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Studiare... e la scuola...

Post n°2370 pubblicato il 20 Gennaio 2015 da g1b9
 

 
C'è un'enorme differenza tra " studia, altrimenti vai in punizione per una settimana" e " per favore, vi prego, fatemi studiare, rinuncerò al superfluo, ma fatemi studiare".  Gli studenti che non hanno voglia di applicarsi hanno le loro ragioni.  Infatti studiare è una fatica nera ed  è normale evitarlo, se si può. Un pomeriggio di studio, che per qualcuno sembra il peggiore dei destini, è un miraggio per qualcun altro. Questioni di punti di vista, di posizioni geografiche e di periodi storici. 

Ho trovato parole di sostegno dello studio, un "meglio di" sulla scuola e l'istruzione che va da Calamandrei a papa Francesco,ma la vera numero uno, la vera star dei discorsi sulla scuola è lei la piccola-grande Malala. la Lei è la ragazza che si disegnava le equazioni sulle mani con l'henné e che, pur di studiare, si è fatta sparare in testa dai talebani, sulla strada della scuola, mentre era con le sue compagne.

Pochi giorni fa, Malala Yousafzai ha vinto il premio Nobel per la pace.Aveva solo 16 anni  nel luglio2013, quando ,senza  paura, Malala si prendeva gioco dei talebani e ironizzava sulla loro ignoranza  raccontando una verità che è un   paradosso: i terroristi terrorizzano perché sono terrorizzati.
 "Gli estremisti avevano e hanno paura dell'istruzione, dei libri e delle penne. [...] I talebani hanno paura dei libri perché non sanno che cosa c'è scritto dentro". La ragazzina senza paura continua: "I talebani pensano che Dio sia un piccolo essere conservatore che manderebbe le bambine all'inferno soltanto perché vogliono andare a scuola". (Discorso alle Nazioni Unite, 12 luglio 2013).

Ma veniamo all'Italia. Il giurista Piero Calamandrei usa un paragone:
"Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura. Ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l'organismo costituzionale e l'organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell'organismo umano hanno la funzione di creare il sangue. (Discorso al Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale, Roma, 11 febbraio 1950)

Tony Blair nel sostenere gli investimenti nella "education", ci fa capire che anche questa argomentazione non è poi così scontata. Blair parlava di scuola utilizzando la teatrale strategia linguistica dell'iterazione: "Chiedetemi le tre principali priorità del Governo e vi dirò: istruzione, istruzione, istruzione" (Blackpool, 1996).
Una strategia linguistica efficace, che riprese anche il nostro premier Matteo Renzi nella sua Lettera aperta ai sindaci del marzo 2014. Se, poi, al diritto allo studio non corrisponde almeno un po' di voglia di studiare, i risultati sono deprimenti.

Con puro spirito pragmatico made in Usa, Barack Obama ribalta il punto di vista: cosa fai tu, studente, per meritare il diritto all'istruzione? Il presidente americano si fa portatore di un'orrenda verità: imparare fa rima con sgobbare. E non ci sono scuse per chi non si comporta di conseguenza.
"[...] alla fine dei conti, le circostanze della vostra vita - il vostro aspetto, le vostre origini, la vostra condizione economica e familiare - non sono una scusa per trascurare i compiti o avere un atteggiamento negativo. Non ci sono scuse per rispondere male al proprio insegnante, o saltare le lezioni, o smettere di andare a scuola. Non c'è scusa per chi non ci prova. Nessuno è nato capace di fare le cose, si impara sgobbando. (Discorso agli studenti, 8 settembre 2009)

Ma ce n'è anche per i prof, non solo per i poveri scolari. E le mazzate arrivano da papa Francesco. Anche gli insegnanti devono fare la loro parte, per conquistarsi il rispetto dei ragazzi.  Parola di Francesco che è stato alunno, studente, insegnante e, da vescovo di Buenos Aires, ha incontrato moltissime scuole.
"Perché se un insegnante non è aperto a imparare, non è un buon insegnante, e non è nemmeno interessante; i ragazzi capiscono, hanno "fiuto", e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, "incompiuto", che cercano un "di più", e così contagiano questo atteggiamento agli studenti. (Discorso al mondo della scuola italiana, Piazza San Pietro, 10 maggio 2014)

 L'istruzione dovrebbe suggerire agli studenti una strada. Dovrebbe aiutarli a capire quello che vogliono e quello che non vogliono fare da grandi. Dovrebbe sgombrare il campo dai condizionamenti, liberarli dalla paura che infonde la  nostra società , una repubblica fondata sull'incertezza; aiutarli a  vincere le pressioni familiari, a non dare estrema importanza ai giudizi, a volte imperfetti, degli insegnanti (sono esseri umani anche loro!); ma soprattutto  convincerli a credere in loro stessi, sicuri di potere sviluppare le proprie capacità.

