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Citazioni nei Blog Amici: 26
 
 

 

Quanta solitudine!

Post n°304 pubblicato il 15 Giugno 2011 da frapeace
 

Questo articolo non è stato pubblicato perchè parlerebbe di suicidio. In realtà penso si sia trattato di un "omicidio sociale"

 

E’ successo a P. (CB) , primo pomeriggio, un uomo di 62 anni (di cui non citerò il nome per rispetto al dolore dei familiari) è stato trovato impiccato nel suo garage... La salma è stata composta presso l’obitorio del paese dopo che le indagini svolte dai carabinieri hanno accertato il suicidio dell’uomo. I familiari sono comprensibilmente sconvolti e sorpresi dall’avvenimento e noi non possiamo che unirci alla loro sofferenza. Certo è che condividere il dolore di qualcuno non vuol dire formulare una semplice frase di circostanza ed è proprio per questo che dobbiamo farci “ferire” da simili notizie. Se restassimo ciechi ed indifferenti rispetto a tutto quello che di brutto ci capita attorno nulla avrebbe mai la possibilità di cambiare.Proprio per questo tali eventi non possono restare inosservati ma devono ferirci, farci male, tirarci fuori dalla paralisi dell’indifferenza. Madre Teresa di Calcutta affermò una volta che la lebbra dell’occidente è la solitudine, un male che colpisce milioni di persone mietendo sempre troppe vittime, una, malattia per cui non esistono farmaci ma un unico e semplice rimedio: l’affetto di qualcuno. Forse abbiamo trovato il micidiale killer che ha colpito questa persona ma sarà impossibile arrestarlo o fermarlo se prima non lo individuiamo dentro di noi per combatterlo nelle scelte che facciamo attimo dopo attimo. Spesso scegliamo la gente in base al suo successo nella vita o per la possibilità che ha di darci qualcosa, ma bisogna essere consapevoli che accanto le stelle che brillano ce ne sono altre apparentemente spente perché coperte da un velo tessuto di tristezza e amarezza che lungo gli anni si è accumulato, pazienza e amore possono far si che questi astri tornino a brillare.

 
 
 

Sanità: quando la coperta è troppo corta

Post n°303 pubblicato il 11 Giugno 2011 da frapeace
 

Fra Umberto Panipucci


Articolo Apparso Sabato 11 Giugno 2011 su "Il Nuovo Molise"


  Una coperta troppo corta, in questo tipo di problema incappava, una volta, la gente povera (la maggior parte), quella costretta ad adattarsi con ciò che aveva. Se il prezioso accessorio era di dimensioni inadeguate non garantiva al corpo un’efficace difesa dal freddo. La testa o i piedi restavano fuori. L’analogia è troppo calzante per non essere usata con gli attuali problemi che la sanità sta vivendo sia a livello locale che nazionale. Purtroppo i tagli al settore sono stati drastici, basti pensare che tra il 2009 e il 2010 si è arrivati a 35 milioni di euro solo per la nostra regione! Non ci sono abbastanza soldi, i debiti relativi al bilancio generale ammontano a quasi 600 milioni di euro, solo per colmare quelli del settore sanità ogni molisano dovrebbe spendere di tasca propria 250 euro per ripagarli. Non si possono pretendere i miracoli, questo è chiaro come altrettanto lo è la necessità di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni a quella che rischia di diventare un’emergenza. E’ il prezzo da pagare per anni di sperperi e cattiva gestione, è il costo di una politica distante dalle reali esigenze dei cittadini che ha giurato di servire, ma ha avuto come massima priorità l’accrescimento e la conservazione del potere, un malcostume diffuso in tutt’Italia con tutto il dovuto rispetto per le eroiche eccezioni. L’unica soluzione immaginabile è la riduzione di distanza fra istituzioni e popolo, trasparenza, partecipazione reale e consapevole alla gestione della cosa pubblica, limitare le ingerenze delle lobby di potere politico economico, che detto in breve diventa: più democrazia, più valori, più trasparenza. L’Italia è una repubblica, vuol dire che la gente è sovrana (non è una battuta), ma un re che non voglia farsi abbindolare dal primo consigliere opportunista ha bisogno di buoni maestri. Quando cominceremo a cercarli?

