il vecchio prof
«Quando miro in cielo arder le stelle; Dico fra me pensando: A che tante facelle? Che fa l’aria infinita, e quel profondo Infinito seren? che vuol dir questa Solitudine immensa? ed io che sono?»
LE DOMANDE DI UN UOMO VERO
![](http://digiphotostatic.libero.it/frattale58/med/80150e6d92_6048180_med.jpg)
IL CIRCO DELLA FARFALLA: STUPIRSI DI NOI
Lo ripropongo perché aiuta nella ricerca:
c'è uno sguardo che ti permette di
recuperare il senso e la dignità dell'esistere
... limiti compresi
(un quarto d'ora speso bene)
LETTERA A DANTE
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Allora quando il lavoro è finito
(e, magari, sembra averci ammazzati per non lasciar più spazio altro che per il sonno e magari neppure per quello);
quando ci si alza dai tavoli delle cene perché gli amici non bastano più;
quando non basta più nemmeno la figura della madre (con cui, magari s'è ingaggiata, scientemente o incoscientemente, una silenziosa lotta o intrico d'odio e d'amore)
e si resta lì, soli, prigionieri senza scampo, dentro la notte che è negra come il grembo da cui veniamo e come il nulla verso cui andiamo,
comincia a crescere dentro di noi un bisogno infinito e disperante di trovare un appoggio, un riscontro;
di trovare un "qualcuno"; quel "qualcuno" che ci illuda, fosse pure per un solo momento, del poter distruggere e annientare quella solitudine;
di poter ricomporre quell'unità
lacerata e perduta.
G.Testori
su L'Espresso 1975
LA GOCCIA
Post n°32 pubblicato il 21 Giugno 2012 da frattale58
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Post n°31 pubblicato il 20 Giugno 2012 da frattale58
Per me cambiare lo sguardo significa prendere in considerazione altri fattori, che non ero disposto a guardare, in una certa situazione. Gli amici, non quelli che ti danno sempre ragione, svolgono un ruolo importante nell'aprire l'orizzonte. (difficile che accada nel Web?)
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Post n°29 pubblicato il 16 Giugno 2012 da frattale58
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Post n°28 pubblicato il 13 Giugno 2012 da frattale58
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Post n°27 pubblicato il 11 Giugno 2012 da frattale58
UN RINGRAZIAMENTO (A MIA MOGLIE..) MOLTO SIGNIFICATIVO |
Post n°25 pubblicato il 09 Giugno 2012 da frattale58
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Post n°24 pubblicato il 06 Giugno 2012 da frattale58
A chi non è venuta per una volta la domanda: ma perché .... Volentieri pubblico questo dialogo tra un'allieva e la sua insegnante, impegnate insieme in un cammino al vero. |
Post n°23 pubblicato il 01 Giugno 2012 da frattale58
TEMPO DI ESAMI !! Com'è difficile valutare in modo "giusto"
che trasmettere intelligenza rende intelligenti, che trasmettere speranza aumenta la speranza. Cominciai ad insegnare per questo: per togliere l'opaco dagli occhi dei miei ragazzi.." (dal film: Auguri professore, 1997) |
Post n°22 pubblicato il 27 Maggio 2012 da frattale58
Tino allora prese il coraggio a due mani e ruppe il silenzio con una domanda che a lungo aveva covato in quegli anni: ‘Perché vi riesce tutto quello che agli altri è difficile?’ L’anziano maestro d’ascia non rispose subito, chiuse gli occhi e sorrise, come stesse misurando la risposta. ‘Vedi Tino, qui c’è ora solo uno scheletro... Se tu per un attimo lo fissi poi chiudi gli occhi lo puoi contemplare, prova... Ora stai vedendo la barca completa vero? Ecco, ora riapri gli occhi e stammi attento: quando io faccio qualcosa guardo così; nel pezzo di legno che lavoro vedo già la barca. ![]() guardo le cose non per quelle che sono ma per quelle che diventeranno e poi chiedo la forza perché lo diventino. Così le amo anche se mi fan male, le amo perché le vedo già finite, già a compimento”. (da Piergiorgio Bighin, Piero delle Vele, il Leggìo) |
Post n°21 pubblicato il 22 Maggio 2012 da frattale58
Questo è un dialogo tratto da un racconto di Fabio Tombari (“Le stelle”) in cui una bambina chiede spiegazioni a suo zio sul fatto che lui veda sempre la realtà come un fattore positivo:
