del notaio Pieter che morì quando lui aveva quattro anni. Sua madre, la seconda moglie di Pieter, si trovò a dover mantenere una famiglia molto numerosa ed avviò immediatamente Lawrence alla professione del padre, ma al manifestarsi del suo grande talento artistico Lawrence venne mandato ad Anversa.

 

Alma-Tadema ottenne la nazionalità britannica nel 1873 e venne nominato cavaliere in occasione dell'ottantunesimo compleanno della Regina Vittoria, nel 1899. Divenne membro della Royal Academy nel 1876 ed assunse una cattedra nel 1879. Nel 1907 venne incluso nel cosiddetto Order of Merit. Divenne anche cavaliere al merito in Germania, in Belgio, in Bavaria, in Prussia e ufficiale della legion d'onore in Francia, oltre che membro della Royal Academy di Monaco, Berlino, Madrid e Vienna. Ricevette medaglie a Berlino nel 1874, a Parigi nel 1889 e nel 1900 in occasione dell'esibizione internazionale e divenne membro della Royal Society of Watercolors.

 

Durante tutta la vita, Alma-Tadema si distinse per il suo amore per lo sport e la sua condotta di gentiluomo, amante del vino, delle donne e delle feste. Lo scrittore olandese Louis Couperus, autore di scritti sulla vita dell'antica Roma, rimase scioccato dal comportamento pacato e borghese dell'artista, al punto da registrare la propria delusione nei suoi scritti.

 

Si sposò nel 1863 con Marie-Pauline Gressin de Boisgirard, che fu anche la modella per il dipinto Nel peristilio del 1868. Visse a Bruxelles fino alla morte della moglie, nel 1869, lasciandolo solo con le due figlie Laurence e Anna. La prima sarebbe diventata una scrittrice e la seconda una pittrice. Nel 1871, Alma-Tadema sposò Laura Epps, nobildonna inglese di famiglia benestante, e anch'ella posò per numerosi dipinti tra cui il famoso Le donne di Amphissa (1887).

 

Prossimo: “ AMIGONI JACOPO “

 
 
 

PIETER AERTSEN

Post n°533 pubblicato il 03 Agosto 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

PIETER AERTSEN, o Aertszen, detto Pietro il Lungo, (Amsterdam, 1508 circa – Amsterdam, 1575), è stato un pittore fiammingo.

 

In giovane età si distinse per la raffigurazione di oggetti domestici, riprodusse con dovizia di particolari parti di arredi, utensili di cucina e altri oggetti di uso quotidiano; in seguito riprodusse scene di eventi storici.

 

L'artista fu allievo di Allaert Claesz e operò in un primo momento nella sua città natale, ma è ad Anversa che svolse gran parte della sua carriera tra il 1535 e il 1560. Qui dipinse numerose opere sacre tratte per lo più da momenti del Vangelo ( l'Ecce Homo, il Cristo con Marta e Maria, l'Incontro di Gesù con l'adultera).

 

Molte opere, fra le quali diversi altari di chiese olandesi furono distrutte nelle rivolte olandesi del periodo 1568 - 1648: tra queste si ricorda l'Adorazione dei pastori del 1560 di cui rimane solo un frammento. Fu capostipite di una dinastia di pittori, tre figli seguirono le sue tracce e divennero pittori di successo, tra i suoi discendenti il più noto è il nipote e suo allievo Joachim Beuckelaer.

 

L'artista fu poi in Italia dove forse entrò in contatto con Jacopo Bassano, uno dei maggiori pittori veneti del Cinquecento, il quale fu incline alla rappresentazione di scene pastorali, dove acquisivano particolare rilievo naturalistico piante e animali. Aertsen lavorò tantissimo ad opere di carattere popolaresco: scene di mercato, feste paesane e scene di cucina; egli infatti non si conformò al diffuso gusto manierista, ma, elaborando questi temi con forte realismo, se ne distaccò tanto da poter essere considerato un precursore di Pieter Bruegel il Vecchio e un pioniere della natura morta come genere pittorico.

 

Nei suoi lavori più celebri, che passano alla storia come "nature morte invertite" o "immagini raddoppiate", le figure iniziano a perdere peso compositivo, mentre la scena narrata viene rimpicciolita e spinta in secondo piano per lasciare il posto ad incredibili bancarelle di opulenti mercati o a cucine ben fornite.