 

 
 
 

Protesta disperata dei dializzati

Post n°302 pubblicato il 10 Giugno 2011 da frapeace
 

 

Articolo apparso: 08/06/2011 sul "Nuovo Molise"

Fr. Umberto Panipucci

Non credevo potesse realizzarsi una simile situazione, nove pazienti in dialisi hanno deciso di astenersi dalle cure necessarie dopo aver saputo che l’ospedale (il “Caracciolo” ad Agnone) presso cui sono assistiti non avrebbe più garantito loro un medico reperibile 24 ore su 24. Per fortuna tutto si è risolto il giorno dopo la drammatica protesta.Questa preoccupante situazione è un esempio degli effetti dovuti al taglio delle risorse economiche previsto dalla “ristrutturazione” della sanità molisana. Cosa può aver spinto persone così bisognose di cure ad un gesto tanto estremo se non il disperato bisogno di manifestare il proprio disagio? Certo è che questa gente non si è sentita garantita nel diritto alla salute e non si può restare indifferenti ad un segnale così forte. Basti pensare che la dialisi è la sostituzione del compito dei nostri reni che quando per una qualsiasi ragione smettono di funzionare non permettono l’eliminazione di scorie e liquidi che altrimenti avvelenerebbero il nostro organismo. 
Possiamo facilmente immaginare a quali rischi si sarebbe sottoposto chi si fosse privato di questo particolare trattamento pur avendone urgente necessità. Senza un’assistenza medica adeguata queste persone, a ragione, sentono la loro vita a rischio. Questa convinzione è talmente forte che non hanno esitato a rendere manifesto tale disagio attraverso un gesto così radicale e pericoloso. Un simile evento non può che lasciarci un inquietante interrogativo: quanto è a rischio il nostro diritto alla salute?  Concludo citando il messaggio rivolto agli operatori sanitari nel 2010 da Benedetto XVI: “Enecessario operare con maggiore impegno a tutti ilivelli affinché il diritto alla salute sia reso effettivofavorendo l`accesso alle cure sanitarie primarie».

 

 

 
 
 

Sanità: ai ripari da cattive decisioni

Post n°301 pubblicato il 09 Giugno 2011 da frapeace
 

Articolo Apparso il 9 Giugno su "Il Nuovo Molise".

 

Fr. Umberto Panipucci

 

 Campobasso: la ASREM ha finalmente  confermato attraverso una delibera il  provvedimento già deciso per far fronte alla insostenibile carenza di personale medico neiPronto Soccorso della nostra regione. E’ chiaro che una soluzionedel genere è nata in seguito al palese pericolo di creare delle carenze imperdonabili nel dovere della pubblica amministrazione di garantire il diritto alla salute. Molti di voi avranno accolto con un sospiro di sollievo tale notizia, in special modo chi ha già sperimentato i conseguenti disservizi proprio dove, nei momenti di maggiore necessità, ci auguriamo con tutto il cuore di non trovare. Conosco personalmente diversi operatori in questo particolare settore che più di una volta mi hanno confidato la loro “disperazione” a fronte di una mole di lavoro insostenibile. Come potete immaginare l’aumento dello stress nell’ambiente lavorativo influisce direttamente sulla qualità del servizio e sulla sua produttività, ciò vuol dire che la situazione avrebbe continuato a peggiorare con il tempo. Se è vero che bisogna fare i conti con il bilancio disponibile lo è altrettanto che certi tagli possono costare molto più di quello che, attraverso di essi, si voleva risparmiare. Questo diventa ancora più evidente se si considera che i costi di cui si parla possono includere anche vite umane! Ciò che è ammissibile e la massima razionalizzazione dei costi che dovrebbe essere concordata con chi ogni giorno è in prima linea per garantire, a chi ne ha bisogno, il soccorso necessario.

