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IL LAVORO

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LA CULTURA DEL SOSPETTO COME FENOMENO POP

Post n°354 pubblicato il 25 Luglio 2021 da aliasnove

A volte i popoli impazziscono. O impazziscono piccole porzioni di popolo, come quelle che si ritrovano in piazza in questi giorni, segno di tempi deragliati. Indecifrabili nella loro composizione scomposta, con i leghisti e i fascisti mescolati ai bene-comunisti, ai dentisti e agli apprendisti o ai giuristi d’assalto, incarnazione di un’eterogeneità sociale accomunata solo dall’assurdità di una pretesa irricevibile: dalla rivolta contro un provvedimento-simbolo come il Green Pass che in tempi di pandemia mortale appare mera proposta di buon senso e senza dubbio male minore, e che invece viene identificato come attentato a una libertà confusa con l’affermazione dell’assoluto diritto al proprio personale capriccio.

Espressione, a sua volta, della rottura di ogni principio di responsabilità verso gli altri, del loro ben più sostanziale (e costituzionalmente sancito) diritto alla salute e alla sopravvivenza, come se l’affermazione che «la mia libertà si arresta dove comincia quella del mio vicino» avesse perso di significato, e ognuno si ergesse nella propria solitudine sovrana al di fuori e al di sopra di ogni legame sociale.

Sono, dobbiamo dircelo, piazze foriere di sciagura, gravide di presagi inquietanti e di ombre nere, con un pesante retrogusto fascistoide. Mi ha colpito il cartello levato in Piazza Castello a Torino, «Meglio morire da liberi che vivere da schiavi», perché ricorda il «Meglio un giorno da leoni che cent’anni da pecore» di mussoliniana memoria.

Così come mi si drizzano i capelli quando sento i fascisti di Meloni o di Forza nuova levare il proprio inno alla libertà, perché so che la loro libertà è la pretesa degli autoproclamati Signori di vessare gli altri ridotti a Servi.

Ma quelle piazze non sono riducibili solo a quell’anima nera, sono molto più eterogenee, trasversali, articolate, coacervo di sentimenti contraddittori, e per questo tanto più preoccupanti, perché parlano di una «crisi della ragione» più vasta. Di un disorientamento più diffuso, se in tanti sentono di doversi mobilitare per danneggiare sé e gli altri, credendo di difendere giustizia e libertà.

Per questo tento disperatamente di seguire l’amletico motto che ci dice che, nonostante tutto, «c’è della logica in questa follia». O quantomeno bisogna cercarla. E il primo pezzo del dispositivo logico che sta dietro questo sconquasso si chiama «cultura del sospetto». O meglio il ribaltamento di essa da raffinato strumento filosofico in «fenomeno Pop». Con quell’espressione Paul Ricoeur aveva indicato il pensiero di «maestri» come Marx, Nietzsche, Freud, oltre a Schopenhauer che avevano insegnato, per vie diverse e divaricate, a non confondere le immagini di superficie con la verità, e a cercare «sotto» e «oltre» le narrazioni ufficiali.

Quell’approccio aveva alimentato il pensiero critico delle minoranze ribelli novecentesche, delle avanguardie culturali e rivoluzionarie, poi invece, nel nuovo passaggio di secolo, era diventato atteggiamento di massa, senso comune popolarizzato e aizzato dal web: diffidenza sistematica e disprezzo delle élites. Non senza ragioni (per spiegarlo): le menzogne del potere, delle sue classi dominanti, dei suoi mezzi di comunicazione sono sotto gli occhi di tutti. Ma senza l’uso della ragione per selezionare il vero e il falso. E per orientare i comportamenti di risposta che sono stati, appunto, quelli che vanno sotto il nome di populismo, orientati a una sorta di rozzo «fai da te» informativo e da una passiva dipendenza operativa dal demagogo di turno.

Le persone che riempivano quelle piazze erano state oggetto, per anni, per decenni, di false narrazioni da parte di detentori del potere che presentavano come progresso il regresso, come paradiso il deserto delle anime, come benessere il loro business. Per anni erano state vittime dei raggiri e delle malversazioni di Big Pharma (lo possiamo negare?). Ma nello stesso tempo, nella struttura materiale delle loro vite (flessibili, destrutturate e sempre più liquide) erano state private degli strumenti (dell’esperienza) per ragionarci sopra, per praticare l’arte difficile della separazione tra gli elementi di un fenomeno, cosicché oggi non ci possiamo stupire se non riescono più a distinguere tra la truffa sugli antidepressivi e la risorsa salvifica di un vaccino.

