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ANÉMONES D’AUTOMNE SOUS LA FUMÉE…
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Post n°4720 pubblicato il 13 Settembre 2020 da g1b9
Un quadro di Quadrone, il profumo di pane caldo... settembre la stagione giusta, perfetta com'era allora, quando trascorrevo l'ultima mese di vacanza in campagna, alla tenuta di papà,ecco che mi torna alla mente la stagione della caccia. Altri tempi, altra natura intorno a noi, nessuno viveva quel giorno dell'inzio della stagione venatoria, col senso di colpa , come succede ora. Impensabile ai nostri giorni una giornata come quella, ora si uccidono uomini, ragazzi per le strade , senza motivi apparenti, ma forse per odi covati a lungo, odi dimenticati e forse mai esistiti, ma rinfrescati ,rimessi in piazza perchè la politica , ormai senza ideali, senza idee, ha bisogno sempre di rinvangare il passato, spesso stravolgendolo perchè così serve alla propaganda. Torno , pertanto, senza patemi, a sentire quel meraviglioso profumo del pane appena sfornato, caldo, caldo,e, ancora fumante deposto su quella tavola di legno, apparecchiata molto rusticamente con scodelle di latte, appena bollito. La cucina del fattore ;quanto mi piaceva quella semplice stanza, col soffitto a travoni, il pavimento di mattoni grezzi, il grande camino, sempre acceso col pentolone dell'acqua calda a penzoloni, il tavolone in legno massiccio, sedie rusticissime, qualche sgabello nato per passatempo, la madia dove si conservava una parte di impasto...la magia che avrebbe lievitato quello del giorno dopo e così per tutti i giorni a venire. Pendeva su quel legno del tavolo, perfettamente terso una lampadina, che faceva rimpiangere i vecchi lumi a olio. Fuori iniziava ad albeggiare una giornata di fine settembre, clima fresco, cielo terso di quell'azzurro intenso eppur trasparente di pulito. A sedere ,frettolosi arrivavavano uno dopo l'altro i cacciatori: nonno, papà ,gli zii, spesso alcuni amici venuti appositamente per la caccia, sereni, allegri, informali, attorno al desco dei contadini, che sempre mettevano a disposizione la loro cucina per queste colazioni molto, molto mattutine. Fuori i cani facevano sentire la loro impazienza, abbaiando e lanciando guaiti al sole che piano piano tingeva il cielo con mille colori. Mi piaceva alzarmi e correre in quella cucina, sedermi sulle ginocchia di papà per gustare quel meraviglioso pane inzuppato nel latte appena munto, mi piacevano le sue carezze sui miei lunghi capelli mentre cercavo di evitare il bacio di nonno... quanti baci mi sono persa per paura di quei baffi all'umberta, che pungevano come spilli, baci , sostituiti all'istante da un buffetto sul capo... nonno, caro nonno, quanta tenerezza in quel buffetto accompagnato da una battuta. Tutto era pronto, i fucili lucidi appoggiati al muro, le cartuccere ed i carnieri sul pavimento, in attesa di essere indossati. Mi piacevano quegli abiti da caccia, molto ricercati, pieni di tasche e taschini... mi ricordavano una cassettiera...Ora era tutto pronto, rifocillati da una rustica , ma nutriente colazione, sarebbero partiti. Li avrei visti , seguiti dai loro cani, finalmente felici e scodinzolanti, incamminarsi sul sentiero verso la collina dietro casa, per sparire alla vista alcuni minuti dopo. Mentre il sole sorgeva, tornavo ad accovacciarmi nel mio letto, qualche volta tornavo a dormire, ma molto più spesso, ripercorrevo con la mente quel percorso che avevo fatto molte volte col nonno, quando lo seguivo nelle giornato di allenamento ai cani. Vedevo le loro ferme, per stanare la preda, l'attenta pazienza silenziosa finchè l'uccello non si alzava in volo o la lepre si dava alla fuga, immobile nel mio letto, quasi il respiro potesse interrompere quei momenti... Poi passava la giornata. Poco prima de tramonto l'abbaiare dei cani felici annunciava il ritorno dalla caccia. Scendevano dalla collina in fila indiana, con passo sicuro , che portava tuttavia il peso della strada percorsa, sui loro volti la stanchezza felice. Poco dopo , lo stesso tavolo del mattino era una meravigliosa immagine di natura morta dal titolo"Dopo La caccia"!! |
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