 

Prossimo: ALMA TADEMA

 
 
 

WILLEM VAN AELST

Post n°532 pubblicato il 02 Agosto 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

(Delft, 16 maggio 1627Amsterdam, dopo il 1683) è stato un pittore olandese, soprattutto di fiori e nature morte.

 Figlio di un notaio, imparò a dipingere da suo zio, Evert van Aelst, a Delft. Nel 1643 venne preso alla scuola di pittori Sint-Lucasgilde. Nel 1645 si trasferì in Francia per accrescere le sue doti artistiche.

 Nel 1649 si trasferì a Firenze alla corte del Granduca di Toscana Ferdinando II de' Medici. Qui Willem iniziò a dipingere la nature morte, ancora visibili a Palazzo Pitti. Divenne poi socio del clan dei pittori di Bentvueghels.

 Nel 1657 tornò in Olanda accompagnato dall'amico Otto Marseus van Schrieck. Da Delft si trasferì subito ad Amsterdam. Qui, per il resto dei suoi anni, si dedicò a realizzazioni di nature morte.

 Le sue opere si trovano nel museo Mauritshuis del L'Aia, nel National Gallery of Art di Washington e nel Rijksmuseum di Amsterdam.

 Prossimo “ AEST PIETER “

 
 
 

WILLIAM SHAKESPEARE

Post n°531 pubblicato il 01 Agosto 2010 da Antonio_Vicentini
 

fu uno scrittore e un attore e visse in Inghilterra circa 400 anni fa. Scrisse sonetti d’amore e ben 38 opere teatrali che ancora oggi sono rappresentate nei teatri di tutto il mondo. Shakespeare fu un narratore straordinario: tra i personaggi scaturiti dalla sua fantasia ci sono re crudeli e regine assassine, fantasmi e streghe, naufraghi scampati a terribili tempeste e approdati su magiche isole deserte, innamorati divisi dal destino e folletti dispettosi.

 

L’INFANZIA

Non sappiamo con esattezza quando nacque Shakespeare. Un documento ecclesiastico dice che fu battezzato il 26 aprile del 1564. Dato che a quei tempi i neonati venivano battezzati tre giorni dopo la nascita, è probabile che Shakespeare sia nato il 23 aprile 1564.

 

William era il terzo figlio di John e Mary Shakespeare. La famiglia Shakespeare viveva a Stratford-upon-Avon, nell’Inghilterra centrale. John Shakespeare era un funzionario cittadino e un commerciante facoltoso. Mary era figlia di un ricco proprietario terriero. La coppia ebbe quattro figli maschi (William era il maggiore) e quattro figlie femmine, ma solo una di esse sopravvisse oltre l’infanzia.

 

SHAKESPEARE CERCA FORTUNA A LONDRA

Attorno al 1588 Shakespeare si trasferì a Londra e iniziò la sua carriera di attore e scrittore. Come attore Shakespeare conduceva una vita eccitante e ricca di impegni. Quasi ogni giorno le compagnie mettevano in scena uno spettacolo diverso: le prove si tenevano al mattino e lo spettacolo la sera stessa. Potevano recitare solo gli uomini: quello dell’attore non era considerato un mestiere per donne rispettabili! I ruoli femminili erano perciò interpretati da uomini vestiti da donna.

 

Shakespeare scrisse la sua prima opera, l’Enrico IV – Parte prima, tra il 1589 e il 1590, quando aveva circa 25 anni. Probabilmente lo spettacolo andò in scena in un teatro di Londra chiamato The Rose.

 

LA PESTE, LE POESIE E GLI SPETTACOLI

Nel 1593 una terribile epidemia di peste si abbatté sulla città di Londra, uccidendo più di 33.000 persone. Il contagio era così rapido e allarmante che i luoghi pubblici, come i teatri, furono costretti a chiudere per un certo periodo. Anziché scrivere opere teatrali, Shakespeare si dedicò alla poesia.

Due lunghi poemiVenere e Adone e Il ratto di Lucrezia, furono pubblicati tra il 1593 e il 1594 e ottennero subito un grande successo. Nello stesso periodo Shakespeare scrisse anche 154 sonetti (cioè poesie di 14 versi) che furono pubblicati solo nel 1609. Il sonetto n. 18, che inizia con le parole “Dovrò paragonarti a un giorno d’estate?”, è una delle più famose poesie d’amore mai scritte.

