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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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   Nel mio blog utilizzo  immagini trovate sul Web. Alcune siuramente hanno il copyright;  qui sono usate con scopo culturale , divulgativo  e critico, tuttavia toglierò immediatamente l'immagine, qualora questo uso dispiacesse agli autori.

 

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Messaggi di Ottobre 2015

Il bosco dei dipinti...

Post n°2850 pubblicato il 31 Ottobre 2015 da g1b9
 


Sono disperata!
Disse una fata che aveva viaggiato gli immensi spazi bui della notte, all’alba appena nata.
Zitta!!! – Sussurrò l’alba – La parola è un pennello, i pensieri la mano, e la vita la tela. Ricordalo!
La parola è un pennello, i pensieri la mano, e la vita la tela?

Chiese la fata nel non aver compreso.
Vieni con me, ho qualcosa da mostrarti!
Disse l’alba avanzando sulla terra della fata, che la seguì trovandosi dinnanzi ad un bosco molto particolare.
Che strano bosco…
Esclamò la fata.
Questo è il Bosco dei Dipinti.
Disse l’Alba. Un bosco meraviglioso e al contempo particolarissimo, si presentava agli occhi della fata stupefatta, querce immense, prati e laghi dai colori vivaci, e tanti, tantissimi dipinti sparsi un po’ ovunque, quasi da non riuscire a farle muovere passo.
Alba capisco il perché di questo nome, ci sono dipinti ovunque in questo bosco. Chi è l’artista di tanti affreschi?
L’artista? Non so, prova a scoprirlo tu? I dipinti saranno di certo firmati?
La fata si addentrò dentro questo fitto bosco e prese ad osservare i dipinti, messi un po’ ovunque senza una particolare cura, erano come poggiati tra i rami, sui sassi, vicino ai tronchi, sul prato, e persino sul fondale dei laghetti, insomma dappertutto. Raccolse un dipinto avvicinandoselo per poterlo guardare meglio, e poi con una faccia disgustata si rivolse all’alba dicendo:
Sono orribili!
L’Alba restò in silenzio per qualche istante…e poi disse:
La parola è un pennello, i pensieri la mano,  la vita la tela. Il bosco dei dipinti raccoglie gli affreschi della tua mente e come pennello usa le tue parole.
Alla fata scivolò il dipinto dalle mani, e atterrita si guardò intorno con consapevolezza, quanto male aveva pensato, e come male aveva parlato per dipingere quegli affreschi tanto terribili. Calò il viso e con passo rassegnato fece per uscire dal bosco, poi un pensiero la colse e voltandosi indietro verso l’alba disse:
Perché mi mostri solo ora questa orribile ed indelebile realtà?
Io sono l’alba e porto alla luce quel che nel buio della tua comprensione le tue mani hanno reso realtà.
Capisco!

La fata riprese ad uscire dal bosco, uccellini cinguettanti le volavano attorno, scoiattoli giocosi le offrivano ghiande e more, lei li carezzò con gli occhi pieni di lacrime e senza fermarsi continuò a cercare la strada per uscire dal Bosco dei Dipinti, ed intanto l’alba aveva schiuso le porte ad un grandissimo Sole che ora risplendeva alto nel cielo.
Fata oggi sei nata alla vita! – Disse il Sole.
La fata alzò gli occhi al Sole e con sconforto disse:
Guarda alle mie spalle la mia cecità ha dipinto orribili tele, non potrò mai cancellarle anche se oggi ci sei tu ad illuminarmi i passi.
La tua cecità era la comprensione dell’età, non sentirla una menomazione non colpevolizzarti di un naturale incedere, non è colpevole un bimbo per essere venuto al mondo senza i denti, non è colpevole un fiore per essere stato prima seme, non è colpevole una farfalla per essere stata prima bruco e allo stesso modo tu non sei colpevole per essere stata cieca, nell’età della cecità.

La fata sorrise al Sole, conosceva la sua grande bontà e il suo fare luminoso.
Ed ora? – Disse la fata – Guarda lì che distesa di orribilità!
Ora che sai, addestra il tuo pensiero e soprattutto modula le parole, ora che sai che quel che pensi sono le mani, le parole il pennello e la realtà tela, impara a pensare alla luce del tuo cuore e soprattutto parla con amore di te stessa e degli altri.

La fata nel fissare il Sole ci vide riflesso il suo cuore, e da quel giorno dipinse affreschi bellissimi, usando la mano del suo cuore, come pennello parole di luce, e dipinse così una meravigliosa realtà.




La parola è un pennello,
i pensieri la mano, 
la vita la tela.

Il bosco dei dipinti raccoglie gli affreschi della tua mente
e come pennello usa le tue parole.


Pensa col Cuore
 e soprattutto parla con Amore.


 
 
 

Che relazione avete col contatto fisico?!?

