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Messaggi del 01/04/2015
Post n°2502 pubblicato il 01 Aprile 2015 da g1b9
Vi propongo in lettura questo antico scritto sumero, una curiosità:
Monologo del giusto sofferente
Certo, credevo davvero che la mia pietà fosse gradita agli dei! Ma forse, ciò che si reputa una buona azione è per loro un 'offesa? E ciò che si ritiene una bestemmia, è una buona azione pe loro? Chi dunque potrà conoscere la volontà degli dei nel cielo, o il disegno delle divinità nelle regioni infernali? Si, come potrebbero i mortali capire il piano degli dei? Uno di essi, ieri florido, oggi agonizza. Un altro, bruscamente amareggiato, ritrova oggi l'entusiasmo.Il tempo di strizzare l'occhio, egli canta un'aria allegra, il tempo di fare un passo , e geme come un lamentatore! Basta un istante, affinchè lo stato d'animo cambi: affamati diventiamo simili a cadaveri; saziati, sembriamo degli dei. Nella felicità, si ripromette di scalare il cielo; Nella disgrazia piangono per dover scendere agli inferi. Davanti a tante contraddizioni mi interrogo: No, non riesco a coglierne il senso profondo.
Questo testo si trova nel libro dello storico Jean Bottero, studioso della Mesopotania, testo antichissimo da lui tradotto dalle tavolette, antecedente anche alla Bibbia, che pare abbia preso spunti da questi vecchi testi, vista la somiglianza , in molti punti, col Libro di Giobbe. Se avrete la pazienza di leggere questo scritto noterete come, nello scorrere del tempo, l'uomo continui a vivere gli stessi dubbi su tutto quanto sta oltre il suo potere, la necessità di credere ad un Dio, la sua incapacità a spiegarsi il perchè di quello che noi chiamiamo fato, destino, volontà di Dio. Da sempre l'uomo si rende conto di essere una nullità, una piccola cosa nell'universo. |
La felicità è il più difficile stato d'animo da raggiungere; mi sono chiesta mille volte perchè, e mille volte non mi sono data una risposta, eppure so cos'è la felicità, l'ho vissuta, e nonostante questo non ci sono parole che possano descriverla, anche perchè sono convinta che nulla sia più soggettivo della felicità. In questa mia ricerca personale ho raggiunto la consapevoleza di quella che è la mia felicità. Io sono felice quando vedo, sento felicità intorno a me, la mia felicità è un riflesso meraviglioso di tutto quello che fa star bene le persone che amo, che stanno intorno a me, che condividono la mia vita; riesco a pensare le cose più assurde da portare a qualcuno che dispensasse questa gioia con una specie di baratto, ma non è possibile. Dicono che la felicità sia un traguardo e come tale è l'attimo, la gioia del momento. Buddha, in questo pensiero parla di felicità condivisa che non sminuisce la stessa, come la fiamma di una candela può accendere migliaia di candele, senza che la sua luce diminuisca o si spenga. Ma come condividere la felicità in un mondo che diventa sempre più individualista, dove l'invidia uccide tutti gli altri sentimenti e la felicità degli altri è spesso la cosa più invidiata, poichè si associa troppo spesso la felicità alla ricchezza, al denaro ? Sicuramente la sicurezza economica aiuta a star bene, ma la felicità non si compra , come la morte ,che non si evita col denaro, la felicità tocca a chi la sa vedere , allora è nell'universo, di cui tutto e tutti siamo parte, allora se imparassimo a condividerla, forse tutti avrebbero la lora, una ricchezza che si moltiplicherebbe all'infinito e di cui non finiremmo di saziarci. C'è molta meditazione in queste parole di Buddha, oltre a molta molta verità!
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Don't let someone become a priority in your life , when you are an optional in their life... Relationships work best when they are balanced.
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