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QUELLO CHE NON TI HO DETTO MAI

Non ti ho detto mai
veramente quello che tu sei per me
è difficile spiegare quello che
ti riempie gli occhi e il cuore
e dà senso alla tua vita.
Nessun uomo, sai
e nessuna donna può dividerci
è una palla di cemento oramai
questo nostro sentimento
che stringiamo tra le dita.

Questi giorni sai
belli o brutti sono sempre belli e noi
siamo pieni di incertezze ma ci sei
con le tue carezze, tu...
A volte in mezzo al mare anche noi
rischiamo di affogare dentro ai guai
ci sappiamo consolare, come sai
rimanendo lì distesi
ad occhi chiusi
ad una nuvola appesi.

Io non so se poi
il destino avrà un suo ruolo su di noi
tale da riuscire a separarci o no
ma io prego sin da adesso
che il futuro sia lo stesso.

Ma se un bivio un dì
ci aspettasse per dividerci così
che restassimo da soli
tu già sai che vivrei per aspettarti
io ti proteggerei lo sai
con il vento piano ti accarezzerei
con il primo raggio io ti sveglierei
ed io spero di saperti
lì con qualcuno, che possa amarti.

 

 

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Post N° 267

Post n°267 pubblicato il 01 Marzo 2008 da zingiber
 

Non ricordo quanti anni avessi... Otto - dieci, non di più.
Eravamo a scuola, un elicottero continuava a sorvolare a bassa quota il territorio del nostro comune, insistentemente.
La nostra curiosità di bambini, ci faceva tenere il naso per aria, incollato ai vetri delle enormi finestre, per guardare cosa facesse, se atterrasse. A quei tempi era inusuale un fatto del genere, ed eravamo tutti eccitati all'idea che potesse scendere nel prato della nostra scuola.
Speranza vana, così ci rimettemmo ai nostri banchetti reduci di quell'epoca che ancora vedeva gli scolari scrivere con penna e calamaio, tanto che molti ancora erano provvisti di quest'ultimo.
Tornata a casa, raccontai a mamma dell'elicottero. E lei mi disse che stavano cercando dei bambini che erano scomparsi. Erano quattro, tre fratellini e un vicino di casa, della frazione vicina, una femmina di circa 12 anni, e tre maschietti più piccoli.
Le ricerche continuarono per qualche giorno... Non ricordo quanti.
Il mistero fu svelato quando cercando anche nella soffitta di casa, furono notate 4 paia di ciabattine fuori da un baule di quelli tipici da tenere in soffitta, dove riporre le cose che non servono più.
Il baule custodiva i quattro corpi ormai senza vita dei quattro bambini, morti soffocati, vittime di quello che doveva essere un gioco infantile.
Il coperchio del baule, richiudendosi di scatto, aveva fatto sì che la chiusura si agganciasse, imprigionandoli in una trappola mortale.
Per giorni e giorni pensai all'angoscia provata da quei quattro bimbi, al buio, terrorizzati, con i corpicini martoriati da graffi e lividi nel tentativo vano di aprire quel maledetto coperchio...

La stessa angoscia, ora amplificata dall'essere nel frattempo divenuta mamma, provata all'idea di Francesco e Salvatore intrappolati in quella maledetta cisterna, da soli, al freddo e al buio, senza che nessuno sentisse le loro urla, la loro paura, la loro disperazione. Senza un caldo abbraccio, soli, senza speranza.
Non riesco a pensare che qualcuno abbia freddamente scelto per loro quel tipo di morte... Non riesco a credere che un padre, anche in un impeto d'ira, possa arrivare ad un tale livello di disumanità, non riesco a credere che non possa essersi fatto cogliere dal rimorso nelle ore successive, quando poteva ancora essere fatto qualcosa, magari non per Francesco, ma per Salvatore sì.
Ma d'altro canto resta però quell'intercettazione: "Non dire dove sono i bambini o mi uccido".
E un'altra cosa mi ha lasciata perplessa, ieri sera, guardando Matrix, sul caso di Gravina.
La convivente di Pappalardi, tempo fa, aveva permesso di essere intervistata, aveva aperto le porte della sua casa alle telecamere, e, mostrando la cameretta dei bambini, quando ancora nulla si sapeva sulla loro sorte, ha detto: "Qui dormiva Francesco, e qui dormiva Salvatore".
Non ha detto "Qui DORME", come se desse per scontato che non fossero più, come se non ne attendesse più il ritorno...

Ma vittime di un tragico e fatale gioco di bimbi, o della cattiveria umana, la loro morte è stata orribile. E per molto tempo ancora nella mia mente risuoneranno le loro urla inascoltate, così come per molto tempo, allora bambina, immaginai quelle di quei 4 bambini nell'angusto spazio del baule.
Spero di non dover mai sopravvivere ai miei figli.

 
 
 
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PRIMAVERA

E solcherò il tuo corpo
come se fosse terra
cancellerò quei segni
dell'ultima tua guerra

E brucerò col fuoco
quest'erba tua cattiva
e ti farò con l'acqua
più fertile e più viva

E pregherò che il sole
asciughi questo pianto
e pregherò che il tempo
guarisca le ferite

Poi costruirò una serra
intorno al tuo sorriso
farò della tua vita
un altro paradiso

Sarò il tuo contadino
e tu la terra mia
combatterò col vento
che non ti porti via

Poi spargerò il mio seme
nella tua verde valle
e aspetteremo insieme
che venga primavera
che venga primavera

 

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