Post n°2849 pubblicato il 30 Ottobre 2015 da g1b9
 

Scegliere se salutare una persona appena conosciuta con un bacio sulla guancia o con una stretta di mano è un vero e proprio dilemma: da una parte c'è il timore di sembrare troppo avventati, dall'altro la voglia di accorciare le distanze. A sollevarci dall'imbarazzo della decisione è una nuova ricerca, condotta dalla Oxford University, che ha delineato, attraverso una mappa, il tipo di contatto fisico più appropriato a seconda della persona che ci troviamo di fronte e del grado di intimità. "In generale, pochi amano essere baciati sulla guancia dopo il primo incontro, gli sconosciuti preferiscono che siano coinvolte nel contatto solo le mani", ha spiegato lo psicologo e autore dello studio Robin Dunbar.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha coinvolto 1300 persone provenienti dalla Gran Bretagna, Finlandia, Russia, Francia e Italia. Un risultato sorprendente riguarda proprio il Bel paese: malgrado la fama di popolo "espansivo", gli italiani sembrerebbero meno propensi al contatto fisico rispetto ai russi, mentre i finlandesi si sentirebbero meno a disagio di tutti. Gli studiosi hanno chiesto ai volontari di indicare le parti del corpo off limits e quelle che, invece, l'altro (un partner, uno sconosciuto, un familiare) può toccare senza creare imbarazzo.
Lo studio ha prodotto una mappa: si va dal nero, che indica le zone "tabù" al giallo chiaro, che indica, invece, il "via libera". Molto dipende dal tipo di relazione e dal sesso di appartenenza: le donne, ad esempio, hanno meno problemi con il contatto fisico rispetto agli uomini. Toccare le zone intime è concesso dalle donne solo al partner o alla mamma. Accesso negato all'intimità dei figli maschi per le mamme,  essi preferiscono  una sconosciuta.
"Interpretiamo il contatto a seconda del contesto in cui avviene la relazione - spiega il professor Dunbar -Baciare una persona che non si conosce sulla guancia, ad esempio, potrebbe far sentire molti a disagio, anche se oggi è diventata una pratica convenzionale tanto quanto lo stringere la mano".
Nonostante il contatto possa essere a volte poco piacevole, secondo lo psicologo, non bisogna mai abbandonarlo.  Nell'epoca dello smartphone e computer, è necessario continuare a toccarsi, sfiorarsi, guardarsi per mantenere viva la relazione con gli altri. "Sappiamo che quando due persone non si vedono la qualità della loro relazione diminuisce. I social network possono rallentare questo declino, ma non fermarlo definitivamente. Abbiamo bisogno davvero di guardarci negli occhi l'un l'altro".


 
 
 

On va danser...

Post n°2848 pubblicato il 30 Ottobre 2015 da g1b9
 

 

 

 


        Finchè

     c'è musica

     devi danzare...


          Haruki Murakami



 

 
 
 

"The Art of the Brick"

Post n°2847 pubblicato il 29 Ottobre 2015 da g1b9
 

 

 Era notizia dei giorni scorsi che la LEGO, nota produttrice dei famosi mattoncini da costruzione ,stava producendo a ritmi elevati per le grandi richieste avute per i suoi prodotti. Questo fatto dimostra che la fantasia costruttiva dei bambini torna a preferire i sani giochi degli anni sessanta, che hanno incantato migliaia di bambini.  Intanto  arriva a Roma, non sponsorizzata dalla LEGO  una mostra Interessante dal 28 ottobre 2015 al 14 febbraio 2016.

Si chiama "The Art of the Brick"  : protagonisti assoluti i mattoncini Lego, che trovano una forma artistica grazie al lavoro di Nathan Sawaya, artista statunitense che riproduce, e reinterpreta, capolavori e icone d'arte universalmente noti, o anche semplici oggetti di uso comune, adoperando con abilità e genialità i famosi mattoncini colorati, riuscendo a riunire la Pop Art al Surrealism.

 

L'artista ha ormai conquistato fama internazionale grazie alle sue grandi sculture realizzate utilizzando unicamente i classici mattoncini della Lego. Sawaya ha iniziato questo orginale progetto nel 2002, adesso le sue opere vanno in giro per il mondo e arrivano per la prima volta a Roma.

La location scelta per la mostra dei Lego di Nathan Sawaya  è lo Spazio Eventi Tirso - SET, in Via Tirso 14 (a pochi piazzi da Piazza Buenos Aires).

 

 
 
 

Ritorno a ieri con " The Artist".

Post n°2846 pubblicato il 28 Ottobre 2015 da g1b9
 

 

 Scegliere di guardare "The Artist" è perchè ti sta attraversando l'anima un momento di malinconia, il mondo là fuori non sa più cosa sia  la vera bellezza, la raffinatezza il fascino.  Non perchè manchino i soldi, questo è solo marginale alla mancanza di educazione al bello , allo stile, a tutto quanto è gentilezza di modi. Guardare questo film è come approdare assetati in un'oasi di eleganza , un paradiso di benessere, atmosfera  Anni 20 che trasmette un film muto con l’orchestra in sala. Zero parole. Parlano, oltre ai gesti e alle espressioni, le musiche scritte pensando ai temi ariosi dei grandi film hollywoodiani. Per ballarle, solo la moda dell’epoca: smoking e capelli impomatati per George Valentin, grande divo del cinema muto; abiti luccicanti da charleston, il bianco per la sera, spalle nude, abiti morbidi al ginocchio, l’immancabile cloche per Peppy Miller, divetta in ascesa del film. Questo è un film di grande entusiasmo, che ti immerge nei ricordi di un passato lontano, mentre scorrono sullo schermo  gli attori Jean Dujardin e Bérénice Bejo, coppia  senza sbavature che ci mostra il passaggio dal cinema muto a quello sonoro. Uno spettacolo  affascinante che ha  regalato al film di Michel Hazanavicius  cinque statuette agli Oscar 2012. In bianco e nero (e muto) anche il cane Uggie, star più delle star. 

 

 

 
 
 
 
 

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Don't let someone become a priority in your life , when you are an  optional in their life... Relationships work best when they are balanced.

 

 

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