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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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Messaggi del 04/01/2016

Il ponte di terza classe...

Post n°2947 pubblicato il 04 Gennaio 2016 da g1b9
 

Il ponte di terza classe è il titolo di una bellissima foto di Alfred Stieglitz fatta ai tempi della massicca emigrazione italiana negli Stati Uniti, classe super economica , dove i migranti vivevano la vita dell'accampamento.
 Stieglitz descrisse così  le sue emozioni.

"Vidi le forme una in relazione all’altra, un’immagine di forme e, sotto di esse, una nuova visione mi catturò: gente semplice, la sensazione della nave, dell’oceano, del cielo."





 Gente semplice, vera nell'onestà del suo quotidiano, quotidiano da rispettare sempre, da incantarsi davanti alla sua poesia, perchè odio  tutto ciò che è apparenza, sovrastruttura ingombrante.
 Invece mi piace entrare in una casa dove  i letti  sono disfatti; mi piace quando la gente beve e canta ed in quel momento  non è nient'altro che se stessa  in tutta onestà.Mi piace lo sguardo  negli occhi di chi si è appena reso conto di essersi innamorato. Mi piace come si guarda intorno chi si accorge di aver dimenticato il limite dei confini.Mi piace  la gente affannata che finalmente si rilassa. Mi piace quando la gente chiude gli occhi e vaga dovunque nelle nuvole. Mi innamoro della gente che è sempre se stessa, ogni momento della vita. Mi innamoro dei loro fallimenti, del loro aver perso la faccia, dei sogni ad occhi aperti. L'onestà è veramente la cosa più bella da mettere sempre nelle parole e nei fatti!

 
 
 

Beethoven, la musica gli veniva dal cuore?

Post n°2946 pubblicato il 04 Gennaio 2016 da g1b9
 

Beethoven, la musica gli veniva dal cuore?

 Un articolo , che ho letto su FOCUS, che mi ha interessato moltissimo, mi ha fatto ascoltare Beethoven con un' attenzione diversa; ne ho stalciate alcune parti per riproporvelo a modo mio.

Era davvero musica che veniva dal cuore quella di Beethoven: le composizioni del musicista sarebbero influenzate dall'andamento del suo cuore.  I ritmi di alcune delle sue composizioni più famose e visceralmente toccanti sarebbero condizionati dalle aritmie cardiaca di cui il compositore probabilmente soffriva. È l’ipotesi di tre ricercatori, un musicologo, un cardiologo e uno storico della medicina della University of Michigan e della University of Washington.
 Si è sempre speculato sulle numerose malattie di cui il compositore avrebbe sofferto fin da giovane, dall'asma alla sindrome del colon irritabile, da malattie renali alla cirrosi epatica. E gli storici si sono anche interrogati su come i disturbi fisici del musicista potrebbero averne influenzato l’arte. Uno degli esempi più noti è la sordità, da cui Beethoven fu affetto fin da giovane e che avrebbe  condizionato il suo stile via via che progrediva. Ma è stata avanzata anche la teoria che certi motivi ritmici nella sua musica siano una trasposizione di irregolarità del ritmo cardiaco, di cui è verosimile soffrisse in associazione con gli altri suoi disturbi fisici.
 L’esempio citato da alcuni studiosi è l’Opus 81a, la sonata per pianoforte n. 26, che contiene nel movimento di apertura delle pause importanti e un ritmo galoppante e sincopato che ricordano le extrasistoli, quando il cuore ha un battito "in anticipo", spesso seguito da una pausa.

 

 Nel nuovo studio, apparso sulla rivista Perspectives in Biology and , gli autori rintracciano possibili segni di influenza di aritmie cardiache in altre composizion,come il Quartetto per archi n. 13 in Si bemolle maggiore, Opus 130. Il quinto movimento, la Cavatina  presenta a metà della partitura un cambiamento di ritmo. Beethoven ha annotato questa sezione con la parola tedesca “beklemmt”, che significa “con il cuore pesante”. L’annotazione potrebbe riferirsi all’emozione suscitata dalla musica, ma secondo gli autori il ritmo è evocativo proprio di una sensazione fisica, la mancanza di respiro dovuta alla malattia ischemica.

 "Quando il cuore batte irregolarmente per una malattia, lo fa secondo schemi prevedibili. Ci sembra di sentire alcuni di questi stessi schemi nella musica di Beethoven " ha detto Joel Howell, medico, uno degli autori dello studio. Sempre secondo gli autori, la graduale diminuzione del senso dell’udito potrebbe aver lasciato il compositore ancora più cosciente del ritmo interno del suo cuore, da cui si sarebbe lasciato guidare. Come si dice sia accaduto a Gustav Mahler, un altro grande musicista la cui grave malattia cardiaca trasparirebbe nelle sue opere.

 Beethoven si distingue  da tutti gli altri musicisti che lo  precedettero ,e ,a parte il genio e la forza senza eguali ,  egli  stesso si considerò un artista e difese i suoi diritti, ritenendosi  superiore ai re e ai nobili. Aveva una concezione decisamente rivoluzionaria della società e idee romantiche sulla musica. "Quel che ho nel cuore deve venire fuori e così lo scrivo" disse al discepolo Carl Czerny. Mozart non si sarebbe mai sognato di dire una cosa del genere, e neppure Haydn o Bach.

 Beethoven è stato il più formidabile pensatore musicale. Molti hanno voluto vedere in lui il ponte tra il periodo classico e quello romantico, ma  non è   troppo esatto. In realtà nella sua musica c'è ben poco di romantico. "Beethoven non parlò il linguaggio dei romantici" scrisse Harold C. Schonberg. " Aveva cominciato col comporre nella tradizione classica e poi era andato al di là del tempo e dello spazio, usando un linguaggio che lui stesso aveva forgiato. Un linguaggio compresso, enigmatico ed esplosivo, espresso in forme escogitate da lui, praticamente unico".



 
 
 
 
 

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