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LAZIO, CHE STORIA: E' LEGGENDA!

Post n°2795 pubblicato il 28 Maggio 2013 da s.s_lazio1900

La storia si ripete, ogni 13 anni la Lazio diventa leggenda: da Chinaglia a Lulic, passando per l'inferno e un diluvio...

Palla a Lulic e gol. Mancano diciannove minuti alla fine, la Lazio è avanti, ha messo la freccia sulla Roma, ha allungato il passo verso la sua sesta Coppa Italia. Diciannove minuti, 1.140 secondi con le linee serrate a difendere un gol troppo prezioso per non essere protetto con le unghie e con i denti. La Roma spinge, attacca, ma lo fa in maniera confusa, la sua onda perde d'intensità con lo scorrere inesorabile del tempo. Mauri si divora il 2-0, poi ancora brividi e alla fine ecco la gioia più grande, la più attesa, la più sentita. La Lazio vince, fa sua la Coppa Italia, cancella i rivali e si prende tutto quello che voleva: trofeo, Europa e supremazia cittadina. Inizia una festa bellissima, con il popolo laziale a rendere onore alla squadra entrata di diritto nel pantheon degli immortali biancocelesti. Da Marchetti a Radu, da Biava a Cana, da Onazi a Klose. Petkovic come Bernardini ed Eriksson. E' storia. La Lazio scrive una delle pagine più intense dei suoi 113 anni. Come nel '74, come nel 2000, come nel '87. Attimi indelebili di Lazialità. Da Maestrelli a Petko, ogni 13 anni la storia della prima squadra della Capitale si arricchisce di un capitolo da romanzo. E' il destino che tesse la sua tela e disegna parabole incredibili.

DALLO SCUDETTO ALLO SCUDETTO, PASSANDO PER L'INFERNO - Chinaglia a incarnare la Lazialità sul campo, un'orchestra magnifica guidata sapientemente dal Maestro verso un sogno chiamato Scudetto. Una stagione condotta dall'inizio alla fine quella 73-74, coronata dal rigore di Long John contro il Foggia. Era il 12 maggio 1974, la Lazio diventava Campione d'Italia. Una squadra folle, ribelle, sfrontata, figlia della sua epoca, immersa in un clima particolare, calcio e pistole. Maestrelli mago capace di proporre, per primo in Italia, quello che poi gli olandesi avrebbero ribattezzato come calcio totale. Dal Maestrelli a Fascetti il passo è breve, sempre Lazio, altro capitolo da romanzo. Nove punti di penalizzazione non bastano ad affosare i biancocelesti, guidati dal cuore di Fiorini capace di scaraventare dentro la porta sotto Curva Nord il gol della vita. L'urlo dell'Olimpico è un ruggito, il grido di battaglia di chi non cede un centimetro, di chi si aggrappa con le unghie e con i denti anche all'ultimo anelito di speranza. Il crocevia Vicenza indirizza a Napoli dove la Lazio lotta, trema, poi risorge grazie al colpo di testa di Fabio Poli che vola in cielo, più alto di tutti e decreta una salvezza eroica. Altri 13 anni ed è di nuovo Scudetto, di nuovo una pagina epica. La Lazio è una squadra stellare, ma nel girone di ritorno non ha andamento regolare, inciampa diverse volte, si ritrvova distante nove punti dalla Juventus capolista, ma non molla. La rimonta parte proprio in un derby deciso dalla zampata di Nedved e da un capolavoro di Veron. Passano sette giorni e Simeone ferisce la Vecchia Signora. La corsa è riaperta. I veleni, le tensioni, vengono spazzate via in un 14 maggio da sogno, da un diluvio che sommerge Perugia e le speranze bianconere. Il sole di Roma, invece, illumina la Lazio, la eleva, la esalta. E' il 2000 e dal tricolore firmato Chinaglia sono passati 26 anni, 13 dall'impresa compiuta dalla banda Fascetti. La Lazio vola alta. Ancora una volta.

LA PIU' BELLA DI TUTTE QUANTE - E' la storia che si ripete, che trova sbocchi impensabili. Ebbene, dal '74 a oggi, ogni 13 anni, la Lazio arricchisce la propria vita di gesta memorabili, da tramandare di padre in figlio. E allora ecco che, alla stessa distanza tra il primo scudetto e l'ardimentosa salvezza firmata dai ragazzi del "-9", la notte della sesta Coppa Italia si piazza a 13 anni dal secondo tricolore. La "sesta" non è una coppa come le altre, è il coronamento di una supremazia nata nel 1900, è la tradizione che s'impone e cancella ogni dubbio. La Lazio è padrona di Roma e solo chi questa Città la vive, la respira, la sente sulla pelle può capire quanto sia pesante il successo di ieri perché dopo ieri nulla sarà come prima. E' bastato un guizzo di Lulic per affondare i giallorossi, cancellarli e mandare in Paradiso i biancocelesti che, per il terzo anno cosceutivo, disputeranno l'Europa League e -dulcis in fundo- contenderanno anche la Supercoppa Italiana alla Juventus. Vince la Lazio, lo fa nel primo derby della storia con in palio un trofeo: "Sempre più i primi della Capitale". Recita bene la t-shirt indossata dai giocatori durante i festeggiamenti. La Lazio arriva prima anche nei trionfi, si distingue, si toglie una soddisfazione immensa, reagala alla sua gente una notte di gioia pura. Quella gioia che i Laziali attendevano da 13 anni. Il destino ha fatto il resto. Era scritto nelle stelle.

Fonte: Lalaziosiamonoi.it

 
 
 
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