 

LA RICCHEZZA

Grazie ai guadagni della compagnia teatrale Shakespeare diventò ricco. Nel 1599 finanziò la costruzione di un teatro a Londra, il Globe Theatre, dove si esibiva soprattutto la sua compagnia. Il teatro, di forma circolare, poteva ospitare 3.000 spettatori. I nobili e i ricchi sedevano in una delle tre gallerie. Alla gente del popolo era riservato il cortile centrale, proprio sotto il palco. Peccato che sopra le loro teste non ci fosse il tetto e che spesso piovesse.

 

LA MATURITÀ ARTISTICA

Attorno al 1600 Shakespeare si dedicò alla scrittura di tragedie, tra le quali Amleto, Otello, Re Lear e Macbeth. Molti ritengono che queste tragedie siano le opere più belle di Shakespeare, forse tra le più belle mai scritte.

 

Nel 1603 la regina Elisabetta morì e salì al trono re Giacomo I. Il nuovo re onorò la compagnia di Shakespeare ribattezzandola King’s Men (“Gli uomini del re”). Nel 1608 Shakespeare e i suoi attori si trasferirono in un teatro all’aperto più grande.

 

Circa negli stessi anni, Shakespeare iniziò a sperimentare nuovi generi teatrali. Compose quattro opere che sono un misto di tragedia, commedia, amore e magia, ad esempio Il racconto d’inverno e La tempesta. Intraprese collaborazioni con altri scrittori per opere quali Enrico VIII e I due gentiluomini di Verona.

 

GLI ULTIMI ANNI

Dopo il 1611 Shakespeare smise di scrivere e tornò a Stratford dalla sua famiglia. Non sappiamo quale sia il motivo: forse aveva perduto il suo amore per il teatro e la scrittura dopo l’incendio che distrusse il Globe nel giugno del 1613.

Shakespeare morì il 23 aprile del 1616, nel giorno del suo 52° compleanno. Le cause della morte non ci sono note. Fu sepolto nella chiesa della Santa Trinità a Stratford-upon-Avon, dove ancora oggi si può visitare la sua tomba.

 
 
 

TORQUATO TASSO

Post n°530 pubblicato il 31 Luglio 2010 da Antonio_Vicentini
 

è il maggior poeta italiano del tardo Rinascimento. La sua vita fu segnata dai continui spostamenti. Nacque a Sorrento nel 1544 e studiò a Bologna e a Padova; nel 1559 si trasferì a Venezia e nel 1565 si spostò a Ferrara, entrando al servizio del cardinale Luigi d'Este. Nel 1575 completò La Gerusalemme liberata, un poema epico-cavalleresco. Contemporaneamente cominciò a dare segni di squilibri mentali.

 

Si spostò per breve tempo a Urbino, poi tornò a Ferrara. Qui si convinse di essere perseguitato e nel 1579, dopo una serie di crisi violente, fu ricoverato all'ospedale di Sant'Anna e vi rimase sette anni. Quando uscì dall'ospedale, ricominciò a spostarsi per l'Italia, continuando a rielaborare il suo poema e a comporre altre opere. Morì a Roma nel 1595.

 

Ascoltiamo un brano tratto dalla Gerusalemme liberata che racconta la morte Clorinda. Clorinda è una guerriera saracena; di lei si innamora, ricambiato, Tancredi, un eroe dell'esercito cristiano. Il loro amore ha una fine tragica: per una serie di equivoci Tancredi e Clorinda si fronteggiano a duello, durante il quale Tancredi (non avendola riconosciuta) la ferisce a morte.

 

Prossimo: “ WILLIAM SHAKESPEARE “

 
 
 

FRANCESCO PETRARCA

Post n°529 pubblicato il 30 Luglio 2010 da Antonio_Vicentini
 

nacque ad Arezzo il 20 luglio 1304. Era figlio di Eletta Canigiani e del notaio “ser Pietro di ser Parenzo”, detto Petracco o anche Patrarca. Suo padre era fiorentino, ma era stato costretto ad abbandonare Firenze nel 1302, dopo la cacciata dei guelfi bianchi, la fazione politica per la quale parteggiava. Si era quindi stabilito prima a Incisa di Valdarno, poi a Pisa.

 

Nel 1312 il padre, che lavorava per la Curia pontificia, venne trasferito ad Avignone, la città che da sette anni era diventata la nuova sede papale. La famiglia lo seguì in Francia e si stabilì a Carpentras, dove Petrarca ricevette i primi insegnamenti di grammatica.

 

GLI STUDI

Nel 1316, a dodici anni, Petrarca intraprese gli studi di diritto, prima all’università di Montpellier e poi, dal 1320 al 1326, a Bologna. Bologna era infatti la capitale europea in materia di studi giuridici.