 

 

 
 
 

Se volete annientare una persona convincetela che nessuno la ami

Post n°300 pubblicato il 28 Maggio 2011 da frapeace
 

 
 
 

Noi poveri 4331

Post n°299 pubblicato il 14 Marzo 2011 da frapeace
 

 

 Siamo 4331 in Molise  e probabilmente anche più, dobbiamo chiedervi aiuto, e non per acquistare vestiti o accessori estetici, non per pagarci un master o l'ultima rata della macchina, quello che siamo venuti a chiedere al Banco Alimentare era cibo. E quando questo succede non potete far finta di niente anche perché l'anno scorso ne eravamo 3781, il 14% in meno e tutte queste persone che continuano ad aumentare di numero non si possono nascondere sotto uno zerbino come un po' di polvere che non ci va di raccogliere. La povertà cresce nell'apparente opulenza del nostro occidente in cui si divarica sempre più la forbice tra poveri e ricchi. La povertà cresce anche in Molise. Queste frasi che avrete già sentito centinaia di volte non arrivano più dall'altra parte di uno schermo televisivo ma dalla porta accanto. Per fortuna ci sono le 36 associazioni convenzionate con il Banco A. che si occupano di noi. La solidarietà non è solo la pia pratica di chi si sforza di raggiungere le vette della perfezione morale o religiosa. La sua esistenza e promozione è l'unica vera garanzia per tutti noi di poter essere aiutati nel momento del bisogno. Ci viene spesso propinata un' immagine del successo ingannevole e menzognera in cui si afferma chi in modo leale o meno riesce ad affermare se stesso nel mondo del lavoro. Io continuo a pensare che il vero modello vincente sia quello che promuove i valori trasmessi dal Vangelo, tutt'altro che una semplice tradizione ma piuttosto la fonte di ogni vera novità che possa definirsi tale. Certo dobbiamo capire da venga questa povertà, quali ne possano essere le motivazioni e per questo noi possiamo aiutarvi fino ad un certo punto, con il racconto delle nostre storie di disoccupati, licenziati, immigrati e profughi, al resto, cari politici ed esperti dovete pensarci voi.

     

    Fra Umberto Panipucci

 
 
 

Domenica: possiamo vivere senza?

Post n°298 pubblicato il 06 Marzo 2011 da frapeace
 

Articolo apparso su "Il Nuovo Molise" del 5 marzo 2011

 Sempre meno la Domenica sembra essere un giorno speciale fra quelli della settimana, sempre meno profuma di quel “non so chè” che ci spinge verso il misterioso splendore di cui è intrisa, sempre meno pensiamo a lei come il giorno del Signore. Per aiutarci a capire quanto abbiamo perso del senso di questo tempo sacro rifletteremo su un piccolo tratto poco conosciuto della nostra storia.Durante la persecuzione di Diocleziano, scatenata nel 303, furono tanti i fedeli che testimoniarono con la vita la loro fede in Cristo. La frase che da il titolo a questo articolo è legata alla storia di 49 di essi: i martiri di Abitene, un'antica città che oggi localizzeremmo in Tunisia. Questi coraggiosi testimoni contravvennero l'ordine tassativo in tutto l'impero di non celebrare l'eucarestia sapendo di rischiare la vita. Purtroppo a causa di un delatore furono sorpresi durante una celebrazione, catturati, minacciati e torturati davanti ad un'importante autorità di quella regione affinché rinunciassero alla loro fede. Nessuno di loro cedette cosicché vennero uccisi uno ad uno. Il proconsole Aulino, l'autorità succitata, ammirando tanta fermezza e dedizione chiese a Emerito (colui aveva messo a disposizione la propria abitazione), «Perché hai accolto nella tua casa i cristiani, contravvenendo così alle disposizioni imperiali?». La sua risposta fu semplice e diretta: “Perchè senza la Domenica non possiamo vivere”. Vorrei per voi, che avete letto questo racconto, ci fosse adesso un poco di silenzio, il terreno migliore perchè il messaggio che vi è stato dato possa germogliare e portare i suoi frutti. La Domenica non può essere un giorno qualsiasi, questo giorno è fatto per riunirci con le persone che amiamo attorno a ciò che da senso alle nostre fatiche, a tutta la nostra vita, questo giorno serve per non perderci.

Fra Umberto Panipucci

 
 
 

Credetici, il Mobbing uccide.

Post n°297 pubblicato il 04 Marzo 2011 da frapeace
 
Tag: mobbing

"Dal 1978 al gennaio 2000 ben 293 militari si sono uccisi in ambienti appesantiti da comportamenti opprimenti e vessatori (mobbing)".

