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Tu lo sai che soffro perché vengo dopo le tue cose, dopo il tuo lavoro. E anche se neghi, in realtà in cuor tuo sai che ho ragione, perché non c'è nulla che possa dimostrare il contrario.
Sei un idiota che pensa che la felicità stia nel proprio sfruttamento lavorativo. Ti senti un grande, ma pian piano ti consumi e consumi ogni giorno uno spicchio di felicità che ti viene tolta. Perché ti sembra impossibile darmi un po' di tempo per stare io e te da soli, senza delle cazzo di telefonate di lavoro di merda e senza lasciarmi conseguentemente ad aspettarti per finire di mangiare con il cibo ormai freddo per mezz'ora? E perché non capisci che sono una vittima passiva di una cosa che più che dirtila non posso farci assolutamente niente? E perché mi riduco così, ad inseguire e a coprire d'oro un uomo che mi considera come una geisha? E perché cazzo mi annulli? Perché non ti sta bene quando mi lamento e mi vuoi sempre come un'amante adorabile e compagna reverenziale? So che la questione io la vedo come una trappola, e invece molti vedrebbero una via di fuga. Non è paura la mia, non riesco ad andarmene, forse riuscirò ad abituarmi alla tua indifferenza!