Creato da aliasnove il 10/01/2013

IL LAVORO

Nell'era della globalizzazione

 

 

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LA SFIDA DEL VIRUS: PIU' STATO, MENO MERCATO

Post n°325 pubblicato il 14 Maggio 2020 da aliasnove

Frugando nelle carte di una vecchia scrivania nella casa dove mi trovo confinato, ho trovato una ricerca sul Rachitismo infantile a Napoli nei primi anni del Novecento, firmata da nonno Gaspare, allora studente di Medicina proprio in quella città.

Dopo una serie di considerazioni di carattere medico, che tralascio, mi hanno colpito le conclusioni, incentrate su considerazioni sorprendenti e inoppugnabili nella loro semplicità. La causa principale del rachitismo infantile era da imputare alla mancanza di cibo, alla miseria, alla fame cronica di quei bimbi. Insomma, l’unica cura efficace del rachitismo era una buona e sana alimentazione. Anche oggi, più di un secolo dopo, le condizioni sanitarie sono legate a doppio filo alle condizioni economiche e sociali della popolazione. La sanità rimane una questione di povertà e di ricchezza, di vita e di morte. La salute pubblica, però, ha acquistato una centralità mai avuta prima perché sono venuti al pettine i nodi di un orientamento ultra-liberista dello sviluppo capitalistico che, tra i suoi effetti, ha comportato pesanti tagli alla sanità e al welfare state in generale. Sono cresciute in modo intollerabile le distanze tra ricchi e poveri, sono aumentate le ingiustizie sociali, è stato compromesso il rapporto uomo-natura, si sono rotti delicati equilibri ambientali. In questo quadro ha trovato terreno fertile la pandemia di Covid 19 e, come una serie di studi ci avvertono, altre pandemie potrebbero diffondersi.

Tutto ci dice che sarebbe irresponsabile continuare a baloccarci con l’idea ingannevole e falsa che basta rilanciare l’economia e che questo modello di sviluppo, nonostante i guasti prodotti, è l’unico possibile. Anche il coronavirus si è comportato in modo diseguale e selettivo perché si è scrupolosamente adattato alla condizione reale dei rapporti sociali. La pandemia, infatti, non ha colpito tutti allo stesso modo. Sul piano strettamente sanitario il virus ha attaccato di più gli anziani, le persone fragili, alcune fasce popolari più emarginate. E’ entrato di più negli alloggi popolari e nelle case di riposo per anziani. Ma è sul piano delle conseguenze sociali che Covid 19 ha seguito, con esattezza e puntigliosità, la mappa delle diseguaglianze sociali disegnata dalla deriva neoliberista degli ultimi decenni. In questo periodo di confinamento abbiamo apprezzato il fatto che il personale sanitario, gli operatori ecologici, gli autotrasportatori, i conducenti di bus e metropolitane, le cassiere dei supermercati, i fattorini, ecc. siano stati in prima linea a lavorare e abbiano consentito – pur in una situazione di emergenza – che la vita di tutti noi potesse scorrere con un minimo di tranquillità. Ma gli stessi benpensanti, che inneggiano all’eroismo di chi si trova in prima linea, non si preoccupano affatto, poi, se questi lavoratori siano spesso sottopagati e poco considerati.

La tempestività della risposta dello Stato alla crisi attuale è fondamentale anche per contenere il dilagare del malessere sociale, conseguente alla precarietà e alla disoccupazione, destinate a crescere in modo esponenziale a causa della recessione. Allo Stato, in questa fase, spetta un ruolo strategico. Oltre agli interventi che aiutino la ripresa economica e la riconversione ecologica del comparto produttivo, la bussola per lo Stato deve essere la difesa e il rafforzamento dei servizi pubblici indispensabili quali la sanità, i trasporti, la scuola, cultura, la ricerca. La cosa non è affatto scontata. Sono infatti in movimento, ancora una volta e più aggressivi di prima, i fautori di “meno Stato e più mercato”. Tra questi si distingue su una linea ultra-liberista il nuovo presidente della Confindustria che, in verità, non disdegna gli aiuti pubblici purché servano esclusivamente a sostenere le imprese. Naturalmente senza vincoli o regole da rispettare verso i lavoratori e la società. Si prospetta perciò l’inizio di uno scontro duro tra chi cerca di ripristinare lo status quo ante e le forze che lottano per una trasformazione che privilegi la giustizia sociale.

Gaetano Lamanna il manifesto

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Commenti al Post:
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 14/05/20 alle 21:15 via WEB
che poi invece sarebbe bello e non solo per via della giustizia sociale richiamata, dimostrare all'Europa ed anche al mondo, che ce la possiamo fare a ritirare fuori i nostri fiori all'occhiello (scuola e sanità) trasporto pubblico, e rivalutazione del patrimonio culturale ambientale alimentare... Il fatto io dico che non è solo il liberismo scellerato descritto bene, da penna ben più preparata di me, nell'articolo, ma anche e semplicemente che il capitale e i capitalisti non scendono e scendano ad accordi e rinunce. questo, secondo me, è. Servirebbe (ma mi dico mentre lo scrivo che è utopia) un 'padrone' giusto e responsabile. Concludo qui. Magari il mio pensiero è un po' elementare e senza sbocco. Ma io ti ringrazio per l'articolo postato e lo spazio concesso. Buona serata. Roberta
 
 
aliasnove
aliasnove il 15/05/20 alle 13:09 via WEB
"capitale e i capitalisti non scendono e scendano ad accordi e rinunce. Ciao Roberta.. il limite del capitale è che da solo non riesce a cambiare rotta... occorre una forza politica che lo ostacoli se no può fare altri danni... solo una sinistra antiliberista può farcela. Grazie a te Ciao
 
ditantestelle
ditantestelle il 15/05/20 alle 07:56 via WEB
Non potrei aggiungere parole diverse da quelle già espresse da Roberta, che mi vedono completamente d'accordo..
Io spero.. davvero spero, che possa svilupparsi da questa macro tragedia economica più che sanitaria, un nuovo concetto. Che si possa amplificare un modo meno aggressivo e sconcio di quel che si è già compiuto prima di questo danno. A tutti i livelli parlo. Esiste? ..
 