 

Petrarca si avvicinò alla cultura cristiana grazie alla lettura del De Civitate Dei e delle Confessioni di sant’Agostino.

 

L’INCONTRO CON LAURA

Nel 1326, alla morte del padre, Petrarca abbandonò gli studi giuridici e ritornò ad Avignone, dove decise di dedicarsi alla carriera ecclesiastica per ovviare alle ristrettezze economiche della famiglia. Nella cittadina francese, il 6 aprile 1327, Venerdì Santo, nella chiesa di Santa Chiara, incontrò Laura, la donna che ispirò molte sue poesie, cantata sia nel Canzoniere, la sua opera più famosa, sia nei Trionfi.

 

Non sappiamo chi fosse Laura: forse era Laura de Noves, sposata con un certo Ugo de Sade. Sappiamo però che l’amore di Petrarca per lei continuò per tutta la vita e proseguì anche dopo la morte della donna, il 6 aprile 1348.

 

L’INCORONAZIONE A POETA LAUREATO

Nel 1330 Petrarca diventò cappellano di famiglia del cardinale Giovanni Colonna e ciò gli permise di viaggiare in Europa e di cercare, nel tempo libero, antichi manoscritti di poeti e scrittori latini. Nel 1337 si ritirò nei dintorni di Avignone, nel villaggio di Valchiusa (oggi Fontaine-de-Vaucluse), dove, in completa solitudine, studiava e scriveva, sia in latino sia in volgare.

 

La sua fama di poeta e studioso si diffuse e l’8 agosto 1341 in Campidoglio, a Roma, Petrarca ricevette l’incoronazione a poeta. La cerimonia fu molto suggestiva: dopo tre giorni durante i quali venne esaminato da Roberto d’Angiò, il coltissimo re di Napoli, al poeta venne donata la corona di lauro (il lauro, o alloro, era il simbolo di Apollo, dio della poesia, e dall’usanza di cingere il capo dei poeti con una corona di lauro deriva l’espressione “poeta laureato”); i festeggiamenti durarono altri tre giorni.

 

GLI INCARICHI DIPLOMATICI E GLI ULTIMI ANNI

Nel 1342 Petrarca tornò ad Avignone, ma si fecero sempre più frequenti i viaggi in Italia, dove, nel 1348, fu raggiunto dalla notizia della morte di Laura. Tra il 1348 e il 1350 ebbe numerosi incarichi diplomatici per conto del papa, e durante una di queste missioni strinse una duratura amicizia con Giovanni Boccaccio.

 

Nel 1353 Petrarca si trasferì alla corte di Galeazzo II Visconti, signore di Milano. Fu negli anni spesi alla corte milanese che Petrarca compose i Trionfi. Lo scoppio di un’epidemia di peste, nel 1361, lo costrinse a fuggire a Padova, poi a Venezia e infine ad Arquà (oggi Arquà Petrarca), sui Colli Euganei, dove morì la notte tra il 18 e il 19 luglio 1374.

 

LE OPERE

Petrarca ci ha lasciato opere scritte in latino e in volgare toscano (cioè il dialetto fiorentino), lingua da cui derivò l’italiano moderno. Anche se l’autore considerava la produzione in lingua volgare secondaria rispetto a quella in latino, a dargli fama furono i due componimenti in volgare, il Canzoniere e i Trionfi. Entrambi esercitarono una straordinaria influenza non solo sulla poesia italiana successiva, ma anche su quella europea.

 

Il Canzoniere, al quale Petrarca lavorò tutta la vita, è una raccolta di 366 componimenti poetici che, secondo le intenzioni dell’autore, avrebbero dovuto essere letti nell’arco di un anno (una al giorno; la prima poesia fungeva da proemio, cioè da introduzione, all’intera raccolta). Tema centrale della raccolta è l’amore per Laura, un amore che durò tutta la vita, anche dopo la morte della donna. Le poesie, infatti, si possono dividere in due gruppi: quelle composte quando Laura era in vita e quelle composte dopo la sua morte.

Laura è al centro anche dei Trionfi, un poema che Petrarca compose tra il 1356 e il 1374 e che rimase incompiuto. Il poema fu pubblicato per la prima volta nel 1470, insieme al Canzoniere.

