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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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   Nel mio blog utilizzo  immagini trovate sul Web. Alcune siuramente hanno il copyright;  qui sono usate con scopo culturale , divulgativo  e critico, tuttavia toglierò immediatamente l'immagine, qualora questo uso dispiacesse agli autori.

 

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Messaggi di Settembre 2014

La montagna dei tre alberi...

Post n°2159 pubblicato il 25 Settembre 2014 da g1b9
 

 

 

La Montagna dei tre Alberi

 

Un giorno il Giardiniere decise che avrebbe messo a dimora tre semi di albero su una montagna ,che ancora non aveva nome e che da quel giorno venne chiamata Tre Alberi.Ebbene i semi furono affidati alla terra, ognuno messo a dovuta distanza, affinchè nel crescere nessuno avesse fatto ombra all’altro. Erano tre semi di una stessa pianta, con identiche potenzialità, ma il giardiniere aveva per ognuno di essi progetti diversi.I semi crebbero al sole della vita, le nuvole innaffiatrici dissetarono le loro radici e quando dopo qualche tempo il giardiniere tornò a controllare, trovò tre splendidi alberelli floridi e assai belli.Era il tempo della potatura e Madre Natura si oppose.

Ti prego non fargli del male.Madre Natura il tuo buon cuore è fatto di puro amore ma l’amore non basta, la potatura mette un freno alla natura. Allontanati.Disse il Giardiniere.

Madre Natura fuggì nel bosco così velocemente, lasciando nell’aria solo l’aroma dei suoi splendidi capelli color miele, intrecciati d’erba e fiori di campo, scalza, vestita solo da foglie d’edera che l’avvolgevano mettendo in risalto le sue feconde forme. Madre Natura era sempre incinta, amava la vita così come la vita l’amava. Il Giardiniere si accertò che Madre Natura fosse lontana, non voleva procurarle dolore, conosceva bene la sua sensibilità, prese dalla tasca le cesoie ed incominciò a potare il primo alberello.

Ebbene figliolo, a te solo una sfoltitina alle foglie!

E fu così che passò al secondo alberello:Diamo una bella sfoltita a questo fogliame!

Ed infine passò al terzo alberello: Mi spiace ragazzo per te ho altri progetti!

Posò le cesoie e prese la sega e lasciò l’alberello quasi spoglio di rami e foglie. Il Giardiniere andò via, Madre Natura tornò e versò tutte le sue lacrime sia per l’albero che aveva perso tutti suoi rami come per quelli che quasi non erano stati toccati, erano tutti suoi figli. Il sole tornò ad illuminare i tre alberelli e le nuvole innaffiatrici a dissetare le loro radici, trascorse altro tempo il primo alberello crebbe in altezza e il suo tronco divenne lungo ed affusolato, il secondo alberello crebbe la metà del primo ,ma il suo tronco divenne il doppio in larghezza, il terzo alberello non crebbe affatto in altezza, usò tutta la sua energia per far crescere e germogliare i pochi rami rimasti, ma in compenso il suo tronco era divenuto quattro volte più doppio. Il giardiniere tornò ancora altre volte e procedette alla potatura, passarono cento anni dal quel dì in cui i semi furono messi a dimora, il primo albero aveva raggiunto con la sua verde chioma il punto del cielo più alto, mentre il suo fusto danzava elastico al soffio del vento, il secondo albero era alto la metà del primo ma con un tronco più forte, ed una chioma di un verde molto intenso, il terzo albero era alto la metà del secondo ma aveva un tronco monumentale ed una chioma ricca e folta, come si sà la vita riserva sempre sorprese e non sempre piacevoli, si scatenò su nel cielo la più terribile e devastante tempesta che quel bosco avesse mai visto, improvvisamente l’orizzonte si oscurò e mostro fatto di vento si abbattè con violenza sulla montagna. Il primo alberello quello che era cresciuto dando prevalenza all’altezza, fu spezzato in due e strappato via dalla terra, aveva una radice talmente debole ed il tronco così sottile, il secondo alberello venne strattonato e le sue foglie staccate una ad uno con sadica cattiveria dal mostro di vento che non smise di martoriarlo sino a quando non ebbe per metà sradicata la sua radice, e venne il tempo del terzo albero il vento gli si abbatté contro, trovando un tronco inamovibile e radici ancorate dentro l’anima dell’intera montagna. La furia del vento si placò e il mostro posò i piedi in terra per andare a vedere da vicino quell’albero tanto forte.

Sono ammirato!

Alle sue spalle apparve il Giardiniere che teneva per mano Madre Natura tutta impaurita e tremante.

Giardiniere ma come hai fatto a renderlo tanto forte?Sono tre semi generati da una stessa pianta, alimentati da uno stesso sole, dissetati dalle stesse nuvole ma potati in modo diverso. Bene Vento tua madre era in pensiero per te, ritorna nel suo grembo e come energia nuova, rinasci alla vita.

Madre Natura allargò le braccia per accogliere suo figlio il Vento e riprese a correre per il bosco scalza e di nuovo gravida di vita, e quando venne il tempo di tener lezione ai suoi figli disse:

Le sofferenze ci aiutano a rafforzare le radici della nostra anima, la vita senza problemi ci rende fragili e deboli, vittime dei venti oscuri, dobbiamo essere pronti alla tempesta benvenga il giardiniere e le sue cesoie.

 

 

 

 
 
 

Due ombre, un ombra per sempre..

