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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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   Nel mio blog utilizzo  immagini trovate sul Web. Alcune siuramente hanno il copyright;  qui sono usate con scopo culturale , divulgativo  e critico, tuttavia toglierò immediatamente l'immagine, qualora questo uso dispiacesse agli autori.

 

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Messaggi di Gennaio 2016

My magic...

Post n°2979 pubblicato il 28 Gennaio 2016 da g1b9
 

 

 

Ho costruito da sola tutta la magia che ho conosciuto nella mia vita.

 
 
 

Testimonianze...nel giorno della memoria!

Post n°2978 pubblicato il 27 Gennaio 2016 da g1b9
 

 Oggi, 27 gennaio giorno della memoria, per non dimenticare  leggiamo  alcune testimonianze dei deportati.

Aldo CARPI, dal libro autobiografico “Diario di Gusen”

«Ricordo che a Mauthausen, mentre scendevamo lungo le scale che portavano al bagno, han fatto scendere con noi un gruppo di muselmann, come noi li avremmo chiamati dopo, che erano gli uomini mummia, i morti vivi; e li han fatti scendere insieme a noi solo per farceli vedere, perché ci facessimo subito un’idea del lager. come a dirci: diventerete così»


Jona OBERSKI, dal libro autobiografico “Anni d’infanzia”

«Allora vidi i morti. Erano fagotti fatti di lenzuola. Da alcuni sporgevano gambe e braccia. Certi corpi erano nudi. Altri avevano ancora i calzoni. Giacevano lì, gettati disordinatamente uno sopra l’altro, per verso e per traverso. Uno stava rovesciato all'indietro in cima la mucchio, la testa gli penzolava giù. Aveva grandi occhi scuri e braccia penzoloni, molto magro. Un altro giaceva con la testa posata su un braccio teso. L’altro braccio non c'era. Sparsi intorno c'erano anche pezzi staccati, braccia, gambe. Cercai di scoprire qual era mio padre. Piegai la testa in tutte le possibili direzioni, di lato, mi misi a testa in giù per poter guardare tutti quei volti che stavano sbiechi o rovesciati. Ma erano tutti terribilmente uguali. E c'era anche troppa poca luce. Proprio davanti a me c'era, in cima al mucchio, un fagotto di lenzuola. Dalla forma si vedeva benissimo che c'era dentro un corpo. Che fosse mio padre? Vicinissimo, davanti a me c'era un corpo sul pavimento, nudo, voltato a pancia in giù. La testa era voltata di lato. Che fosse quello mio padre? La testa rasata l'avevano tutti. No, mio padre non c'era. Doveva essere ancora nella baracca dell'infermeria. E poi lo avrebbero sepolto»

Mimma PAULESU QUERCIOLI, da “L’erba non cresceva ad Auschwitz”

«La mamma le diceva: Arili, i bambini devono dormire. Hanno bisogno di sognare per crescere forti e tranquilli. lo non voglio sognare, se chiudo gli occhi vedo i tedeschi coi grandi stivali che vogliono farmi del  male. E poi ci sono gli urli e questi rumori terribili»

«Un’altra volta all’appello le tennero in piedi tutta una mattina perché mancavano due prigioniere e i conti non quadravano. Si trattava di due ebree triestine che erano andate al gabinetto; la madre era molto anziana e la figlia l’aveva accompagnata. Nonostante piovesse a dirotto, fecero mettere tutte in ginocchio con le braccia alzate e così le tennero per delle ore. Finalmente trovarono le due ebree. Le portarono sul piazzale e, davanti a tutte, iniziarono il pestaggio coi calci fino a che la vecchia mori. La figlia fu portata via con lei e certamente finì al camino»

«Un giorno che come sempre erano schierate per l'appello alcuni nazisti arrivarono con un sacco dentro il quale avevano chiuso un neonato, lo gettarono in alto e spararono come se facessero il tiro al piccione. Arianna restò impietrita, non osò parlare con i suoi compagni, ma pensò: questi non sono uomini, sono mostri»

Elie WIESEL, da “La notte”

«Le tre vittime montarono insieme sugli sgabelli. I tre colli furono infilati nei cappi allo stesso momento. Ad un segno del comandante del campo, i tre sgabelli rotolarono… Cominciò la marcia dinanzi alle forche. I due grandi non vivevano più. Le lingue cianotiche penzolavano gonfie. Ma la terza corda si muoveva ancora; così leggero, il ragazzo era ancora vivo… Stette là per più di mezz’ora, lottando tra la vita e la morte, morendo d’una lenta agonia sotto i nostri occhi. E lo dovemmo guardare bene in faccia. Era ancora vivo quando io passai. La lingua ancora rossa, gli occhi non ancora vitrei. Dietro di me, udii lo stesso di prima domandare: “Dov’è Dio adesso?” E udii una voce dentro di me rispondergli: “Dov’è? Eccolo lì - appeso a quella forca… »

 
 
 

90 anni fa il primo televisore...

Post n°2977 pubblicato il 26 Gennaio 2016 da g1b9
 

Il 26 gennaio del 1926 faceva la sua comparsa in pubblico un’invenzione che avrebbe segnato il Novecento: la televisione. Ai tempi si chiamava ancora televisore elettromeccanico ma era l’inizio della scatola magica che nel giro di qualche decennio avrebbe fatto il suo ingresso nei salotti di mezzo mondo. E che oggi Google celebra con un doodle. 

 L’invenzione la dobbiamo all’ingegnere scozzese John Logie Baird, che nel 1926 riuscì a trasmettere a distanza una serie di immagini in movimento e in bianco e nero. La prima dimostrazione delle potenzialità del televisore elettromeccanico risale all’ottobre del 1925, ma il debutto in pubblico del dispositivo avvenne tre mesi dopo, al cospetto di alcuni giornalisti e dei membri della Royal Institution (l’organizzazione che riuniva gli scienziati inglesi più in vista dell’epoca). 


 

 Per la prima dimostrazione pubblica, Baird mostrò le immagini di un volto maschile. Era la faccia (“the face”, come viene ricordata sui libri di storia) del suo fattorino, offertosi volontario per realizzare l’esperimento.

La Stampa                                                                                                    

 
 
 

Non è mai tardi...

Post n°2976 pubblicato il 25 Gennaio 2016 da g1b9
 


  Non è tardi


Non è mai tardi
per fuggire
dall’essere se stessi
e rincorrere
nuove emozioni d’aria,
altri ricami di marea.
Solo il passato lo è,
sterile come il rimpianto
d’un sogno andato.
Quest’attimo,
che ti sfiora il capo,
è la matita che traccia
la tua via
sui monti nascosti della luna.
Niente accade
che già non sia successo;
lascia che sia il vento
a disegnarti il cuore.

 


 
 
 

Una Zinnia nello spazio...

Post n°2975 pubblicato il 25 Gennaio 2016 da g1b9
 

 

 

 Il 16 gennaio 2016 Il Comandante della Expedition 46 Scott Kelly ha mostrato le fotografie di un fiore di Zinnia che stava fiorendo nel Veggie, sistema per la crescita di piante, a bordo della International Space Station.
Kelly ha scritto:" Si, nello Spazio vi sono altre forme di vita!!"

 


#SpaceFlower #YearInSpace” via NASA ift.tt/1PDkPbc

 
 
 
 
 

RELATHIONSHIP

Don't let someone become a priority in your life , when you are an  optional in their life... Relationships work best when they are balanced.

 

 

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