 

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OMERO

Post n°528 pubblicato il 29 Luglio 2010 da Antonio_Vicentini
 

Molti di noi hanno sentito parlare dei mostruosi ciclopi, delle perfide sirene e del cavallo di legno di cui i greci si servirono per vincere la guerra di Troia. Questi e altri miti ci sono stati tramandati dalle opere di un antico poeta greco conosciuto con il nome di Omero.

 

UN UOMO MISTERIOSO

Chi era Omero? Ancora oggi non lo sappiamo con certezza.

Secondo la tradizione, Omero fu un aedo, ovvero un poeta che inventava lunghi poemi e poi li recitava a voce, forse accompagnandosi con il suono di una cetra. Si dice che sia vissuto nell’VIII secolo a.C., circa 2.700 anni fa, e che fosse originario di Chio, un’isola greca vicina all’odierna Turchia. Le leggende raccontano che era cieco e che trascorse la maggior parte della sua vita come un povero mendicante, vagando di paese in paese.

Omero è famoso soprattutto per i due poemi intitolati Iliade e Odissea. Entrambi narrano della guerra di Troia e degli eroi che la combatterono.

 

OMERO FU IN REALTÀ DUE PERSONE DIVERSE?

Ma l’Iliade e l’Odissea furono composte da un’unica persona? E furono davvero opera di Omero? Ancora oggi gli esperti non sanno rispondere a questa domanda e addirittura non sanno se Omero sia veramente esistito.

 

I due poemi presentano stili differenti e quindi, secondo alcuni studiosi, devono essere stati scritti da due diversi poeti. Secondo altri, invece, i poemi sono stati in realtà costruiti unendo tra loro una grande quantità di poemi e canti diversi e originariamente indipendenti. Omero sarebbe dunque solo un personaggio mitico: egli riunirebbe in sé molti aedi sconosciuti, che si tramandarono oralmente questi canti.

 

LA PROVA DEL TEMPO

Chiunque sia stato Omero, l’Iliade e l’Odissea sono ancora adesso tra i più grandi poemi di tutti i tempi. Gli antichi greci hanno dedicato alla guerra di Troia altri poemi e tragedie, sempre servendosi delle opere di Omero come riferimento. Gli scrittori dei secoli successivi hanno prodotto un numero incalcolabile di traduzioni e hanno narrato nuovamente le storie di Omero in canzoni, romanzi, opere, balletti, fiabe, film e persino giochi per computer. Queste vicende hanno influenzato anche il nostro modo di parlare. Pensa, ad esempio, alla parola “odissea”, che viene usata abitualmente per indicare un viaggio lungo e faticoso.

 

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Un blog di: Antonio_Vicentini
Data di creazione: 08/02/2008
 

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NESSUNO E' PADRONE DI NIENTE...

 

Nessuno è padrone di niente, tutto è un'illusione...dai beni materiali alle ricchezze spirituali.
Chi ha già perso qualcosa che riteneva di avere garantito finisce per capire che nulla gli appartiene...
Meglio vivere come se fosse l'ultimo giorno della vita e tenere con se ogni attimo, emozione, sorriso o parola che ci viene regalata....

 

 

 

CITAZIONE.....

-

Non è importante quanto dura una vita ma importante il tempo che il tuo ricordo e quello delle tue imprese rimangono impresse nella memoria di chi verrà dopo di te.

Non vivere come un uomo qualunque, poiché la vita di un uomo qualunque dura solo una vita.

 

QUANDO PENSI

 

Quando pensi che tutto sia perso, è proprio quello il momento di ricominciare, raccogli ciò che di buono sei riuscito a creare e portalo con te, il resto lascialo.

Vestiti di un sorriso e di tanta speranza allena il tuo cuore per le future battaglie e impara da quelle che tu chiami sconfitte.

Ricorda, c'è un tempo per piangere e un tempo per sorridere, SEMPRE se questo è il giorno della tua lacrima ricordati che domani si potrà trasformare in sorriso se tu lo vorrai.

Gli ANGELI ti sono accanto qualunque cosa tu vivi, quando ti senti più sola è perché non tendi loro l'orecchio del cuore.

Liberati dai pensieri negativi allenta il legaccio che da sola ti stringi nel tuo grande cuore e continua a respirare, vedrai che il ritmo del tuo cuore aumenterà con i battiti della tua vita.

Ascolta gli altri, ama e sorridi, riappropriati di ciò che sei e VOLA, vola più in alto del sole e sii felice... perchè è questo che desidera Dio da te, oggi e sempre...
SII FELICE.

 

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grazie... Strega74_1

 

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