Post n°2158 pubblicato il 25 Settembre 2014 da g1b9
 

 


 Sale in cielo la tua ombra bianca,
mentre la mia anima ti squarcia.
 Ma l'altra tua parte resta qui, con me.
 Affondiamo insieme nella terra,
tra pietre e radici contorte. 
Ed eccoci là in un cielo diverso,
profodità immensa, azzurro infinito
puro cobalto un abbraccio..

   gb

 

 
 
 

Lo sfarzo dell'autunno...

Post n°2157 pubblicato il 24 Settembre 2014 da g1b9
 

">

Il nome - suo - è "Autunno" -

Il colore - suo - è Sangue -

Un'Arteria - sulla Collina -

Una Vena - lungo la Strada -

Grandi Globuli - nei Viali -

E Oh, l'Acquazzone di Tinte -

Quando i Venti - rovesciano il Bacile -

E versano Pioggia Scarlatta -

Sparpaglia Berretti - laggiù -

Forma rubicondi Stagni -

Poi - avvolgendosi come una Rosa - se ne va -

Su Vermiglie Ruote -

EMILY DICKINSON, Poesie (1862)


 
 
 

" La più grande povertà è la povertà delle parole" Diceva Don Milani.

Post n°2156 pubblicato il 24 Settembre 2014 da g1b9
 

 

Dato che «la più grande povertà è la povertà delle parole», come diceva Don Milani, lo Zingarelli nella sua edizione 2015 ha voluto inondarci di una spropositata ricchezza: 2700 pagine di dizionario per 144 mila parole, ma con un arricchimento ulteriore e peculiare in questa edizione, e cioè la testimonianza di 55 personalità della cultura, dello spettacolo e dello sport italiani a corredo di altrettante parole emblematiche della modernità.
 
E così – per esempio - la parola «canto», oltre alla consueta scheda lessicale, è affiancata dalla testimonianza «in corpore vivo» di chi di questa realtà ha fatto la bandiera sua e dell’Italia, Mina: «Il canto – dice l’artista - è un grido, un ululato a gola aperta. Sfiora e urta e sfonda e spacca e libera e imprigiona».
 
Alla parola «eleganza» si affianca la definizione partecipe e vissuta di Carla Fracci: «È elegante a suo modo ogni cosa che è o sa apparire semplice, sobria».
La parola «stile» è commentata da Giorgio Armani. «Talento» dalla talent scout e discografica Caterina Caselli, «ironia» è affidata a Carlo Verdone, «vittoria» all’atleta Sara Simeoni, «spazio» all’astronauta Luca Parmitano, «maschera» a Tony Servillo.
 
Il regista Gabriele Salvatores ha ragionato sul concetto di realismo e il suo rapporto con il cinema che è: «… un tacito accordo tra film e spettatore basato sull’accettazione della finzione e sulla sospensione del principio di realtà….». Lo scrittore triestino Claudio Magris ha ricordato la sua frontiera: «…Era la Cortina di Ferro, che vedevo quando andavo a passeggiare sul Carso…». 
 
Lo sguardo secondo il fotografo Oliviero Toscani è «il certificato di esistenza di chi guarda, non di chi è guardato». Per la cantante Gianna Nannini la voce «che ha il dono degli armonici, cosa sempre più rara nella cultura occidentale, immette l’immagine poetica nel canto: per questo può far vedere i colori di ciò che narra e far sentire ciò che vede».
 
Perché questa operazione? «Per pensare – dicono alla casa editrice Zanichelli che pubblica il dizionario - sono riflessioni che arricchiscono il vocabolario di uno strumento in più per comprendere e ragionare sulle parole. Chi lo consulta, a scuola o per lavoro, può trovare un suggerimento inatteso, uno sguardo laterale e nuovo, frutto di esperienza, studio, talento e sensibilità fuori dal comune».
 
A fianco a tutto questo, beninteso, c’è il consueto e instancabile lavoro della redazione del più celebre vocabolario italiano, coordinata da Mario Cannella e Beata Lazzarini, che ogni anno fa un monitoraggio della nostra lingua, aggiungendo parole nuove ed espungendo quelle tramontate. Ma da alcuni anni si sta facendo anche una attività di recupero di parole meno frequenti ma che meritano di essere salvate. Quest’anno ne sono state segnalate tremila, tra cui «coriaceo», «ingente», «onere», «perorare»… tutte voci troppo ....  e per resistere al coltello della semplificazione e agli sms.

 

 

 

 

 

 

 

 

Raffaello Masci__La Stampa.

 

 

 
 
 

La chiave della vita...

Post n°2155 pubblicato il 23 Settembre 2014 da g1b9
 

"When I was 5 years old, my mother always told me that happiness was the key to life. When I went to school, they asked me what I wanted to be when I grew up. I wrote down ‘happy’. They told me I didn’t understand the assignment, and I told them they didn’t understand life."

John Lennon 

 

"Quando avevo 5 anni mia madre mi diceva sempre che la felicità era la chiave della vita Quando andai a scuola, mi chiedevano sempre che cosa  avrei voluto essere quando fossi cresciuto. Io scrivevo " felice". Essi mi dicevano che non capivo la domanda, ed io dicevo  loro che non capivano la vita! 

 

 
 
 
 
 

RELATHIONSHIP

Don't let someone become a priority in your life , when you are an  optional in their life... Relationships work best when they are balanced.

 

 

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