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TuttacolpadellaLuna

"...quando si avvicina troppo alla terra, fa impazzire tutti". William Shakespeare

 

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Lentamente camminava

Post n°3 pubblicato il 25 Aprile 2017 da Paintedonmyheart

Non sempre siamo in grado di guardare oltre.
Non sempre siamo interessati a scoprire
se ciò che sembra lo sia realmente.
Ci accontentiamo delle mezze verità,
di ciò che riusciamo ad accettare
senza farci troppo male…

 

Camminava  lentamente per le vie quasi deserte della piccola città. Il rumore dei suoi passi gli teneva compagnia. Alzò lo sguardo verso l’alto, dove finestre chiuse e balconi vuoti gli ricordarono che tutto era cambiato.

Sin da piccolo era sempre stato affascinato dal candore dei panni stesi al sole ad asciugare ed ancora oggi guardava sempre, con una sorta di ammirazione, quei balconi che li sventolavano  come bandiere, a testimonianza che lì c’era una vita che andava avanti, malgrado tutto. Oppure gli capitava di non riuscire a distogliere lo sguardo da una finestra illuminata da una calda luce dorata, perché lo aveva sempre incuriosito sapere chi fossero e come vivevano quelle persone, che avevano una casa che dal di fuori sembrava così accogliente. Che sia chiaro: non aveva mai spiato nessuno. Si era sempre limitato soltanto a guardare dalla strada, e a volte anche dalla macchina in movimento, in direzione di ciò che lui amava chiamare “gli occhi delle case”, perché le finestre sono lo specchio di chi vi abita, se le sai guardare attentamente. Lui lo sapeva ed è per questo che insisteva con lo sguardo: per cercare di intravedere una qualche immagine della vita di quella casa, quasi a voler trovare una corrispondenza tra quello che appariva e quello che traspariva.

Non è un caso, infatti, che i ricordi più forti che aveva erano quelli legati ai suoni e agli odori, che fuoriuscivano dalle finestre spalancate e dagli usci perennemente socchiusi delle case nei vicoli di Napoli, la sua città. Sua nonna abitava lì, in un antico palazzo che una volta era stato un monastero. Scalinate altissime e gradini consumati, soffitti a volta, mura spessissime, tutte rigorosamente in tufo, una pietra di cui le viscere di Napoli sono piene. Al suo interno ogni tanto si aprivano dei cortili, di cui alcuni, memori della loro antica destinazione, serbavano ancora delle lapidi che ricordavano i frati, le cui morti si erano susseguite nel trascorrere di centinaia di anni. Questo, però, non aveva mai spaventato nessuno degli abitanti di quel palazzo, compresa sua nonna, che non capiva perché, arrivato in prossimità di quel cortile, il suo impressionabile nipotino cominciasse a correre a perdifiato per rifugiarsi tra le mura della sua vecchia e rassicurante casa. A nessun altro era mai importato di quella particolare convivenza. A Napoli, in certi quartieri, non puoi permetterti di avere degli spazi completamente tuoi, e poco male se a condividerli siano delle tombe di frati…magari porteranno anche bene. A Napoli non si è mai soli.

In quei cortili riecheggiava la vita, fatta di musica e di voci, di rumori di stoviglie e tintinnìo di bicchieri di vetro all’ora di pranzo, di richiami melodiosi e cadenzati ad alta voce da un balcone all’altro. Tutto contribuiva a riempire ogni spazio, invadendo anche quello delle altre case. Spesso le musiche si intrecciavano tra loro, creando delle assonanze che mai più avrebbe ritrovato lungo la sua strada.

Tutti partecipavano non visti della vita, che prepotente si imponeva sopra ogni altra cosa, e tutto era estremamente piacevole per lui. Persino i litigi, che sfociavano in urla, a volte stridule a volte sommesse, gli davano una visione della propria vita più accettabile. La condivisione si sa, alleggerisce gli animi. Quegli odori poi… di ragù, di fritto, di carne arrosto… Richiami invitanti di pranzi e cene preparate con cura e sapienza, frutto di ricette che nessun libro avrebbe mai potuto trasmettere.

Tutto questo gli tornava alla mente guardando la tristezza di quei balconi apparentemente disabitati.
Come c’era capitato lì… E perché, soprattutto, si ostinava a restarci?

