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Ogni manifestazione umana è il prodotto di un’idea originaria emanata dall’energia che ha ordinato il mondo, la sua comprensione avviene solo attraverso la corretta interpretazione dei simboli, i simboli sono le essenze del mondo invisibile che si mostra, per rendersi visibile.

In relazione a ciò, prendiamo visione di una manifestazione oggi molto intensa sulla quale si è detto molto  e si dice molto, producendo una congerie di pensieri Ma anche un’iperattività oltre che mentale anche fisica, relativa alla ricerca ed al compimento di una congiunzione carnale.  Ho più volte commentato più o meno in leggerezza, sulla eccedenza, sulla forma, sulla maniacalità di questo ricercare, quindi sulla forzatura di una pulsione naturale, di un’azione armonica scevra da meccaniche ripetitive e banalizzanti, quindi mortificante. L’ aspetto celato di questo eccessivo e sempre più caotico manifestarsi, che genera un sempre maggiore caos relativamente alla comunicazione tra le parti, oltre che ad un naturale incontro tra le stesse, è determinato da una mozione inconscia relativa alla potenza di un simbolismo. II simbolismo in questione è lo stesso che ha determinato e determina le nostre esistenze. Si sta parlando  del principio primo, quel principio attraverso il quale è stata fecondata la vita.  Il simbolismo dello spirito e della materia, del maschile e del femminile, del positivo e del negativo, del creativo e del ricettivo, dello yin e dello yang.

Nella fattispecie si sta parlando dell’atto di Creazione, laddove lo spirito uno e indivisibile per manifestarsi necessita della polarizzazione e della frammentazione attraverso il passaggio nella materia, quindi “muore” come anima e si incarna nel corpo per complementarità, così come il corpo “muore” dopo aver ricevuto e conformato lo spirito alla dimensione inferiore necessaria al processo energetico creativo ed evolutivo. Questo simbolicamente è possibile osservarlo nella natura e nelle scritture antiche, oltre che nella storia dell’umanità, quando,lasciando da parte le varie manipolazioni che in 20 secoli si è fatto di quei simboli, si riuscirà a vederli nella loro potente ed univoca luce. Ora, tornando all’oggetto relativo a quel manifestarsi, analogicamente, seppur in una dimensione diversa, la ripetitività di un azione così potente è naturalmente compensativa e tende a colmare quel vuoto, derivato dall’ormai totale assenza di un valore simbolico, quantomeno dalla indefinita percezione della sua esistenza. La coazione a ripetere così indirizzata sembra così sostituire e sostenere attraverso un movimento un’azione finalizzata e potenzialmente appagante. Tutto questo senza neanche lontanamente immaginare le potenzialità reali che un tale simbolo, correttamente interpretato potrebbe apportare ai nostri corpi ed alle nostre anime qualora ne fosse percepito il profondo significato, che è appunto quello primario della Creazione.

In tale ipotesi potremmo ritrovare un più sano equilibrio morale e mentale qualora acquistassimo la consapevolezza che l’intera creazione,progenie nata da un rapporto intimo tra la componente maschile e femminile del creatore, ad un altro livello, riproduca il rapporto sessuale tra uomo e donna, stesso identico rituale sublime della creazione divina.  Se l’atto sessuale verrà elevato, purificato e santificato dalla consapevolezza e certezza che si tratta del più sacro dei rituali, e che riproduce la struttura dell’atto creativo divino, solo allora si potrà fare un autentico salto di qualità. Benedetta sia quindi quell’umanità, la quale nel sano esercizio del suo potere creativo fisico e psichico, è consapevole di ripetere, nella sua dimensione, il “sacrificio” prerogativa della divinità, laddove sacrificio significa rendere sacro, e allo stesso modo getti le basi perché quel seme possa rappresentare in futuro almeno un riflesso delle intenzioni della mente divina.

Ringrazio quelle anime che mi hanno ispirato il post e prestato le parole di chiusura.