Tra la farmacologia come business e quella come cura. O, più in generale, tra la vocazione a mentire del potere così come praticata sistematicamente in questi decenni, e la necessità di alcune (rare) decisioni razionali di quello stesso potere, a cui sarebbe autodistruttivo sottrarsi.
Non dissolveremo le nuvole minacciose che salgono da quelle piazze con gli esorcismi o le deprecazioni.

Tantomeno confondendoci con quelle figure istituzionali che hanno enormi responsabilità nell’aver scavato l’abisso che oggi le separa da pezzi consistenti di società sfarinata. Se un luogo c’è, per quelli come noi, per lavorare, è al livello del suolo, dove le vite si compiono o si perdono, e dove solo il ricupero di esperienze autentiche di relazione e di lavoro può frenare la caduta.  Marco Revelli  il manifesto

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Commenti al Post:
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 25/07/21 alle 17:58 via WEB
E' increscioso quello che sta accadendo nelle piazze grazie ai free vax che altro non sono che piccoli parassiti che vogliono la libertà grazie a coloro che come me e come te e come tantissimi altri italiani si sono vaccinati. E' increscioso che si definiscano alla stregua di ebrei o che inneggino a Norimberga dipingendo i bafetti di Hitler sul viso di DRaghi. E' increscioso che certi omuncoli tipo Salvini ( che auspicherebbe in una telefonata di Draghi perchè, forse!, si è vaccinato) o certe donnuncole tipo la Meloni che in 3 mesi ha cambiato idea sui vaccini siano ancora creduti da una fetta di popolino. Ciao Alias e scusa se mi sono dilungata :))
 
 
aliasnove
aliasnove il 25/07/21 alle 19:40 via WEB
Pienamente d'accordo Elena ciao buona serata :)
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 25/07/21 alle 18:02 via WEB
Ciao. Condivido in pieno questa lucida disamina dell'irrazionalità emergente in atteggiamenti che presumerebbero di essere adottati in nome di una libertà di pensiero che è solo un guscio vuoto, se la si pone in rapporto ai quasi 128 000 individui che sono morti nella sola penisola dall'inizio della pandemia. Una volta sono stata sul punto di finire al Pronto Soccorso per un'aspirina. Una reazione allergica violenta e inaspettata. Può capitare. Può capitare che un farmaco innocuo per miliardi di individui, talora comporti per il singolo degli effetti collaterali perniciosi. Pure non mi sognerei mai di diventare l'isterica porta-bandiera della messa al bando delle aspirine perché sono incappata nei loro più pesanti effetti collaterali. I medesimi che si rifiutano di vaccinarsi, per i motivi più eterogenei, sono i medesimi che invocano il "tana libera tutti" per ogni tipo di attività, a prescindere dall'andamento del contagio. Tanto per loro il contagio è una favoletta. Peccato che la favoletta sa costata la vita a milioni di persone, sul pianeta. Perché tanta paura di un vaccino? In nome di che? Se si vogliono colpire al cuore i lauti guadagni delle multinazionali, allora i medesimi che s'indignano davanti al vaccino dovrebbero rifiutare qualsiasi farmaco, poiché qualsiasi farmaco ingrassa i guadagni delle case farmaceutiche e il suo uso contempla il rischio di effetti collaterali. Dunque, portando all'estremo il ragionamento di chi si oppone all'utilizzo dei vaccini, si dovrebbero mettere al bando tutti i farmaci? Morire per un'influenza o per un'infezione non curata con gli antibiotici o con gli antibatterici ne sarebbe la logica conseguenza. Non comprendo. Mi arrendo. Ciò scritto, ti lascio un saluto. Cinzia
 
 
aliasnove
aliasnove il 25/07/21 alle 19:42 via WEB
Quando sento parlare di libertà i fascio leghisti mi viene l'orticaria... d'accordo con te Cinzia ciao :)
 
woodenship
woodenship il 26/07/21 alle 23:55 via WEB
Abbraccio Marco Revelli e sottoscrivo persino le virgole del suo articolo: il tafazzismo in atto è solo paragonabile a quello dei camorristi che hanno creato la terra dei fuochi, convinti di fare i quattrini. Ma che, nel prossimo futuro, li costringerà a fare i conti con la loro azione sciagurata.Hai voglia a ripetere che, a questo mondo, nessuno si salva più da solo, tanto siamo tutti interconnessi.........Ciao e grazie per la condivisione........W......
 
 
aliasnove
aliasnove il 27/07/21 alle 19:48 via WEB
Condivido il tuo paragone Wood ciao buona serata
 
cassetta2
cassetta2 il 03/08/21 alle 11:09 via WEB
Ho sognato Mario Draghi. Praticamente sono stata benedetto.
 
 
aliasnove
aliasnove il 03/08/21 alle 11:18 via WEB
:)
 
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