Per leggere il resto dell'articolo clicca qui

 

 

 
 
 
 
 

Rispetto per Yara e Sarah: cambiate canale

Post n°295 pubblicato il 02 Marzo 2011 da frapeace
 

Articolo apparso su "Il Nuovo Molise" del 02/03/2011

Ciò che decide il contenuto delle grandi produzioni massmediatiche nella quasi totalità dei casi è determinato esclusivamente da ciò che fa lievitare l'audience, per il semplice motivo che questa influisce direttamente sui profitti ricavabili dalla vendita degli spazi pubblicitari. Niente di male a ricavare guadagni dai propri investimenti, niente di male se questo ne stimola di nuovi e produce occupazione. Il problema dunque resta:“può essere la sola la logica della massimalizzazione dei profittia guidare tutto”? La risposta è proprio quella che vi aspettate: no. Se i valori fondamentali vengono relativizzati qualsiasi sistema organizzato è una macchina che guida alla cieca, un pericolo pertutti. Un rischio che anche il mondo dell'informazione può correre. Dopo 7 mesi dalla sua scomparsa, la storia della povera Sarah continua ad essere sviscerata e riproposta senza alcuna pubblica utilità se non quella di apparire come un complicato ed avvincente giallo dai protagonisti reali. Converrete con me che questa non può essere informazione ma la sua spettacolarizzazione più triste.Purtroppo niente cambierà finchè non impareremo a cambiare canale, quando occorre. Si perchè è la nostra audience che premia un programma piuttosto che un altro e ispira i palinsesti televisivi. Il ritrovamento del corpo Yara rianimerà l'attenzione dei media che cercheranno di riottenere lo stesso successo mediatico incassato con la vicenda di Sarah. Si riproporrà lo stesso clichè, quello della vittima e del mostro che mette tutti contro uno e alimenta quel senso di giustizia “forcaiola” che poco giova a quella vera. Io personalmente, prima da uomo poi da battezzato, infine da consacrato, non posso esimermi dal manifestare la mia disapprovazione. L'informazione non può piegarsi tanto alle censure quanto ai gusti della gente, più che mai quando sono discutibili. Contribuite a costruire i vostri media con uno zapping illuminato dal senso del rispetto, lo stesso che giustamente dobbiamo alle vicende di Yara eSarah.


Fra Umberto Panipucci



 
 
 

Perdonare?!

Post n°294 pubblicato il 01 Marzo 2011 da frapeace

Perdono è tutt'altro che passività di fronte al male, esso implica il reagire ad esso trasformando la rabbia in zelo verso la giustizia nello sforzo di recuperare umanamente chi ha sbagliato.




 
 
 

SPOT: NO MOBBING

Post n°293 pubblicato il 28 Febbraio 2011 da frapeace
 
Tag: video





All'opinione pubblica non interessa molto ma questo problema esiste
proprio come la "gente" che lo genera.


 
 
 

