SentimentalmenteTutto ció che mi dá emozioni.... |
ANÉMONES D’AUTOMNE SOUS LA FUMÉE…
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Messaggi del 24/07/2015
Post n°2705 pubblicato il 24 Luglio 2015 da g1b9
Playboy e i giornali Il suo fondatore, Hugh Hefner (nella foto), convinto com’era dell’insuccesso, non mise la data al numero 1: tanto il secondo Playboy non sarebbe certamente uscito. Era il 1953. E invece la rivista, resa celebre dal paginone centrale con la foto della playmate, l’amichetta del mese, ebbe un grandissimo successo e un ruolo importante nella cosiddetta "rivoluzione sessuale"degli anni Sessanta. Da qui ai celebri calendari Pirelli il passo fu breve: i dodici nudi artistici a tiratura limitata, regalati solo a un numero selezionato di clienti e vip, furono pubblicati infatti per la prima volta nel 1964, dalla filiale inglese della Pirelli. Un primo assaggio dei nudi che ormai ogni fine anno affollano le edicole.
L'era di Internet coincide con l'esplosione della pornografia. E questo può essere - per assurdo - la fine dell'erotismo. Se l’erotismo è l’arte di alludere e intrigare, allora il gioco sta proprio nella malizia di celare alcune parti anatomiche. O svelarle a poco a poco, come nello spogliarello. Piccole nudità possono avere carica ormonale elevatissima (e le donne in questo sono favorite). Kim Kardashan - nella foto - lo sa bene.
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Post n°2704 pubblicato il 24 Luglio 2015 da g1b9
Arriva la fotografia
Nella prima metà dell’Ottocento nacque la fotografia. E dopo pochi decenni anche la fotografia erotica. Donne più o meno discinte cominciarono a impressionare le pellicole. È del 1924 Le Violon d’Ingres di Man Ray (nella foto): il "passatempo preferito "del fotografo (attualmente al Getty Museum di Los Angeles) non lascia molto spazio all’immaginazione. La modella che fece scandalo nella sua rappresentazione del violoncello si chiamava Alice Prin, ma è meglio nota come Kiki. Fu l’amante del fotografo per sei anni, dal giorno in cui, nel 1921, lui la vide in un caffé. Kiki era seduta a un tavolino con un’amica: era senza cappello e il cameriere non la voleva servire. Stizzita esclamò: "Non ci vuole servire perché pensa che siamo due puttane?". Poi si sfilò le scarpe e appoggiò un piede sul tavolo, l’altro su una sedia. In quell’istante Ray decise che sarebbe stata la sua musa.
Le violon d'Ingres di Man Ray
L’erotismo a fumetti .
Quando si pensa all’erotismo a fumetti, la prima a venire in mente è forse Valentina, la fotografa dal caschetto bruno che Guido Crepax disegnò nel 1965 ispirandosi alla moglie Luisa, seguita probabilmente dalle ragazze provocanti di Milo Manara. Eppure non sono le uniche "bambolone" di carta nostrane: contro l’Italia perbenista del dopoguerra, sono comparse anche Pantera Bionda, eroina "scandalosa" che combatte i cattivi in mutandoni leopardati, stile Tarzan in gonnella. E diciotto anni dopo, nel 1966, Isabella, la Duchessa dei Diavoli, seicentesca spadaccina in guepiere, protagonista del primo tascabile erotico italiano a fumetti.
Valentina di Crepax |
Post n°2703 pubblicato il 24 Luglio 2015 da g1b9
Col Rococò le donne tornano sensuali
Quanto c’è di deplorevole in una donna sull’altalena, spinta per giunta dal proprio marito? Molto, se nascosto tra i cespugli, il suo amante ne approfitta per guardarle sotto la gonna. È con questo spirito che nel Settecento i pittori rococò ritrassero la sensualità femminile. Mentre nasceva la figura del libertino, l’uomo che, secondo il drammaturgo francese Joylot de Crébillon “cercando unicamente il piacere dei propri sensi... non concede nulla al sentimento nell’impresa della conquista amorosa”, i sogni proibiti maschili diventavano realtà tra le mani di artisti come Honoré Fragonard, con la sua Altalena (nella foto), o François Boucher. E le donne furono ritratte non più come dee, ma persone in carne e ossa colte anche nei momenti meno opportuni: per esempio sul bidet.
L'Altalena. Honoré Fragonard
L'arte porta lo scandalo nella società .
Nell’ultimo scorcio del XIX secolo, imbarazzare e scandalizzare i borghesi fu lo scopo principale di molti artisti, impegnati in una rivolta estetica contro il finto perbenismo delle classi medie. Arma principale della rivolta fu senz’altro il realismo di numerosi artisti francesi. Come ci si poteva indignare di fronte a qualcosa ritratto nel suo aspetto reale? Il principio fu applicato anche al tema erotico. L’esempio più noto è L’origine del mondo (il perché del titolo è abbastanza intuitivo) di Gustave Courbet, destinato alla personale galleria erotica di Khalil-Bey, diplomatico turco e ambasciatore dell’impero ottomano ad Atene. Una provocazione messa in atto anche dall’austriaco Gustav Klimt, che scandalizzò la società viennese di inizio XX secolo con i suoi schizzi erotici e le sue donne estremamente e consapevolmente sensuali. Nella foto la sua Giuditta (1901): provocante e sensuale.
Giuditta. Gustav Klimt
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