– Zio, – fece Clara – tu vedi tutto sempre bello. -La verità è sempre bella- -Come? come?- intervenne la mamma. – Ma una verità può essere anche brutta e cattiva!- -Tu confondi e chiami verità le esperienze. Queste sono effimere, passeggere- - Ma il dolore, la sofferenza….- obiettava la mamma. – Hanno la loro verità bella e buona – – Bella? – – Si, bella, senonchè nascosta- – E perché è nascosta? – chiese Clara. – Perché la si cerchi. La verità non si rivela a chi non la cerca –
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Post n°20 pubblicato il 20 Maggio 2012 da frattale58
AI MIEI STUDENTI (IN PARTICOLARE A MAGDA E TOMMY e anche MATTIA) Com'è strano, difficile, faticoso riprendere coscienza di noi stessi, della vita, del vero, riaccorgerci di verità per cui la vita sussiste, si muove. Ma occorre volerla, questa fatica, perché possiamo riprendere contatto con verità che sono luce per la vita. Occorre che questa luce rischiari le nostre giornate e contenda il terreno e lo spazio all'ottusità con cui ci alziamo al mattino, facciamo colazione, andiamo a scuola o al lavoro, un'ottusità sub-umana che inaridisce il gusto del vivere, il significato di ciò che facciamo, e che solo la luce della verità può farci superare. "Il pericolo maggiore che possa temere l'umanità - dice Teilhard de Chardin - non è una catastrofe che venga dal di fuori. Non è né la fame, né la peste. E' invece quella malattia spirituale, la più terribile perché il più direttamente umano dei flagelli, che è la perdita del gusto di vivere. |
Post n°19 pubblicato il 19 Maggio 2012 da frattale58
“Dio ha creato tutto quello che esiste?” Uno studente diligentemente rispose: “Sì certo!”. “Se Dio ha creato tutto, allora Dio ha creato il male, poiché il male esiste e, secondo il principio che afferma che noi siamo ciò che produciamo, allora Dio è il Male”. Gli studenti ammutolirono a questa asserzione. Il professore, piuttosto compiaciuto con se stesso, si vantò con gli studenti che aveva provato per l´ennesima volta che la fede religiosa era un mito. Noi abbiamo creato questa parola per descrivere come ci sentiamo… se non abbiamo calore”. L´oscurità è in realtà assenza di luce. Noi possiamo studiare la luce, ma non l´oscurità. Come possiamo sapere quanto buia è quella stanza? Lo studente concluse “Il male non esiste, o almeno non esiste in quanto tale. Il male è semplicemente l´assenza di Dio. E´ proprio come l´oscurità o il freddo, è una parola che l´uomo ha creato per descrivere l´assenza di Dio. Dio non ha creato il male. Il male è il risultato di ciò che succede quando l´uomo non ha l´amore di Dio presente nel proprio cuore.
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Post n°18 pubblicato il 17 Maggio 2012 da frattale58
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Post n°17 pubblicato il 16 Maggio 2012 da frattale58
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera alcuni giorni dopo il rapimento di Aldo Moro e l'uccisione di tutti i membri della sua scorta per opera delle Brigate Rosse. (..) Perché almeno ieri, almeno oggi, almeno adesso, non si pone fine al sistema delle ret opposte eppur eguali, e non si aiuta l'uomo a porsi con terribile chiarezza di fronte alla realtà? Perché chi ha la possibilità e, dunque, il dovere di farlo, non l'aiuta a capire come sia proprio la realtà sociale a naufragare una volta che essa venga privata del suo sangue sacro e religioso? Perché s'è avuto e si ha ancora il timore di dire che il Dio rifiutato è un vuoto che nessuna demagogia del benessere e dell'eguaglianza, o d'ambedue assieme, può colmare; e che quel vuoto, a riempirlo, sarà solo il cupo inferno della materia impazzita e della sua impazzita cecità e solitudine? (...) L'uomo e la sua società stanno morendo per eccesso di realtà; ma d'una realtà privata del suo senso e del suo nome; privata, cioè, di Dio. Dunque, d'una realtà irreale. (..)Affondare gli occhi nel nostro male tenendo presente il Dio che abbiamo lasciato o, quantomeno, il dolore d'averlo lasciato, non significa veder meno: significa vedere ancora di più; e significa, inoltre, non poter più usare la parola (quella parola che è appunto ciò che si fa carne) come menzogna; menzogna che è servita e serve per usare la carne; per colpirla, crivellarla e stenderla, assassinata, su una delle strade che avevamo costruito per il nostro bene e per la nostra vita.