Steve Jobs, nel suo celebre discorso "Siate affamati, siate folli" racconta la sua storia, una storia fatta di puntini da collegare con una linea.
"Non avevo idea di cosa volevo fare della mia vita e di come il college potesse aiutarmi a capirlo. Era ovviamente impossibile unire i puntini guardando al futuro mentre ero al college [...]. Ma la realizzazione era estremamente chiara, guardandola dieci anni dopo. Ve lo ripeto, non puoi unire i puntini guardando al futuro, puoi connetterli in un disegno, solo se guardi al passato. Dovete quindi avere fiducia nel fatto che i puntini si connetteranno, in qualche modo, nel vostro futuro. Dovete avere fede in qualcosa, il vostro intuito, il destino, la vita, il karma, quello che sia. Perché credere che i puntini si uniranno strada facendo, vi darà la sicurezza di seguire il vostro cuore" (Siate affamati, siate folli, Stanford, 14 giugno 2005)


  In un paese come il nostro, con il 40 per cento di disoccupazione giovanile,  seguire il cuore rischia di sfociare nella pura demenza. Ma  non dobbiamo assolutamente togliere a nostri giovani  la certezza  che  vivere una passione è davvero appagante ed i risultati di questo sono sempre sorprendenti.

Commenti al Post:
tocco_di_principessa
tocco_di_principessa il 20/01/15 alle 18:21 via WEB
Lieta serata Giovanna un abbraccio Leica
 
gatta_433
gatta_433 il 20/01/15 alle 18:24 via WEB
Eccomi arrivata per augurarti una buona serata e splendido mercoledì che possa sempre brillare il sole nel tuo cuore un sorriso ^_******* tua amica Agnese. ,clikka smacketeeeeeeeeeeeeee^_§ a prestoooooo.
 
GnothiTauton
GnothiTauton il 20/01/15 alle 18:47 via WEB
l'istruzione obbligatoria (fatto tra l'altro molto recente nella storia dell'umanità) è diffondere cultura?
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 20/01/15 alle 19:06 via WEB
E' difficile parlare, in un commento, delle problematiche relative alla scuola, all'istruzione, ai docenti, alle motivazioni ad apprendere, al fatto che i bambini che uscivano dalla quinta elementare 40 anni fa erano molto più competenti e più preparati di quelli di oggi. Qui si cambia tutto: la scuola materna si chiama scuola dell'infanzia, la scuola elementare, primaria, ecc... ma è un cambiamento gattopardesco. Infatti in attesa che le risorse si muovano è sempre e solo alle capacità dell'insegnante che si fa appello.
 
manuelazen
manuelazen il 21/01/15 alle 00:05 via WEB
Ti chiedo scusa se il mio profilo è chiuso con il lucchetto, è una scelta temporanea e spero non sia scortese da parte mia commentare in questa veste... Ho apprezzato molto questo tuo post, soprattutto la parte finale, successiva alle parole di papa Francesco. Forse perchè vi trovo un riferimento a me stessa. Mi chiedo quale sia il momento giusto per voltarsi indietro e cercare di unire i puntini per capire quale disegno si sia tracciato. Sembra quasi che ci debba essere un momento dell'età adulta in cui ci si debba voltare in dietro perchè non esiste più un futuro in cui si possano cambiare le cose, come se solo i "ragazzini" potessero farlo e poi i giochi fossero conclusi. Eppure a volte ci si può accorgere che la scuola ha fallito nell'aiutarci a comprendere per quale strada avremmo potuto dare la parte migliore di noi e così gradualmente ci siamo ripiegati su noi stessi per rispondere alle necessità più immediate, per garantirci la sopravvivenza e non altro. Temo che sia così per molte persone. E' una sfortuna accorgersene avanti cogli anni? Non sarebbe meglio non esserne consapevoli e vivere pensando solo al presente immediato accontentandosi di "panem et circenses"? Oppure è preferibile trovare il coraggio di prendere in esame un passato confuso e affermare che per quanto si possa essere un po'arruginiti si ha il diritto e il dovere di riprendere in mano il disegno per cercare di modificarlo a vantaggio non solo delle future generazioni; ma anche della nostra serenità e del sentirci vivi? Scusa se sono stata prolissa. Grazie per l'ospitalità. Manuela
 
luce78_2
luce78_2 il 21/01/15 alle 02:47 via WEB
Argomento interessante cara Giovanna.
Un bacio virtuale ed....un sorriso per una serena notte
Lidia
 
canescioltodgl10
canescioltodgl10 il 21/01/15 alle 08:29 via WEB
La finalità spero sia quella di aiutare a diventare persone coscienti di sé e del mondo intorno... Sul come naturalmente si può discutere
 
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