Cani

Post n°290 pubblicato il 26 Febbraio 2011 da frapeace
 

Articolo apparso su "Il Nuovo Molise" il 25/02/11

In questi giorni è alla ribalta della cronaca la vicenda legata alle condizioni in cui sono costretti avivere i circa 300 ospiti del canile di Poggio Sannita. La condanna sale unanime dall'opinione pubblica, tanta atrocità non è giustificabile. Ma qui il nostro intento non è ripetere quello che la cronaca ed i telegiornali continuano a farci sapere, ma piuttosto cogliere ciò che questo singolo evento ha da dire per tutti gli altri che gli somigliano. La gloria di Dio, diceva sant'Ireneo è l'uomo vivente. Si, perché è all'umanità che l'Altissimo ha concesso il compito di regnare sulla creazione. Questo privilegio ha però in se grandi responsabilità se si considera che il modello di regalità che la storia della salvezza ci tramanda è quello di Gesù, decisamente ben distante dal cinico spadroneggiare a cui invece siamo tristemente abituati. L'uomo, che ha smarrito la stima dei valori fondamentali, non è solo “lupo” di se stesso ma anche di tuttociò che può depredare. San Francesco sapeva sentirsi fratello anche delle più umili creature, perfino del vento e delle stelle, il suo amore, che pur sapeva fare le giuste distinzioni, non sapeva alzare muri e abbracciava tutto. L'umanità, quella più nobile, sa anche indignarsi dell'ingiustizia, dell'abuso, sa dire no e denunciare. Ci sono persone capaci di sentirsi responsabili della sofferenza di altre creature, che non sanno darsi pace finché qualcosa non cambia.Se si considera poi che l'affronto non è solo rivolto agli animalima anche ai contribuenti che hanno regolarmente pagato le tasse ancheperché queste creature potessero essere trattate degnamente, lemotivazioni per arrabbiarsi raddoppiano. I cani sono esseri meravigliosi, capaci di amare a loro modo come poche altre specie, non si contano gli episodi che vedono questi nostri compagni protagonisti di eroici salvataggi pagati anche con la loro stessa vita. Dopo il notevole impatto mediatico locale e nazionale che la scoperta dell'episodio ha suscitato, le istituzioni non possono più restare indifferenti. Le associazioni cinofile si stanno muovendo, vogliono fatti. E se anche i cani non votano non si può dire lo stesso di chi li ama.


Fra Umberto Panipucci



 
 
 

Luca non è morto

Post n°289 pubblicato il 25 Febbraio 2011 da frapeace
 

Articolo pubblicato il 24/02/2011 sul quotidiano "Il Nuovo Molise"

 

La quotidianità ci si mostra immutabile con i suoi ritmi e le sue ridondanze, sembra quasi che la vita non abbia più nessuna sorpresa da riservarci. Questa è però solo un'illusione. Ciò che a noi sembra certo e solido si mostra per quello che è quando meno ce lo aspettiamo. Niente più della morte di una persona che ci è cara può sconvolgerci, un mattone fondamentale della nostra vita sparisce, tutto crolla, sentiamo il buio calarci attorno. Ecco, adesso possiamo provare a comprendere il dolore dei familiari di Luca, un giovane appena trentenne che ha perso la vita mentre andava a guadagnarsi onestamente il proprio posto nel mondo, il pane quotidiano, la sua realizzazione umana e personale, insomma: tutto ciò che serve a rendere la vita degna di essere vissuta. La domanda che subito ci assale è “perché questa assurda ingiustizia?”. La risposta più opportuna rimane il silenzio rispettoso, che però parte da un cuore aperto e disponibile alla solidarietà umana e spirituale. Il credere che la vita non si esaurisca nel pellegrinaggio terreno è un'altra ancora che ci salva dal naufragio umano che un simile trauma può causarci. Perchè se così è tutto cambia. La morte non è più la voragine che inghiotte un'esistenza e scardina l'equilibrio vitale di una famiglia, ma un passaggio, l'aprirsi di una crisalide, la metamorfosi dell'esistenza, l'approdo alla pienezza dell'essere, la visione di Dio. Luca quindi non è morto, è solo partito per un paese lontano, là ci attende vegliando su di noi, che ancora non vediamo la stessa Luce che lui ammira. Noi siamo i lontani, lui è il vicino. Certo non vorrebbe vedere i suoi cari così afflitti dal dolore, al contrario desidererebbe che lo sentissero non nella sua apparente assenza ma nel suo diverso e più completo esserci. Noi tutti da parte nostra possiamo far si che il sacrificio di Luca non vada sprecato, ricordando, ogni volta che intraprendiamo un viaggio in macchina, di quanto sia illusorio e pericoloso quel senso di apparente sicurezza che a volte adombra la nostra attenzione.

 

Fra Umberto Panipucci

 

 

 

 
 
 

Silentium

Post n°288 pubblicato il 28 Gennaio 2011 da frapeace
 

Il silenzio? Lo conosco bene, affollato com'è di tutto ciò che tace quando ne siamo fuori. ma proprio qui è possibile ascolatare la voce di Dio, un cuore puro ne è l'interprete.

Silence? I know what it is, full of everything that is silent when we are inside it. but right here you can hear the voice of God: a pure heart, His interpreter.







 


 
 
 
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Data di creazione: 20/07/2006
 

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