Corriere della Sera, 20 marzo 1978 oggi che sta accadendo una nuova stagione di odio e di violenza, queste parole mi fanno molto riflettere... e a voi? |
Post n°16 pubblicato il 08 Maggio 2012 da frattale58
Questo è il paradosso dell'amore fra l'uomo e la donna: due infiniti si incontrano con due limiti: due bisogni infiniti di essere amati si incontrano con due fragili e limitate capacità di amare. e solo nell'orizzonte di un amore più grande non si consumano nella pretesa, carica di violenza, e non si rassegnano, ma camminano insieme verso una pienezza della quale l'altro è segno. la pretesa che l'altro, che è limitato, risponda al desiderio infinito che desta, rende impossibile il compimento di sé e della persona amata. per scoprirlo bisogna essere disposti ad assecondare la dinamica del segno, restando aperti alla sorpresa che questa può riservarci. J.C. L'esperienza della famiglia: una bellezza da conquistare di nuovo |
Post n°14 pubblicato il 29 Aprile 2012 da frattale58
Il commento di lemmy mi ha fato venire in mente una poesia (no non è una poesia, è una prosa) di Peguy :) Un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano. Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore. La gamba di una sedia doveva essere ben fatta. Era naturale, era inteso. Era un primato. Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in modo proporzionale al salario. Non doveva essere ben fatta per il padrone, né per gli intenditori, né per i clienti del padrone. Doveva essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura. Una tradizione venuta, risalita da profondo della razza, una storia, un assoluto, un onore esigevano che quella gamba di sedia fosse ben fatta. E ogni parte della sedia fosse ben fatta. E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata con la medesima perfezione delle parti che si vedevano. Secondo lo stesso principio delle cattedrali. E sono solo io — io ormai così imbastardito — a farla adesso tanto lunga. Per loro, in loro non c’era neppure l’ombra di una riflessione. Il lavoro stava là. Si lavorava bene. Non si trattava di essere visti o di non essere visti. Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto. Noi veniamo da questa tradizione, se i nostri ragazzi vedessero adulti lavorare così, non credi che ci sarebbe una speranza di "rivoluzione"? |
Post n°13 pubblicato il 26 Aprile 2012 da frattale58
(è solo una parte della lettera) Cari amici, dobbiamo guardare ed esaminare insieme: che cosa? Noi stessi. Per abituarci a vedere in noi la parte di responsabilità che abbiamo nei nostri mali. Qui sta la nostra colpa: come mai, noi Italiani, abbiamo abdicato, lasciato ogni diritto, di fronte a qualche vacua, rimbombante parola? che cosa abbiamo creduto? creduto grazie al cielo niente, ma in ogni modo ci siamo lasciati strappare di mano tutto, da una minoranza inadeguata, moralmente e intellettualmente. Questa ci ha depredato e questo è il lato più roseo io credo. Credetemi la “cosa pubblica” è noi stessi. Al di là di ogni retorica, constatiamo come la cosa pubblica sia noi stessi, la nostra famiglia, il nostro lavoro, il nostro mondo insomma. E se ragioniamo il nostro interesse e quello della cosa pubblica finiscono per coincidere. Appunto per questo dobbiamo curarla direttamente, personalmente, come il nostro lavoro più delicato e importante. Perchè da questo dipendono tutti gli altri, le condizioni di tutti gli altri. Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete voluto più sapere! Giacomo Ulivi, 19 anni, studente di giurisprudenza. MI COLPISCONO IN PARTICOLARE LE ULTIME RIGHE |
Post n°12 pubblicato il 21 Aprile 2012 da frattale58
