Sgosh!

Se qualcosa può andar male lo farà.

 

Messaggi di Ottobre 2007

GIORNATA TIPO

Post n°386 pubblicato il 16 Ottobre 2007 da ausdauer
 

No, non sono ancora ubriaca in seguito ai festeggiamenti, come qualcuno comprensibilmente ha ipotizzato. Da quando ho abbandonato al suo triste destino il libro sulla psicodinamica delle relazioni oggettuali, emergere dal divano o dal letto e assumere possibilmente una posizione eretta mi costa fatica, molta fatica.

Le mie giornate si svolgono più o meno così.

ore 7.00: mi sveglio auto-maledicendomi per la mia indole mattutina e mi accorgo di avere fame.

ore 8.00: mi decido a malincuore ad assecondare la suddetta indole e mi accingo a sfamarmi.

ore 10.00: ho di nuovo fame e rovisto nella dispensa nella speranza di trovare qualcosa di commestibile.

ore 11.00: comincio a pensare a dove e come pranzare.

ore 12.00: tiro fuori il pentolame vario, e se necessario, esprimo la mia arte culinaria. Diversamente batto nervosamente il piede accanto alla porta in attesa di veder rientrare la Mutti.

ore 13.00: mi nutro all'insegna dell'abbondanza.

ore 14.00: mi guardo intorno per vedere con che cosa fare merenda.

ore 16.00: sbrano la mia merenda.

ore 17.00: dopo questa immensa fatica, mi sedimento sul divano a guardare puntate arretrate di telefilm.

ore 19.00: sento un certo languorino e comincio a ciondolare in cucina come una drogata in crisi di astinenza.

ore 21.00: mi infilo sotto le coperte, stremata da questo gravoso compito di pascimento delle morbide carni, pronta a sognare qualche nuovo pasto sfizioso da consumare.

Il mio massimo di attività fino ad oggi ha raggiunto i seguenti picchi:
- un salto all'Ipermercato con la Mutti, con annessa "corsa svolazzante" di parcheggio in parcheggio per recuperare un sacchetto di funghi freschi.
- un salto in libreria, in cui sono salita faticosamente fino al primo piano.
- un salto dalla parrucchiera, per potare la lunga chioma, in cui per accedere al lavaggio ho dovuto altresì salire nuove scale.
- un salto dentro il mio armadio per liberarlo dall'occupazione barbara degli abiti estivi.
- un salto sul blog per comunicare al mondo questa interessantissima situazione.

Come potrete immaginare, scrivere questo post mi ha affaticata notevolmente, pertanto credo che andrò a rifocillarmi. Non sia mai che il calo di zuccheri mi faccia svenire sulla tastiera prima di poter cliccare su "Pubblica".

Adiposamente sempre Vostra,
Ausdauerotolante.

 
 
 

COMUNICAZIONE UFFICIALE

Post n°385 pubblicato il 12 Ottobre 2007 da ausdauer


Gentili Signori e Signore,
Lettori e Lettrici appassionati,
Visitatori casuali,
Acari e batteri vari,

con il presente Si comunica al popolo virtuale che nonostante la preparazione arrangiata, l'evidente antipatia suscitata nella docente e la personale maldisposizione da lei dimostrata durante lo svolgimento dell'esame orale

Ausdauer ha terminato con successo tutti gli esami previsti dall'ordinamento.

Tra l'altro ha chiuso la serie con un 27, che, ahinoi, le ha persino rovinato la celeberrima media del 26, ma siamo sicuri che riuscirà anche stavolta a farsene una ragione e ad uscirne rinnovata nel profondo.

In attesa che la suddetta si risvegli dalla catatonia, cogliamo l'occasione per porgere cordiali saluti.

La Direzione

 
 
 

SAPIDO INDOVINELLO

Post n°384 pubblicato il 08 Ottobre 2007 da ausdauer
 

La Aus è connessa per la prima volta in vita sua con la webcam e intrattiene una conversazione messengereccia con il suo compagno di merende. Che cosa è più probabile che accada alla nostra eroina, nel mentre di questo appassionante tête à tête virtuale?

1) Si renderà ancora meno credibile leccando libidinosamente l'obiettivo con aria discutibilmente sensuale, allo scopo di vanificare la distanza fisica e turbargli l'ormone, mentre costui, in un evidente impeto d'amore, cercherà di rompere lo schermo a suon di craniate.

2) Si farà inquadrare sul letto sommersa dai suoi maialini, i quali le coprono malamente la diffusa e copiosa nudità, invitando suadetemente lo sconvolto spettatore ad entrare a far parte del gruppo.

3) Sparirà dallo schermo, come risucchiata da forze misteriose, mentre precipita al suolo in seguito allo sfascio, drammatico e improvviso, di una delle gambe della sedia su cui poggiava mollemente le flaccidissime natiche.

Lo so, è difficile immaginare quale delle tre si sia effettivamente verificata... -__-'

 
 
 

VOGLIO UN DICIOTTO, per favore

Che sia ora di finirla con la storia dell'università è chiaro ormai, specialmente dopo gli ultimi avvenimenti.
Dopo un disonorevole procrastinare della durata di 12 mesi, tre settimane fa mi sono decisa a salvare dall'invasione dell'acaro selvaggio quello sciagurato libro per il mio ultimo insostenibile esame, se non altro perché con oggi si chiudeva la possibilità di usufruire di appelli ufficiali prima della sessione di laurea di febbraio. Posto che quello a cui aspiro è un miserrimo 18, che corrisponderà ai minimi storici delle mie prestazioni universitarie ma che, se la Santa Manica Larga mi assiste, chiuderà il capitolo esami, mi sento decisamente in dirittura d'arrivo per tre, angoscianti, motivi.

1) La mia aria da brava ragazza è evidentemente andata a farsi friggere se la professoressa, in un giro di ricognizione tra i banchi pre-esame, mi ha squadrata e radiografata per poi decidere a pelle che io ero "sospetta" e scambiare il mio posto con una ragazza che sedeva al primo banco davanti alla cattedra (ragazza peraltro visibilmente poco disperata dal cambiamento). Tra l'altro non avevo bigliettini né tantomeno voglia di copiare, quindi deve essere proprio il mio angelico visino ad aver fallito miseramente.

2) Non credo sia normale, durante uno scritto che dura tre ore in cui si nota la gente consumare ettolitri di inchiostro e contribuire sfacciatamente al disboscamento della foresta amazzonica richiedendo fogli su fogli, guardare l'orologio con esasperazione dopo tre quarti d'ora e pensare "Mioddio, ma che palle". Senza contare che per la successiva ora e mezza è impensabile agognare allo scadere di un tempo rispettabile in cui consegnare e darsela furiosamente a gambe, senza nemmeno rileggere il compito. Probabilmente avrò sbagliato a scrivere persino il mio nome (che tra l'altro, avrò ricordato di scrivere?).

3) Mentre sedevo solitaria ed esausta ad un tavolo della mensa, mi si avvicina un ragazzuolo che frequenterà probabilmente il primo o il secondo anno di università. Si china per raccogliere qualcosa vicino alla mia scarpa e dice "Mi scusi". Quelle due parole, scandite in una forma di cortesia a stento accettabile, mi suonano tuttora così violente e ingiuriose.

Oh sì, Aus, all'università non c'è più posto per te... Preghiamo per quel benedetto 18, preghiamo.

 
 
 
 
 

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Un blog di: ausdauer
Data di creazione: 02/03/2005
 

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