La risposta se la diede quando capì di non essersi accorto di essere arrivato sotto casa sua, tanto era confusa tra il grigiore delle altre.

No, il suo posto non poteva essere più lì...

 

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Commenti al Post:
NoirNapoletano
NoirNapoletano il 25/04/17 alle 16:34 via WEB
..è incredibile hai descritto la mia infanzia, come hai fatto ad arrivare fin sotto casa mia, quella in cui abitavo da piccolo in un vecchio monastero dove gli spazi si intrecciavano con le tombe di frati e cavalieri nei muri delle stanze e dei lunghissimi corridoi alti più di sette metri e tutti obbligati a volte. Ancora oggi che ogni tanto ritorno in quei luoghi, rivivo negli occhi ciò che hai descritto. Grazie ..
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 25/04/17 alle 17:03 via WEB
Forse perché è stata anche la mia infanzia o perché...abitavi nel palazzo di mia nonna! ;) Le origini ci accomunano, noir. Io non ci torno più da tanto lì ( ti parlo proprio del centro storico di Napoli) ma l'ultima volta che ci sono stata c'era ancora il salumiere sotto casa, da cui mia nonna orgogliosamente faceva mettere in conto il latte e il pane che mi mandava a comprare. Orgogliosamente perché credito non si faceva a tutti e mia nonna, quindi, di questa cosa ne andava molto fiera: la faceva camminare a testa alta tra quei vicoli. Soddisfazioni semplici, così come per tanti versi, e nonostante un minore benessere, era più semplice la vita. Grazie a te:)
 
Estelle_k
Estelle_k il 25/04/17 alle 17:11 via WEB
Mi sono immersa fra le tue righe come stessi accanto al personaggio del tuo post, ne ho quasi sentito l'odore un po' nostalgico di quelle vie e il profumo denso di vita. La mia metà partenopea era conquistata, sappilo; come vedere un film dei vecchi tempi, che ti fa vivere in qualche modo ricordi non tuoi..Brava Mimì..^___^!
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 25/04/17 alle 17:22 via WEB
Metà partenopea? Ecco spiegate tante cose;)) Gli odori, Estelle, sono quelli che mi (ci) fregano. S'insinuano tra i ricordi e sono capaci di farti rivivere stati d'animo che non possono tornare più. Ma a volte è anche bello lasciarsi cullare da una struggente malinconia... Grazie :)
 
a.crobata
a.crobata il 25/04/17 alle 17:38 via WEB
Quei cortili e quelle strade sono luoghi del cuore ... il racconto che fai è un ricordo nel senso etimologico della parola, ritorno-al-cuore.
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 25/04/17 alle 23:02 via WEB
Sì, conoscevo lil significato etimologico di questo verbo:) Bellissimo... Significativo anche che si ritenesse che nel cuore avesse sede la memoria. In effetti, ricordiamo soprattutto ciò che nel bene o nel male ci tocca: forse, quindi, non era tanto sbagliato crederlo. In questo caso doppio ritorno: al mio cuore e a quello della mia città, sempre molto vivo in me. Ciao, a.crobata, grazie per esserti fermato:)
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 25/04/17 alle 20:11 via WEB
Ma è l'inizio di un romanzo, il tuo? Mi metto comodo? (Oh, ma lo sai che sei brava?)
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 25/04/17 alle 23:46 via WEB
...je, e cosa credevi?! (Rido) Mi chiedi se questo sia l'inizio di un romanzo. In effetti ci hai visto giusto, perché lo era:) Un romanzo iniziato ma mai continuato. Non ci saranno seguiti, quindi, anche perché di ciò che avevo scritto sul pc mi era rimasto solo questo, il resto non so neanche dove sia. Lo avevo stampato, ma tra i vari traslochi deve essere andato perso. Ma poi, chissà! Magari mi vien voglia di continuarlo... Grazie:)
 