 
aliasnove
aliasnove il 15/05/20 alle 13:12 via WEB
Ciao... credo che esiste come scrivevo a Roberta e la risposta può venire solo da una forte sinistra che però non si vede all'orizzonte... anzi in Europa e altrove avanzano pericolosi nazionalismi.
 
woodenship
woodenship il 16/05/20 alle 02:20 via WEB
Avevo giusto appena ascoltate le parole del neo oresidente della confindustria.E nel sentirlo psrlare, mi ero detto: ecco che si ricomincua con gli accattoni furbi.Da un lato non vogliono lo sta nelle imprese.Però i soldi dallo stato certo che li pretendono. Anzi, ho sentito pure quel classico rimbrottare d'un tempo, quando i padroni brontolavano che lo stato rinnovava i contratti dei pubblici dipendenti.Invece di darli a loro quei soldi.Perchè se c'è una cosa che accomuna larga parte delle confindustrie, del capitalismo anche finanziario, è proprio quell'avidità che li porta a dissanguare tutte le categorie sociali al solo fine di accumulare guadagno e ricchezza fine a se stessa.E in questo la nostra classe imprenditoriale è maestra di parassitismo.........Ciao, un buon fine di settimana, mio caro amico .......W.....
 
 
aliasnove
aliasnove il 16/05/20 alle 17:32 via WEB
D'accordo con te Wood...e pensare che Bonomi il nuovo presidente di confindustria ha avuto un forte appoggio da comunione e liberazione... viene definito un falco e le avvisaglie ci sono tutte. Ciao Wood a presto grazie
 
lascrivana
lascrivana il 16/05/20 alle 06:43 via WEB
Che ognuno abbia cercato di tirare acqua al suo mulino si è sempre saputo; specie quando si hanno i cordoni della borsa, lealtà e giustizia vanno a farsi benedire. Le problematiche inerenti alla povertà hanno sempre costituito motivo di discussione a livello politico, senza mai trovare una reale soluzione. La povertà esiste perché è un mezzo per raggiungere i propri scopi individuali ai vertici. La povertà non può scomparire; poiché senza di essa non si possono ottenere gli aiuti, e di conseguenza non si possono intascare il ricavato dei fondi. Sappiamo bene perché il governo non potrà mai essere all'altezza del cittadino. Buongiorno
 
aliasnove
aliasnove il 16/05/20 alle 17:49 via WEB
Oggi la povertà ha raggiunto livelli allarmanti Laura...sotto accusa è il modello di sviluppo liberista che domina da decenni. Più Stato meno mercato speriamo. Ciao
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/05/20 alle 18:12 via WEB
Il coronavirus, lui, è stato molto democratico. Ha colpito in ugual misura ricchi, meno ricchi e poveri. La sanità pubblica ha retto.
Le diseguaglianze purtroppo si sono rafforzate.
Andremo incontro a tempi molto duri, Alias... tanto duri..per tutti.
 
 
aliasnove
aliasnove il 16/05/20 alle 19:45 via WEB
La sanità pubblica negli ultimi anni è stata devastata da tagli criminali... un solo esempio per quanto riguarda le terapie intensive in Italia ne contiamo appena 8000 mentre in Germania hanno un totale di 30000 posti. Ciao Elena
 
   
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 17/05/20 alle 17:01 via WEB
Infatti, Alias, probabilmente non ero stata abbastanza chiara dando per scontato che i tagli alla nostra sanità sono stati negli anni esagerati. Per questo sostenevo che conciati come eravamo tanto di cappello ai medici, agli infermieri, alla sanità in genere che ha retto senza collassare.
 
     
aliasnove
aliasnove il 17/05/20 alle 17:04 via WEB
chiaro Elena ciao grazie
 
chiedididario66
chiedididario66 il 16/05/20 alle 18:41 via WEB
Hai messo a nudo tutto quel che si deve sapere con questa pandemia. Alla fine ci saranno più poveri e i ricchi ancora più ricchi. Non mi dire, però che la sanità ha funzionato. Guarda la sciagurata presa di posizione della sanità lombarda nel mettere i contagiati nelle rsa, nelle case protette e case di cura varie,per alleggerire gli ospedali. Hanno sulla coscienza decine di migliaia di morti. In galera fontana galleria e i funzionari delle varie USL lombarde. La fortuna è che al sud il virus non è andato altrimenti ci sarebbero il doppio dei morti. Non bisogna credere a tutto quello che ci vogliono farci passare, nelle informazioni. Prima la colpa della cina;poi il virus arriva dalla germania;poi completamente dall'Austria.
 
 
aliasnove
aliasnove il 16/05/20 alle 19:48 via WEB
Concordo con il tuo commento ma la sanità pubblica non ha funzionato perché è stata falcidiata da tagli pesanti... mentre si spendevano milioni di euro per gli F-35.
 
cassetta2
cassetta2 il 17/05/20 alle 19:03 via WEB
https://twitter.com/TeresaBellanova/status/1261747463423242241?s=20
 
 
aliasnove
aliasnove il 17/05/20 alle 20:26 via WEB
Sono d'accordo ciao
 
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