Oggi mia figlia si è sposata.... non dico quanti sentimenti contrastanti ho avuto. Mentre l'accompagnavo lungo la navata dove alla fine l'aspettava il suo futuro sposo pensavo: "ecco che se ne va..." ma poi mi dicevo: "è giusto così, una nuova tappa della sua e della mia vita, da vivere come un'avventura..." che strana la vita! |
Post n°11 pubblicato il 15 Aprile 2012 da frattale58
Questo è ciò che ha scritto una studentessa di quattordici anni dopo la visione del circo della farfalla. Per me è valsa la pena di farlo vedere anche solo per lei. GRAZIE CAMILLA Beh che dire questo film parla da sé, il messaggio che ci ha inviato il regista è molto chiaro. Io penso che la perfezione non esista. Molto spesso questa parola “PERFEZIONE” viene utilizzata in modo sbagliato, come molte altre parole. Per molti il Perfetto è colui che ha “tutto”: un bell’aspetto, un bel portamento, un bel modo di proporsi in pubblico; pochi guardano il carattere, l’intelligenza, la bontà. Una persona viene spesso identificata dall’aspetto e non dalle virtù che possiede. Oggi è così: se un ragazzo o una ragazza hanno qualche difetto fisico, qualche chilo di troppo, non sono abbastanza “IN” vengono subito definiti degli sfigati, quando in realtà magari sono delle persone squisite. Dai.. non sono di sicuro delle ossa in più che rendono una persona perfetta! E infatti l’abbiamo visto tutti che lui (il protagonista del film) pur essendo diverso è riuscito in ciò che credeva. Questa si chiama forza di volontà. Tutti siamo in grado di metterci in gioco e di raggiungere i nostri obiettivi. Tutti abbiamo dei difetti e sono proprio questi che ci rendono unici, magnifici. È quello il bello dell’essere umano: tra miliardi di persone c’è un solo te. E allora impariamo ad accettarci come siamo, nei pregi e nei difetti, perché per qualcuno un tuo difetto potrebbe essere il miglior pregio che possiedi. Non fermiamoci all’aspetto fisico, ma entriamo nella persona, scopriamone il carattere. In fin dei conti siamo come dei biglietti da visita: è vero che una bella copertina può influire sul lettore, ma se quando si apre il biglietto, ci si imbatte in una brutta grafica e in uno scarso contenuto, quello rimarrà solo un inutile pezzo di carta. Ciò che conta è quello che siamo veramente. |
Post n°10 pubblicato il 14 Aprile 2012 da frattale58
Mi piacerebbe che mi diceste cosa ne pensate... ciao |
ULTIMI COMMENTI
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...per certa gente
è serio il problema dei soldi,
è serio il problema dei figli,
è serio il problema
dell'uomo e della donna,
è serio il problema della salute,
è serio il problema politico:
tutto è serio
eccetto la vita.
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Chiedete a un padre
se il miglior momento
non è quando i suoi figli
cominciano ad amarlo
come uomini,
lui stesso, come uomo,
liberamente,
gratuitamente....
quando i suoi figli
cominciano a diventare uomini
.... E lui stesso, lo trattano
come un uomo libero..
Peguy
DAL PRIMO POST
- PER AMORE SI Può MORIRE
- QUELLA TRISTEZZA CHE DIVENTA AMORE
- INTERMEZZO SCOLASTICO
- QUALCUNO HA VISTO IL CIRCO DELLA FARFALLA?
- IL COMMENTO DI UNA QUATTORDICENNE
- CHE GIORNATA!
- LETTERA DI UN CONDANNATO A MORTE DELLA RESISTENZA
- LAVORARE PER CHI?
- DEDICATO A MIA FIGLIA
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- COME COLMARLO QUESTO ABISSO?
- DIALOGO TRA UN PROF ATEO E EINSTEIN
- QUESTO DESIDERIO DEL DESTINO..
- La verità è sempre bella ...
- LA BELLEZZA DEL VIVERE
- com'è difficile valutare..
- UN CAMMINO INSIEME...
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- VUOI ESSERE FELICE ORA O DOMANI?
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- L'IMPREVISTO ...
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