NoirNapoletano
NoirNapoletano il 26/04/17 alle 00:00 via WEB
dimmi.. anch'io ero del centro storico..beh ..in realtà lo sono ancora, ma tu parli dei quartieri o della Pignasecca?? .. o forse ..Santa Chiara..ecco lo sapevo ..ora mi scervello ahahaha che mistero sei
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 26/04/17 alle 15:20 via WEB
Ahahah noir, spero non ti abbia rovinato il sonno, vista l'ora in cui mi hai scritto;) Mia nonna abitava in via Sapienza ed il palazzo di cui parlo è quello che fa angolo con via Atri. La zona è quella del vecchio policlinico, molto alle spalle di piazza Dante, per capirci:) Io vivevo al Vomero, invece, dove ancora c'è la mia famiglia. Mia nonna non c'è più da un bel po' ed è per questo che in quei vicoli non ci passo più. Ma una parte di me è rimasta lì...
 
neimieipassi
neimieipassi il 26/04/17 alle 00:06 via WEB
Siii continualo! Mi associo a Je, sei davvero brava :) Non sono mai stata a Napoli ma mi sembrava di esserci, le finestre illuminate, la vita al di là di esse, gli odori... e la casa di tua nonna(e di Noir?)... quanto mi piacerebbe vederla :))
 
 
NoirNapoletano
NoirNapoletano il 26/04/17 alle 13:35 via WEB
la mia è nel centro storico un monumento ai frati Olivetani (MonteOliveto) è del 1600 il vero Chiostro dei Frati che ospitarono il Torquato Tasso..Ricordo che tra il sacro e il profano c'è sempre stata la presenza della "bella mbriana" o del monaciello e chissà avventura paranormale brrrrrrr ^____^
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 26/04/17 alle 15:28 via WEB
Sapessi, neimieipassi, quanto era caratteristica quella casa... Come tutte le case antiche aveva i soffitti altissimi e le stanze enormi una dentro l'altra. Il bagno, pensa, era minuscolo, invece, ed in cucina e senza finestra, perché ricavato in un secondo momento. Infatti quelli non erano appartamenti, forse un misto di parti del convento e di celle dei monaci, perché i pianerottoli erano lunghi, bui e stretti, con tutte le porte delle varie case che vi si affacciavano. Faceva una paura attraversarli... Ma la cosa più bella era il balconcino che dava in un cortile interno, dove affacciavano anche quelli delle altre case, e che faceva da cassa di risonanza per tutte le voci che si mischiavano tra loro, ecco perché sembrava di essere tutt'uno:)
Non credo che continuerò a scriverlo, però: ci vorrebbe un minimo di costanza che io non ho per niente. Ma grazie dell'incoraggiamento;))
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 26/04/17 alle 15:35 via WEB
Noir, allora la zona, più o meno, è la stessa.
 
 
NoirNapoletano
NoirNapoletano il 26/04/17 alle 16:41 via WEB
si si ..via Atri incrocio via Sapienza ..conosco, conosco bene..à a ridosso di via San Biagio quanti ricordi..l'Università..le occupazioni..i gruppi musicali..e chissà se non ci siamo mai conosciuti ..
 
   
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 27/04/17 alle 23:21 via WEB
Io non vivevo lì, ci andavo spessissimo, però, perché frequentavo il Conservatorio e, quindi, dopo scuola, appoggiavo spesso da mia nonna quando avevo le lezioni il pomeriggio. Dubito, pertanto, che ci siamo potuti conoscere:)
 
oltre.lo.specchio
oltre.lo.specchio il 28/04/17 alle 10:51 via WEB
bel racconto di vita...hai trasmesso visivamente i ricordi di chi ha vissuto in un posto "vivo", immagini, odori, suoni...penso che infatti non riuscirei a vivere in un posto che ha la freddezza e il grigiore di una città impersonale, abituata come sono alla mia cittadina in cui si "respira"la vita....continua Paint..mi associo al coro:))
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 28/04/17 alle 15:12 via WEB
...ma grazie! :)) Sì, vivere in una città molto viva abitua a certi stimoli la cui mancanza, poi, può essere veramente deprimente. Anche se la tranquillità di certe cittadine può essere in molti casi salutare:) Grazie, oltre.lo.specchio, è un piacere averti qui:)
 
NoirNapoletano
NoirNapoletano il 28/04/17 alle 11:26 via WEB
..ecco un altro luogo comune ad entrambi ..ahahah ..il Conservatorio..è inutile sei circondata ...^_____^
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 28/04/17 alle 15:13 via WEB
Nooo...hai frequentato anche tu il Conservatorio?! :) Vedo il manico di una chitarra nella tua foto: è lo strumento che vi hai studiato? E in che anni?
 
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